Vincenzo Lopresto, 41 anni, ha spiegato agli agenti che durante una violenta lite per motivi di gelosia ha colpito più volte la moglie Fortuna Belisario, prima di chiamare i soccorsi. Per lui l'accusa è di omicidio volontario aggravato. Lunedì l'autopsia
Ha confessato il marito di Fortuna Belisario, 36enne trovata morta in casa giovedì pomeriggio dopo una violenta lite alla periferia nord di Napoli: per Vincenzo Lopresto – questo il nome del 41enne – l’accusa ora è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Come ha spiegato agli agenti che lo hanno arrestato giovedì, durante un litigio per gelosia ha ucciso la moglie colpendola ripetutamente con una stampella che l’uomo, a causa di problemi ortopedici, usava per i suoi spostamenti. Dopo la violenta lite, è stato lui stesso a chiamare i soccorsi, facendo intendere di aver picchiato brutalmente la 36enne, ma i medici accorsi nell’appartamento al parco La Quadra, nel quartiere popolare di Miano, non hanno potuto salvare la donna, morta per i traumi riportati. Le tre figlie della coppia, tutte minorenni, erano dalla nonna durante l’aggressione.
Prima di essere arrestato, Lopresto ha confessato agli agenti di aver aggredito la moglie perché convinto che lei non lo amasse più. In un primo momento il pm Ernesto Sassone aveva ipotizzato l’accusa di omicidio preterintenzionale, ma dopo le parole di Lopresto l’accusa nei suoi confronti si è aggravata.
Sarà l’autopsia, fissata per lunedì, a chiarire le cause della morte: sul corpo della donna sono stati trovati segni di percosse ma non di una entità tale da far pensare che possano essere stati causa di morte. Il medico legale, che giovedì ha eseguito un primo esame del cadavere, ha trovato contusioni e lividi “datati”, che fanno pensare che la donna subisse violenze da diverso tempo, anche se al momento non risulta che abbia mai denunciato alcunchè. Non si esclude che la 36enne possa essere stata colta da infarto mentre il marito la picchiava sulle gambe e sulle braccia con la stampella, che è stata sequestrata. E neppure si esclude un’emorragia interna causata dalle percosse.
Quando la polizia mortuaria ha prelevato la salma della donna, un’amica ha gridato a una piccola folla di vicini che si era radunata: “Fate schifo! Nessuno di voi ha avuto il coraggio di fermarlo!”. Proprio i vicini descrivono la coppia come tranquilla: a quanto riferiscono, non c’erano mai stati litigi, e se ci sono stati non hanno provocato rumore, tanto è vero che avrebbero appreso la notizia dai telegiornali.