Senza la sua collaborazione probabilmente non sarebbe stata scoperta la prigione del generale americano James Lee Dozier, rapito dalle Brigate Rosse a Verona nel dicembre 1981 e liberato dopo circa un mese a Padova. Michele Galati, uno dei primi pentiti del terrorismo rosso, è morto dopo una malattia nella città scaligera, dove era nato. Quasi quarant’anni fa fu uno degli esponenti di spicco della colonna veneta “Cecilia Ludmann” e venne condannato anche per gli omicidi, avvenuti nel 1980, di Sergio Gori, direttore del Petrolchimico di Porto Marghera, e del commissario della Digos di Venezia, Alfredo Albanese.
Furono le dichiarazioni di Galati a indirizzare carabinieri e polizia verso l’appartamento a Padova (di proprietà dei genitori di Emanuela Frascella, una terrorista) dove il militare statunitense era tenuto sotto una tenda da campo. In quella prima fase contribuì all’arresto di una quarantina di militanti brigatisti. Ma successivamente, negli interrogatori con il giudice istruttore di Venezia, Carlo Mastelloni, indicò la Scuola di lingue parigina Hyperion come una sorta di centrale del terrorismo internazionale, contribuendo ad allargare l’inchiesta sui rapporti tra Brigate Rosse e i vertici dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che avevano fornito armi ai terroristi italiani.
Galati non ha mai cambiato il nome e dopo una decina di anni trascorsi in carcere è tornato a vivere a Verona. La detenzione era stata breve, rispetto ai delitti di cui era colpevole, perché usufruì della legge sui pentiti. A Mestre, per gli omicidi di Gori e Albanese, venne condannato a 16 anni di carcere.
Il ruolo di Galati nella liberazione di Dozier fu fondamentale. L’allora sostituto procuratore Guido Papalia, poi diventato procuratore di Verona e procuratore generale a Brescia, coordinava l’inchiesta che vide impegnate le migliori forze investigative italiane, sia della polizia che dei carabinieri. Furono questi ultimi ad arrestare Michele Galati, ritenuto un pesce piccolo. Però non parlava. Allora la polizia mise sotto controllo il fratello Paolo, che venne portato in Questura e interrogato. Era ai margini dell’organizzazione, ma poteva portare a chi era a conoscenza del sequestro Dozier. Si decise a collaborare perché gli fu fatto capire che se avesse aiutato gli inquirenti, il fratello Michele ne avrebbe avuto un beneficio giudiziario. Si convinse e fece una quindicina di nomi. Scattò il blitz delle forze dell’ordine, anche perché a Verona tutti sapevano che Paolo Galati era stato trattenuto in Questura. Durante il blitz ci furono i primi arresti. In un covo veronese venne trovato Ruggero Volinia, che faceva parte della struttura logistica delle Br. Fu lui a crollare e ad indicare l’appartamento di Padova, consentendo l’irruzione delle teste di cuoio. E Dozier venne liberato.
Cronaca
Terrorismo, è morto Michele Galati: fu uno dei primi pentiti delle Brigate rosse. Fece trovare la prigione di Dozier
Fu uno degli esponenti di spicco della colonna veneta "Cecilia Ludmann" delle Br e venne condannato per gli omicidi del direttore del Petrolchimico di Porto Marghera Sergio Gori e del commissario della Digos di Venezia Alfredo Albanese. Grazie alla sua collaborazione si scoprì dov'era tenuto nascosto il generale americano
Senza la sua collaborazione probabilmente non sarebbe stata scoperta la prigione del generale americano James Lee Dozier, rapito dalle Brigate Rosse a Verona nel dicembre 1981 e liberato dopo circa un mese a Padova. Michele Galati, uno dei primi pentiti del terrorismo rosso, è morto dopo una malattia nella città scaligera, dove era nato. Quasi quarant’anni fa fu uno degli esponenti di spicco della colonna veneta “Cecilia Ludmann” e venne condannato anche per gli omicidi, avvenuti nel 1980, di Sergio Gori, direttore del Petrolchimico di Porto Marghera, e del commissario della Digos di Venezia, Alfredo Albanese.
Furono le dichiarazioni di Galati a indirizzare carabinieri e polizia verso l’appartamento a Padova (di proprietà dei genitori di Emanuela Frascella, una terrorista) dove il militare statunitense era tenuto sotto una tenda da campo. In quella prima fase contribuì all’arresto di una quarantina di militanti brigatisti. Ma successivamente, negli interrogatori con il giudice istruttore di Venezia, Carlo Mastelloni, indicò la Scuola di lingue parigina Hyperion come una sorta di centrale del terrorismo internazionale, contribuendo ad allargare l’inchiesta sui rapporti tra Brigate Rosse e i vertici dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che avevano fornito armi ai terroristi italiani.
