“Vota Antoné senza chiederti il perché”. Antoné è la maestra Antonella Lo Presti, finita nella bufera per un video di sedici secondi dove si vede una classe di bambini dell’istituto “Morvillo” ripetere a squarciagola lo slogan a sostegno dell’insegnante candidata alle elezioni amministrative a Monreale. La notizia è stata pubblicata stamattina dal Giornale di Sicilia, ma nel giro di qualche ora il filmato è rimbalzato sui social ed è girato su WhatsApp. Lo slogan intonato dai ragazzi richiama quello utilizzato nel film L’ora legale di Ficarra e Picone a sostegno del candidato sindaco Patanè interpretato da Tony Sperandeo. Nel caso monrealese il video ritrae, però, dei bambini che intonano un invito elettorale ignari del suo uso finale. Ancora non si sa chi abbia girato il video. Intanto del caso è stata chiaramente interessata la dirigente dell’istituto “Morvillo”, Beatrice Moneti, che ha avviato un’istruttoria pre-disciplinare per avere chiarimenti. Si tratta di capire se sia stato effettivamente registrato dalla maestra o se sia stato fatto da qualche alunno o ancora da qualche altro collega. Non è chiaro nemmeno il motivo per il quale è stato registrato. “L’ho da un sedicente avvocato. Se ci sono delle precise responsabilità – spiega la dirigente – le appurerò e prenderò dei provvedimenti disciplinari. È chiaro che non posso condividere una condotta deontologicamente scorretta qualora venga accertata. Sono in fase istruttoria, dobbiamo capire molte cose. Sono cauta perché siamo in campagna elettorale: è una questione da trattare con delicatezza per gli oggetti della contestazione. Mi è parso doveroso dare ascolto a chi ha denunciato una presunta illegalità. Ho dei compiti precisi a cui non intendo sottrarmi, risolveremo la questione nel più breve tempo possibile”.
Intanto l’insegnate Lo Presti si è rivolta a un legale: “Chiaramente ne ho parlato con un avvocato. In questo momento non ritengo di dover rilasciare alcuna dichiarazione finché la vicenda non sarà chiara a tutti i livelli. Risponderò nelle sedi opportune e quando ci sarà chiarezza e non pettegolezzi come quelli che ho letto oggi. Nei prossimi giorni parlerò e chiarirò tutto”.
A difesa dell’insegnante anche i genitori degli alunni “ingiustamente coinvolti – si legge in una lettera aperta con 48 firme – in una vicenda mediatica che li ha visti protagonisti e, implicitamente colpevoli”. I genitori esprimono la loro solidarietà alla maestra: “Nessuno di noi ha mai creduto potesse trattarsi di uno spot elettorale – prosegue la lettera – Chi ha strumentalizzato i nostri figli, dunque, è chi, in buona o mala fede, ha permesso che il video uscisse dal gruppo, per poi arrivare ai giornali, e si prestasse ad un interesse che nulla ha a che fare con la parodia o l’allegria che sempre accompagna i nostri bambini in classe”. “A noi sembra che loro siano diventati uno strumento per colpire politicamente e professionalmente la maestra” concludono i genitori che annunciano un esposto “alle autorità competenti per accertare le responsabilità di tutti gli attori implicati in una vicenda che ci vede, nostro malgrado, coinvolti”.
Aggiornato alle 16 del 10 marzo 2019