C’È TEMPO di Walter Veltroni. Con Stefano Fresi, Giovanni Fuoco, Simona Molinari. Italia 2019. Durata: 100’ Voto 1,5/5 (DT)
Alla morte del padre, il corpulento Stefano, osservatore di arcobaleni per professione, scopre di avere un fratello, il tredicenne Giovanni, ragazzino benestante, puntiglioso e precisino, che per obbligo testamentario dovrà tenere sotto tutela a fronte di un cospicuo rimborso di 100mila euro. Tra i due i battibecchi iniziano a Roma in tribunale, poi proseguono sul Maggiolone di Stefano dove sale Giovanni per un viaggio verso Nord che prevede diverse tappe casuali, cinefile e sentimentali, tra cui l’incontro con la cantante in tour Simona e la figlia Francesca.
Operazione nostalgia canaglia per Veltroni alla prima regia di fiction. Buddy movie sghembo, on the road zeppo di orribili dronate per aria, tono e colori da favoletta, e le oramai celeberrime cinquanta citazioni cinematografiche che all’inizio del film sono messe un po’ a caso, ma poi diventano un doppio racconto che si mangia qualsiasi spirito e spunto di faticosa originalità. Non pervenuta l’alchimia tra Fresi e Fuoco, come la dimensione comica tout court che si vuole tenere. Il fascino di Simona Molinari meritava ben altri set. E Leaud se proprio lo devi far apparire almeno non annunciarlo nei titoli di testa, no? Comunque premio “midcult” dell’anno.