Mentre il batterio della Xylella fastidiosa in Puglia continua ad avanzare verso Nord a una velocità di più due chilometri al mese, le associazioni di categoria si dividono sulla proposta di Coldiretti di chiedere le dimissioni dell’assessore regionale all’Agricoltura Leonardo Di Gioia, reo, secondo l’associazione “di aver dimenticato di chiedere al ministero lo stato di calamità da Xylella per il 2018”. Da questa spaccatura nasce la decisione di organizzare due cortei diversi alla manifestazione di sabato 9 marzo a Lecce per protestare contro i ritardi nella gestione del contagio dal batterio che in cinque anni ha messo in ginocchio l’intero settore in Puglia. Un dramma che ha già provocato danni per 1,2 miliardi di euro con 21 milioni di piante infette. Questi i numeri che emergono nel dossier Coraggio Salento elaborato proprio da Coldiretti e Unaprol. La strage non ha risparmiato neppure lo storico ulivo di almeno mille anni, che campeggia in piazza Sant’Oronzo, a Lecce: le analisi eseguite nelle ultime ore da un laboratorio accreditato del Cnr hanno purtroppo dato esito positivo ed ora si tenta il tutto per tutto pur di far sopravvivere l’ulivo alla malattia.
ASSOCIAZIONI SPACCATE ALLA MANIFESTAZIONE – Intanto la manifestazione organizzata per sabato 9 marzo si è divisa in due. A Foro Boario, all’ingresso nord di Lecce, il corteo di Coldiretti e Unaprol diretto in piazza Sant’Oronzo e aperto con un rimorchio sul quale è stato caricato un ulivo eradicato dopo essere stato ucciso dalla Xylella, seguito da quaranta trattori. Nel quartiere Settellacquare, invece, dall’altra parte della città, gli agricoltori di Confagricoltura, Cia, Copagri, Lega delle cooperative e organizzazioni anche non agricole con un corteo diretto verso piazza Mazzini.
IL PUNTO SUL CONTAGIO – La ragione della divisione è da ricercare nella presa di posizione di Coldiretti “contro la gestione inconcludente dell’emergenza Xylella dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità tra Unione Europea, ministero e Regione e decreti senza impegni concreti”. Una posizione che prende forza anche dagli ultimi dati diffusi. Solo nell’area infetta rientrano 183mila ettari e 21 milioni di alberi, mentre contro il dilagare della Xylella che è arrivata a Monopoli “sono solo briciole – dice Coldiretti – i fondi Ue per monitoraggi e test di campionamento”. Parliamo di tre milioni di euro per tutto il territorio italiano e per altri 7 patogeni della stessa categoria. “Se non verrà fermata l’epidemia nei prossimi cinque anni – denuncia la Coldiretti – rischia di essere infettato l’intero mezzogiorno d’Italia dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise”. L’incubo è iniziato nell’autunno del 2013, quando ci fu la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli. Da allora la malattia ha continuato a estendersi “senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio – commenta l’associazione – che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi su ambiente, economia e occupazione”.
LE ACCUSE DI COLDIRETTI – Secondo la Coldiretti ci sono stati “errori, incertezze e scaricabarile” che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni “a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori – prosegue l’associazione – con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità”. Tutto questo mentre le realtà economiche dell’area hanno quanto mai bisogno di semplificazione, velocità e di capire cosa fare per poter espiantare e reimpiantare. “Neppure con il Psr (Piano di sviluppo rurale) l’assessore regionale Di Gioia – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – è riuscito ad aiutare gli olivicoltori dell’area infetta, con 536 aziende finanziabili con il bando per la ricostituzione del patrimonio olivicolo che, dopo tre mesi di istruttoria, non hanno ricevuto la necessaria autorizzazione all’espianto degli alberi infetti”. E poi ci sono 16 milioni di euro bloccati, cui si aggiungono altri 32 milioni di un altro bando del Psr per gli investimenti delle imprese olivicole dell’area infetta mai partito.
