Il capogruppo dei Popolari Manfred Weber lo ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: se il premier ungherese Viktor Orban non rispetta i valori europei non può più rimanere nel Ppe. E gli scontri negli ultimi mesi sono diventati sempre più pesanti, fino alla mozione di espulsione che sarà discussa il prossimo 20 marzo. Ma se i moderati di centrodestra sono pronti a tagliarlo fuori, l’alleato sovranista di Salvini ha lasciato intendere che il suo partito potrebbe avvicinarsi ai polacchi di Diritto e Giustizia (PiS), che all’Europarlamento fanno parte del gruppo dei Conservatori europei (Ecr) e che sono al governo a Varsavia. Se la decisione andasse in porto, i popolari perderebbero altri 6 seggi (stando agli ultimi sondaggi dell’Eurocamera) e Orban diventerebbe alleato di Fratelli d’Italia. “Il partito popolare europeo vuole cacciare Orban, il presidente ungherese, per le sue posizioni di contrasto all’immigrazione illegale e per la battaglia che fa contro lo speculatore Soros – ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni -. Nel nostro gruppo europeo dell’Ecr, quello dei sovranisti e conservatori, queste battaglie sono delle medaglie, non delle colpe. Felice che Orban stia pensando di abbandonare il Ppe della Merkel per aderire alla sua casa naturale dell’Ecr insieme a Fratelli d’Italia“.
Ma a chiedere a Orban di rimanere nei Popolari è Silvio Berlusconi che ha chiamato il leader di Fidesz: “Forza Italia non voterà per la tua esclusione. Ti ho sempre difeso – ha detto l’ex Cavaliere al premier ungherese – e sarò sempre dalla tua parte. Ma ti chiedo di accettare alcune delle richieste avanzate dal Partito Popolare Europeo“. In una nota il leader di Fi aggiunge che l’esclusione di Fidesz costituirebbe un grosso errore politico, e che sta intervenendo sui vertici del Ppe e sullo stesso Orban per raggiungere una soluzione condivisa e positiva sulla sua permanenza di Orban all’interno della grande famiglia del Partito Popolare Europeo. Nel corso della telefonata Orban, dice ancora la nota di Forza Italia, ha confermato la sua volontà di continuare a esserne parte.
L’annuncio dell’incontro con i conservatori polacchi – L’incontro coi conservatori polacchi è stato anticipato dallo stesso Orban all’emittente ungherese Kossuth radio. “Sarò domenica in Polonia“, ha detto, dopo aver già dichiarato che, nel caso di un’uscita dal Ppe, “il primo posto in cui avviare colloqui sarebbe la Polonia dove il partito al potere non è membro del Ppe“. “Io – ha aggiunto il premier ungherese – preferirei riformare il Ppe perché le forze anti-immigrazione come le nostre avessero lì il loro spazio, ma chiaramente se noi dobbiamo prendere in considerazione qualcos’altro, è anzitutto con la Polonia che negozieremo”. “I politici filo-migranti ci hanno attaccato nel Ppe – ha sottolineato Orban -, questi politici vogliono trasformare il Partito popolare europeo in un’organizzazione internazionale filo-migranti”. Il premier di Budapest precisa che preferirebbe restare nel Ppe per “riformarlo” e “trasformarlo” per “permettere che al suo interno ci siano forze anti-migranti come noi”. Il 20 marzo il Ppe discuterà la mozione presentata da alcuni partiti del gruppo che chiede l’espulsione di Fidesz“.
La dichiarazione di Orban arriva all’indomani della presa di posizione del capo del suo staff, Gergely Gulyas, secondo cui Fidesz intende restare nel Ppe, nonostante abbia fatto sapere di non voler cedere all’ultimatum posto nei giorni scorsi da Weber. Il tedesco, candidato del Ppe alla presidenza della Commissione Ue, ha minacciato di espellere Fidesz se, tra l’altro, non interromperà gli attacchi contro Jean-Claude Juncker, oggetto di una campagna nella quale era stato ritratto insieme al miliardario americano di origine ungherese George Soros e veniva denunciata la loro presunta posizione favorevole all’immigrazione di massa, scusandosi con gli eurodeputati del Ppe, definiti “utili idioti”.