“Un secondo, abbasso la musica che Il Fatto Quotidiano merita attenzione”. Così ci ha risposto al telefono Vladimir Luxuria, quando l’abbiamo chiamata per, Vladyland (Indiehop), il suo debutto discografico. Un album prodotto dal musicista svizzero, Gionata. Nove canzoni in cui l’eclettica artista pugliese, spazia dal suono funk anni ’70 a quello degli anni ’80 per raccontarsi e raccontare, attraverso le parole che le sono state cucite addosso dal suo produttore. “Quando leggi il testo e lo canti diventa tuo, ci metti del tuo”. Un disco intimo e ironico in cui Vladimir canta l’amore e la follia, la sua voglia di tradirsi e il suo instabile equilibrio. “Penso al mio impegno parlamentare, alla scrittura, alla militanza, ma ho anche un coté trash, mi piace molto svaccare.”
Nella vita ha fatto di tutto, le mancava solo un disco
Si un disco e prendere i voti in convento (sorride).
Quanto si è divertita a cantare?
Tantissimo, anche se non è la prima volta. Avevo già cantato “Come mi vuoi” di Conte nell’omonimo film, in commedie musicali e a Tale quale show, ma quest’album è stato scritto e cucito apposta per me. Negli anni ’70, nelle comitive di sinistra che frequentavo, tutti ascoltavano i Deep Purple mentre a me piaceva Raffaella Carrà, quando lo dicevo volevano chiamare l’esorcista.
Quanto è stato difficile entrare nelle canzoni?
Ora che mi ci fa pensare a Milano non riuscivo a cantare Gomma piuma, poi abbiamo fatto una pausa e l’ho cantata e ora a riascoltarla è una delle mie preferite.
In BossaFolle canta di una vita tesa a metà tra una profonda pazzia e la normalità.
Io ho sempre vissuto una vita a metà a partire dal mio segno zodiacale che è cancro ascendente vergine. Ho una parte un po’ folle, artista, creativa, cancerina e poi c’è una parte razionale, puntuale, rompicoglioni che è data della vergine. E nella mia vita sono sempre stata alla ricerca di un equilibrio tra queste due parti. Per me è più impegnativo cercare quella via di mezzo tra il ludico e l’impegnato, piuttosto che tra il mio maschile e il mio femminile.
Cosa pensa della polemica sul voto popolo/élite, nata a Sanremo?
Una stronzata perché Ultimo, l’anno scorso ha vinto Sanremo giovani esattamente con lo stesso metodo e con il voto fondamentale della giuria, per cui non puoi criticare un sistema solo quando non vinci. Forse anche il tweet di Salvini l’ha fomentato. Un ministro che ama talmente la musica al punto da vestirsi come i Village People, con tutte le divise possibili e immaginabili, e da commentare chi ha vinto Sanremo.
Attivista, politico, scrittrice, personaggio televisivo. Come si definirebbe?
Transgender, ma questa volta non in senso sessuale.
Vladyland quanto è lontana dalla terra in cui vorrebbe vivere?
Io sono contenta di vivere nel mio tempo e di lottare, perché la terra promessa diventi una terra che si realizzi. Se già fosse tutto rose e viole probabilmente avrei meno grinta, meno “cazzimma”.