PARERI CONTRASTANTI ANCHE SUL DECRETO CENTINAIO – La spaccatura tra le associazioni di categoria, sebbene tutte chiedano più attenzione alle aree colpite da Xylella, riguarda anche il decreto legge Centinaio appena varato dal governo. Secondo Coldiretti “una scatola vuota che abbandona a se stessa per l’ennesima volta l’area infetta, l’intera provincia di Lecce e parte delle province di Brindisi e Taranto – ha commentato Muraglia – come se dovesse morire definitivamente di burocrazia, senza alcuna possibilità di una rigenerazione del patrimonio olivicolo”. Secondo l’associazione il testo non affronta il dramma degli agricoltori “che non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per mantenere le proprie famiglie”, mentre “dati spiccioli per una rigenerazione che non si sa come può avvenire”. Non la pensa così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e giudica “positivo il giro di vite per contrastare la Xylella disponendo la distruzione delle piante contaminate, nonché di qualunque altro materiale possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi e stabilendo sanzioni per chi non si adegua alle disposizioni”.
Ambiente & Veleni
Xylella, Coldiretti chiede le dimissioni dell’assessore pugliese all’Agricoltura e divide le associazioni
Due cortei diversi alla manifestazione di sabato 9 marzo a Lecce per protestare contro i ritardi nella gestione del contagio dal batterio che in cinque anni ha messo in ginocchio l’intero settore in Puglia
Mentre il batterio della Xylella fastidiosa in Puglia continua ad avanzare verso Nord a una velocità di più due chilometri al mese, le associazioni di categoria si dividono sulla proposta di Coldiretti di chiedere le dimissioni dell’assessore regionale all’Agricoltura Leonardo Di Gioia, reo, secondo l’associazione “di aver dimenticato di chiedere al ministero lo stato di calamità da Xylella per il 2018”. Da questa spaccatura nasce la decisione di organizzare due cortei diversi alla manifestazione di sabato 9 marzo a Lecce per protestare contro i ritardi nella gestione del contagio dal batterio che in cinque anni ha messo in ginocchio l’intero settore in Puglia. Un dramma che ha già provocato danni per 1,2 miliardi di euro con 21 milioni di piante infette. Questi i numeri che emergono nel dossier Coraggio Salento elaborato proprio da Coldiretti e Unaprol. La strage non ha risparmiato neppure lo storico ulivo di almeno mille anni, che campeggia in piazza Sant’Oronzo, a Lecce: le analisi eseguite nelle ultime ore da un laboratorio accreditato del Cnr hanno purtroppo dato esito positivo ed ora si tenta il tutto per tutto pur di far sopravvivere l’ulivo alla malattia.
ASSOCIAZIONI SPACCATE ALLA MANIFESTAZIONE – Intanto la manifestazione organizzata per sabato 9 marzo si è divisa in due. A Foro Boario, all’ingresso nord di Lecce, il corteo di Coldiretti e Unaprol diretto in piazza Sant’Oronzo e aperto con un rimorchio sul quale è stato caricato un ulivo eradicato dopo essere stato ucciso dalla Xylella, seguito da quaranta trattori. Nel quartiere Settellacquare, invece, dall’altra parte della città, gli agricoltori di Confagricoltura, Cia, Copagri, Lega delle cooperative e organizzazioni anche non agricole con un corteo diretto verso piazza Mazzini.
IL PUNTO SUL CONTAGIO – La ragione della divisione è da ricercare nella presa di posizione di Coldiretti “contro la gestione inconcludente dell’emergenza Xylella dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità tra Unione Europea, ministero e Regione e decreti senza impegni concreti”. Una posizione che prende forza anche dagli ultimi dati diffusi. Solo nell’area infetta rientrano 183mila ettari e 21 milioni di alberi, mentre contro il dilagare della Xylella che è arrivata a Monopoli “sono solo briciole – dice Coldiretti – i fondi Ue per monitoraggi e test di campionamento”. Parliamo di tre milioni di euro per tutto il territorio italiano e per altri 7 patogeni della stessa categoria. “Se non verrà fermata l’epidemia nei prossimi cinque anni – denuncia la Coldiretti – rischia di essere infettato l’intero mezzogiorno d’Italia dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise”. L’incubo è iniziato nell’autunno del 2013, quando ci fu la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli. Da allora la malattia ha continuato a estendersi “senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio – commenta l’associazione – che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi su ambiente, economia e occupazione”.