Galati non ha mai cambiato il nome e dopo una decina di anni trascorsi in carcere è tornato a vivere a Verona. La detenzione era stata breve, rispetto ai delitti di cui era colpevole, perché usufruì della legge sui pentiti. A Mestre, per gli omicidi di Gori e Albanese, venne condannato a 16 anni di carcere.
Il ruolo di Galati nella liberazione di Dozier fu fondamentale. L’allora sostituto procuratore Guido Papalia, poi diventato procuratore di Verona e procuratore generale a Brescia, coordinava l’inchiesta che vide impegnate le migliori forze investigative italiane, sia della polizia che dei carabinieri. Furono questi ultimi ad arrestare Michele Galati, ritenuto un pesce piccolo. Però non parlava. Allora la polizia mise sotto controllo il fratello Paolo, che venne portato in Questura e interrogato. Era ai margini dell’organizzazione, ma poteva portare a chi era a conoscenza del sequestro Dozier. Si decise a collaborare perché gli fu fatto capire che se avesse aiutato gli inquirenti, il fratello Michele ne avrebbe avuto un beneficio giudiziario. Si convinse e fece una quindicina di nomi. Scattò il blitz delle forze dell’ordine, anche perché a Verona tutti sapevano che Paolo Galati era stato trattenuto in Questura. Durante il blitz ci furono i primi arresti. In un covo veronese venne trovato Ruggero Volinia, che faceva parte della struttura logistica delle Br. Fu lui a crollare e ad indicare l’appartamento di Padova, consentendo l’irruzione delle teste di cuoio. E Dozier venne liberato.
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Roma, 7 mar (Adnkronos) - La riforma dei criteri di acceso alla facoltà di medicina, la commemorazione di Fulco Pratesi e la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio sono alcuni dei temi al centro dei lavori parlamentari della prossima settimana.
Alla Camera si riprende lunedì 10 marzo, alle 13, con la discussione generale sul Ddl Giubileo, già approvato dal Senato; l'esame delle mozioni sull'uso delle Pfas e sulla reintroduzione del 'bonus Renzi' e quella sulla Convenzione sugli ausili marittimi (approvata dal Senato). Da martedì all'Odg dell'aula c'è, nel pomeriggio, l'esame della delega al governo sulla revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e veterinaria già approvata dal Senato. Mercoledì, dalle 9,30, la Camera deve esaminare la relazione della Giunta delle elezioni sull’elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico (M5s) in Calabria. Poi, alle 16,15, è in programma la commemorazione di Fulco Pratesi.
Tra gli altri argomenti in calendario nella settimana ci sono anche le mozioni sul caro energia; la Pdl sulle intercettazioni già approvata in Senato previo esame e voto delle pregiudiziali di costituzionalità e di merito e la sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio presentata dalle opposizioni. Al Senato si riprende martedì alle 17 con il Ddl sulle spoglie delle vittime di omicidio e, a seguire, con il Ddl sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale, già approvato dalla Camera, e il Ddl sulle prestazioni sanitarie. Confermati i tradizionali appuntamenti, sia alla Camera che al Senato, con il Question time e gli atti di sindacato ispettivo.
Roma, 7 mar. (Adnkronos Salute) - "Nders Odv nasce con l'intento di dare un luogo sicuro a persone che hanno avuto esperienze di pre-morte, dove potersi raccontare e confrontare con chi ha avuto lo stesso tipo di esperienza in un ambiente sicuro e non giudicante. La maggiore criticità è che chi l'ha vissuta ha problemi, viene rifiutato dalla società. Non se ne può parlare. La morte è un tabù e l'esperienza di pre-morte è un tabù del tabù". Lo ha detto Davide De Alexandris, fondatore e presidente Nders Odv, in occasione del convegno 'Le esperienze di pre-morte (Nde). Fenomenologia e cambiamenti', che si è tenuto oggi a Roma presso il Centro Studi Americani.
"Sicuramente questo tabù è meno forte rispetto anni fa - prosegue De Alexandris - però il problema esiste. Nelle librerie, ad esempio, testi sulle esperienze di pre-morte sono al fianco a pubblicazioni su alieni e scie chimiche. Noi vorremmo che le esperienze di pre-morte fossero studiate e ci fosse un approccio scientifico orientato alla cura della persona".
Roma, 7 mar. (Adnkronos Salute) - "Oggi cerchiamo di trovare risposte scientifiche alle esperienze di pre-morte grazie a un gruppo multidisciplinare con fisici, medici e tutti quelli che possono dare una credibilità a questi fenomeni. Negli ultimi 10 anni 40mila persone hanno dichiarato di aver vissuto esperienze di pre-morte e la scienza deve fare la sua parte per dare concretezza a questi fenomeni, capirli e conoscerli. E' un obiettivo arduo, ma ci riusciremo". Lo ha detto Francesco Sepioni, medico di emergenza-urgenza della Asl Umbria 1 e autore del libro 'Al Confine con l'Aldilà', che ha moderato il convegno 'Le esperienze di pre-morte (Nde). Fenomenologia e cambiamenti'.
