La senatrice testimone dell'Olocausto nazista durante l'incontro 'Il futuro della memoria' all'Accademia dei Lincei a Roma ha svelato uno degli attacchi ricevuti: "Vecchia schifosa, hai imparato molto bene a memoria la tua bugia". Segre ha sottolineato la necessità di "combattere ogni giorno" l'odio
“Vecchia schifosa, hai imparato molto bene a memoria la tua bugia”. Questo è uno degli insulti ricevuti sul web dalla senatrice a vita Liliana Segre, testimone dell’Olocausto e sopravvissuta al campo di concentramento nazista di Auschwitz. Intervenendo all’Accademia dei Lincei a Roma, nella sede di Palazzo Corsini, la senatrice ha svelato di aver ricevuto insulti negazionisti e di averli denunciati alla polizia postale, anche se l’anonimato non ha permesso l’individuazione dei responsabili.
Parlando davanti a professori e accademici nell’incontro ‘Il futuro della memoria‘, la parlamentare superstite della Shoah ha affermato la necessità di “combattere ogni giorno” l’odio, rispondendo ai negazionisti: “Ora che, per motivi di calendario, carnefici e vittime di quella stagione stiamo morendo uno dopo l’altro ha detto – noi pochi sopravvissuti siamo in prima linea. Spesso siamo lodati ma veniamo anche criticati, trattati da pazzi. O anche da bugiardi“.
“Viviamo in un brutto momento – ha ammonito Segre – in cui i negazionisti, che vogliono far dimenticare e vogliono cancellare la memoria, si fanno sempre più avanti, e sempre più forti…”. La senatrice ha spiegato che non è la prima volta che viene attaccata sui social. E ha ribadito che comunque andrà avanti nella sua attività di denuncia e di contrasto all’odio e al razzismo. Come del resto sta già facendo da tempo anche in Parlamento, come dimostra la presentazione in Senato del disegno di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di indirizzo e controllo “sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, il cui esame in commissione Affari costituzionali non è ancora cominciato.
Raccontando il suo approdo in Parlamento dopo la nomina a senatrice a vita da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Segre, nata a Milano da famiglia ebrea, ha ricordato: “Ho detto che a 13 anni ero stata una richiedente asilo e che quell’asilo mi venne negato sul confine svizzero, e che poi ero stata deportata, usata come operaia schiava nei campi di sterminio. Che non avevo alcun merito nell’arrivare in quell’aula: solo essere sopravvissuta all’odio, a un genocidio che colpiva persone colpevoli solo di essere nate”.