LE ACCUSE DI COLDIRETTI – Secondo la Coldiretti ci sono stati “errori, incertezze e scaricabarile” che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni “a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori – prosegue l’associazione – con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità”. Tutto questo mentre le realtà economiche dell’area hanno quanto mai bisogno di semplificazione, velocità e di capire cosa fare per poter espiantare e reimpiantare. “Neppure con il Psr (Piano di sviluppo rurale) l’assessore regionale Di Gioia – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – è riuscito ad aiutare gli olivicoltori dell’area infetta, con 536 aziende finanziabili con il bando per la ricostituzione del patrimonio olivicolo che, dopo tre mesi di istruttoria, non hanno ricevuto la necessaria autorizzazione all’espianto degli alberi infetti”. E poi ci sono 16 milioni di euro bloccati, cui si aggiungono altri 32 milioni di un altro bando del Psr per gli investimenti delle imprese olivicole dell’area infetta mai partito.
PARERI CONTRASTANTI ANCHE SUL DECRETO CENTINAIO – La spaccatura tra le associazioni di categoria, sebbene tutte chiedano più attenzione alle aree colpite da Xylella, riguarda anche il decreto legge Centinaio appena varato dal governo. Secondo Coldiretti “una scatola vuota che abbandona a se stessa per l’ennesima volta l’area infetta, l’intera provincia di Lecce e parte delle province di Brindisi e Taranto – ha commentato Muraglia – come se dovesse morire definitivamente di burocrazia, senza alcuna possibilità di una rigenerazione del patrimonio olivicolo”. Secondo l’associazione il testo non affronta il dramma degli agricoltori “che non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per mantenere le proprie famiglie”, mentre “dati spiccioli per una rigenerazione che non si sa come può avvenire”. Non la pensa così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e giudica “positivo il giro di vite per contrastare la Xylella disponendo la distruzione delle piante contaminate, nonché di qualunque altro materiale possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi e stabilendo sanzioni per chi non si adegua alle disposizioni”.
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Addio a Pizzul, voce storica delle telecronache della Nazionale. Da “tutto molto bello” a Italia 90, ha rivoluzionato il racconto in tv del calcio
Giustizia & Impunità
Milano e le inchieste sull’urbanistica: il primo arresto. Ai domiciliari ex dirigente: ‘Corruzione e depistaggio’. Domani in Senato l’esame della legge voluta da Sala
Mondo
Trump: “Apprezzo il messaggio di Zelensky in favore della pace, segnali anche dalla Russia”. E insiste: “Prenderemo pure la Groenlandia”
Tokyo, 5 mar. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incontrando il Primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, nel palazzo Kantei, per quello che è l'appuntamento con la valenza più politica della Visita ufficiale che il Capo dello Stato sta effettuando nel Paese del Sol levante e che si protrarrà fino a sabato prossimo.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Addio a Bruno Pizzul. La sua voce inconfondibile ci ha accompagnato per decenni nelle notti del calcio. Da quelle ‘magiche’ della nazionale azzurra ai mondiali del ’90, a quella ‘tragica’ dell’Heysel. Professionale, coinvolgente, pacato. Ci lascia un gigante del giornalismo sportivo e della Rai. Condoglianze alla famiglia”. Così la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, responsabile sport del partito.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - La politica trumpiana sui dazi "non ci ha indotto a modificare la nostra strategia. Allo stato attuale, stante la geografia dei dazi, l’impatto sul nostro business è zero’. Così Alessandro Bernini, Ceo di Maire, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del Capital Market Day 2025, con il quale il Gruppo ha presentato i risultati del 2024 e gli obiettivi per il prossimo futuro alla business community nazionale ed internazionale riunita nell’head quarter milanese dell’azienda.