L'incontro, che si è tenuto a Roma presso il Centro Studi Americani, ha voluto affrontare un tema complesso e affascinante come quello delle esperienze di pre-morte (Near-death experiences, Nde), delle esperienze extracorporee (Out-of-Body experiences, Obe), non tralasciando la fenomenologia e i cambiamenti del soggetto successivamente all'esperienza in oggetto. Fenomeni che, pur essendo stati documentati in varie culture ed epoche storiche, continuano a suscitare grande interesse sia nel mondo scientifico che in quello religioso.
"Ci sono 3 casi documentati e comprovati a livello scientifico - spiega Sepioni - Uno, risalente al 2011, ha avuto come protagonista una persona intubata, priva di attività cardiaca e respiratoria, che incredibilmente ha visto e sentito la propria rianimazione. La persona, dopo essersi ripresa, ha raccontato le parole dei medici che lo rianimavano e ha perfino indicato dove era stata messa la protesi dentaria che un'infermiera aveva rimosso dalla sua bocca".
Roma, 7 mar (Adnkronos) - "È da leggere l"ordinanza n. 5992 depositata ieri dalle Sezioni Unite della Cassazione Civile. La restrizione della libertà personale avvenuta per giorni nell'agosto 2018 ai danni di 190 migranti che si trovavano a bordo della Nave Diciotti della Guardia Costiera italiana, per quanto possa non portare a una condanna penale, senz'altro rappresenta un illecito civile, avvenuto per colpa principalmente dell'allora ministro degli interni e vicepremier Matteo Salvini, urlatore ai quattro venti dello slogan dei "porti chiusi", portato avanti a spese dei diritti umani". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini.
"È per colpa delle scelte arbitrarie e disumane di Salvini che lo Stato deve pagare dei risarcimenti alle persone che hanno subito un danno. Eviti quindi Salvini, per il bene suo e nostro, di fare commenti-boomerang. E non sfugga alle sue responsabilità -prosegue Parrini-. E la Presidente del Consiglio impari a non calpestare una regola basilare della democrazia costituzionale: quella secondo la quale il potere esecutivo deve rispettare le sentenze del potere giudiziario, non attaccarle. Se non lo fa, commette un'indecenza".
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - A1 Charge, leader nella progettazione, produzione, installazione e assistenza per le infrastrutture di ricarica elettrica, presenta a Key Energy Expo 2025 una gamma di soluzioni all’avanguardia per la mobilità sostenibile, dalle Wallbox AC fino alle potenti stazioni di ricarica ultra-fast da 400 kW. Tra le novità in esposizione: Wallbox AC 1/3ph, perfette per installazioni domestiche e commerciali; Tower Ac Dc dual 20/30/60 kW, una soluzione flessibile per diverse necessità di ricarica; PoleBox, il rivoluzionario dispositivo di EVywhere, startup di Corporate Hangar del Gruppo Prysmian, che trasforma l’illuminazione pubblica esistente in un’infrastruttura di ricarica intelligente; stazioni di ricarica ultra-fast da 90 kW fino a 400 kW, disponibili sia in versione all-in-one che con dispenser, con accumuli da rinnovabili o dalla rete, con il supporto di StarCharge leader mondiale nel settore degli accumuli.
A1 Charge non si limita alla fornitura di soluzioni di ricarica, ma supporta i clienti con programmi di formazione e teaching per installatori e utenti finali. I sistemi sono connessi via Ocpp e Bus proprietari, permettendo il controllo da remoto e sfruttando le potenzialità dell’IoT per una gestione intelligente ed efficiente. L’impegno di A1 Charge per la sostenibilità si concretizza nell’offerta di servizi di remanufacturing, garantendo riparabilità, rigenero e riutilizzo delle apparecchiature, in linea con i target europei accedendo al futuro passaporto digitale dei prodotti.
A1 Charge è orgogliosa di avere tra i partner della propria Technology Valley un’eccellenza italiana come Barilla Group, con cui condivide valori di qualità, innovazione e sostenibilità. Tutto ciò si sposa con i concetti di Cer Comunità energetica atti a creare e generare opportunità.
Roma, 7 mar (Adnkronos) - "A chi continua a chiedermi come posso esser certo che l’articolo 25 sia stato scritto su misura per Musk la risposta è semplice. Perché lo ha ammesso lui stesso, condividendo questo tweet. Avanti a testa alta per difendere interesse nazionale e dignità del Parlamento. Ddlspazio". Lo scrive sui social il deputato del Pd Andrea Casu rilanciando un tweet di Elon Musk.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "Triste se il Governo discute come al ‘bar’ della giurisdizione e usa quei toni per attaccare i giudici e la divisione dei poteri. Capiamo le ragioni che hanno spinto la rima presidente Margherita Cassano a difendere la dignità di un potere dello Stato. Meloni e soci abbassino i toni”. Lo afferma la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella.