GLORIA BELL di Sebastian Lelio. Con Julianne Moore, John Turturro. Cile/USA 2018. Durata: 101’. Voto: 2,5/5 (AMP)
Il remake autoreferenziale va di moda come nel vecchio cinema, quello che si rifaceva in multiversioni per ragioni linguistiche. Non solo il cileno Lelio si è apprestato a rivisitare la propria Gloria come Hollywood comanda, ma perfino un disobbediente come il norvegese Hans Petter Moland si è fatto addomesticare per il suo In ordine di sparizione divenuto quest’anno Un uomo tranquillo, tuttora nelle nostre sale.
Dunque niente di strano, semmai di amaro in termini creativi, perché la riflessione su questo va condotta: è possibile che un premio Oscar giovane e sensibile come Sebastian Lelio nulla d’altro avesse in prospettiva che non rifare se stesso a distanza di 5 anni? Pecunia no olet, potrebbe obiettare, e se dietro c’è una star come Julianne Moore a scalpitare per il ruolo decidendo di prodursi esecutivamente, perché rifiutare? Dunque eccola Gloria 2, Bell di cognome, occhialuta e bella (ma non rifatta..) anche se volutamente dimessa, che come dal bruco alla farfalla cerca e ritrova nuova vita nella malefica “mezza età”, ormai considerata assai meglio di una seconda giovinezza. Ma va detto con sincerità: Gloria Bell è pressoché identico a Gloria ad eccezione di qualche variazione narrativa (legata pressoché al protagonista maschile, John Turturro) e naturalmente a location e lingua. E se vogliamo andare fino in fondo nella critica la prima autentica Gloria – la magnetica Paulina Garcia, Orso d’argento a Berlino – possedeva quel non so che di sincero nella sua metamorfosi che la pur sempre perfetta Julianne non dimostra. Per il resto l’auspicio è che Lelio guardi avanti e lasci finalmente vivere tranquilla la sua Gloria, the one and only.