“Per quello che ci serve in Italia e in Europa - aggiunge - abbiamo una supply chain domestica, con la nostra vendor list italiana che valorizza l’economia del nostro Paese, per quanto ci è possibile”.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Si è spenta per sempre la voce di Bruno Pizzul che ha accompagnato per tanti anni le nostre domeniche di calcio. Con il suo stile inconfondibile di vero professionista del servizio pubblico. Prima Niccolò Carosio poi Nando Martellini e infine Bruno Pizzul. Icone del giornalismo sportivo della Rai e non solo". Lo afferma l'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del partito.
"Bruno Pizzul -aggiunge- è stato un tifoso della Nazionale, sì, ma mai partigiano. Raccontava il calcio con misura, con un codice di sobrietà e senza cercare di essere protagonista. Niente eccessi, nessuna sciatteria linguistica, solo competenza e passione. Un esempio di giornalismo sportivo che oggi sembra lontano. Che la terra gli sia lieve”.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In risultano indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta milanese sull'urbanistica che ha portato ai domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino.
In particolare, secondo quanto emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di "non aver rilevato l'evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata, ndr) remunerata (circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell'impresa" dal 2020 a oggi.
Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il "non aver rilevato - si legge nel provvedimento - l'evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro" (quasi 179mila secondo la cifra indicata nel sequestro preventivo), dal novembre 2021 e ancora in essere. La procura di Milano ha chiesto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato all'architetto arrestato.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex dirigente del Comune di Milano finito ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio in un'inchiesta sull'urbanistica, ha usato il suo ruolo di vice presidente della Commissione per il paesaggio di Palazzo Marino, come "cerniera occulta tra l'amministrazione e gli interessi dei privati". Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini che ha respinto la richiesta del carcere avanzata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Ne è prova, ad esempio, "l'aver brigato per pilotare le candidature e le nomine dei componenti della commissione per il paesaggio da rinnovare".
Le indagini "hanno disvelato l'esistenza di un consolidato sistema di corruttela commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato - tra gli altri - sulla figura di Giovanni Oggioni e la Commissione Paesaggio. In pratica, grazie alla presenza di Oggioni all'interno dell'organismo (interamente composto da professionisti operanti sul territorio di Milano), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse" scrive il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutto ciò era accompagnato da un disinvolto rilascio di titoli edilizi illegittimi, preceduto da mistificazioni e omissioni disseminate in maniera strumentale, nonché da un sistematico aggiramento delle norme morfologiche di settore e delle procedure previste dalla legge per garantire il vaglio da parte della Giunta regionale" si legge nel provvedimento.
Il canale del convenzionamento privato, la manipolazione terminologica, l'istituzione della Commissione Paesaggio e il conferimento a quest'ultima di poteri discrezionali- non previsti dalla normativa primaria e secondaria - hanno stravolto i termini della pianificazione urbanistica meneghina, concentrandola in capo a un ristretto gruppo di potere, assai permeabile alle pressioni delle lobbies costruttrici". Per quanto riguarda Oggioni "il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza". L'architetto "ha premuto affinché, in occasione del rinnovo della Commissione Paesaggio (insediata il 7 gennaio 2025), venisse data continuità alla linea seguita dalla composizione precedente, ottenendo, nei fatti, che diversi membri (4 su 15, quasi un terzo) venissero riconfermati. Oltre a ciò, si è visto come Oggioni avesse orientato tutte le nomine, attingendo a un bacino di soggetti graditi e in modo tale da estromettere, o comunque arginare, candidature scomode".
Firenze, 4 feb. - Adnkronos) - "Speriamo di mettere l'Italia al primo posto per la ricerca farmaceutica e non solo per la produzione". Lo ha detto Elcin Barker Ergun, Ceo di Menarini, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati 2024 del Gruppo Menarini a Firenze. "Nel 2025 - ha aggiunto Barker Ergun - non ci saranno grandi cambiamenti nel Gruppo Menarini ma ci aspettiamo che continui la crescita in volume e in valore. Stiamo infatti allargando le approvazioni dei farmaci in molti Paesi".
"Le aziende che non useranno l'intelligenza artificiale non saranno competitive nel futuro. Grazie all'intelligenza artificiale - ha aggiunto - possiamo aumentare l'efficienza operativa e così accelerare tutti i processi, dalla ricerca ai trial per arrivare all'approvazione di un farmaco in tempi più rapidi".