L’obiettivo del M5s “è dare tranquillità al Paese. Basta tensioni“. Messi alle spalle, anche se solo momentaneamente, la questione Tav e lo scontro con la Lega, Luigi Di Maio ribadisce che “questo governo durerà altri quattro anni” e chiude la crisi che proprio il dibattito sulla Torino-Lione aveva aperto. Il vicepremier e capo politico dei Cinquestelle parla dal palco del Villaggio Rousseau in corso a Milano. “Non funziona più terrorizzare sui provvedimenti”, ammonisce Di Maio, rimproverando ancora una volta Matteo Salvini perché “c’è sempre questo senso di instabilità del Paese, che a volte viene alimentato anche da esponenti del governo“. È la seconda frecciata all’alleato, tanto che il vicepremier ripete i concetti già detti nella diretta Facebook di sabato: “Se da una parte si dice ‘vediamo chi arriva fino in fondo, vediamo chi ha la testa più dura’, questo è folklore. Pensiamo alle cose serie”. Sugli scontri interni all’esecutivo interviene poi Giancarlo Giorgetti: “Non abbiamo mai parlato di crisi di governo. Siamo responsabili e siamo sempre stati disponibili, e lo siamo oggi, a cedere qualcosa per il bene comune”, dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a ‘In mezz’ora in più‘ su Rai 3. La Lega “finché il governo fa cose che sono nel contratto e fa l’interesse degli italiani continua a prendersi queste responsabilità”, aggiunge.
“L’obiettivo del Movimento è dare tranquillità al Paese. Non deve essere più creare tensioni”, spiega Di Maio nel suo intervento alla manifestazione milanese. “Questi sono stati giorni difficili“, ammette il vicepremier che proprio per questo, anche a costo di “alimentare il dibattito”, vuole ribadire un concetto che “deve essere chiaro”. “Noi le infrastrutture in Italia le dobbiamo fare, grandi medie e piccole, sia digitali che fisiche”, afferma dal palco.
Ma il suo discorso è anche un rimprovero al Movimento 5 stelle stesso: “Abbiamo bisogno come forza politica di fare anche un salto. L’Italia ha enormemente bisogno di noi”, dice Di Maio. “A livello internazionale la congiuntura economica non sta andando bene, basta vedere la battaglia sui dazi che ha schiacciato l’Europa e ne risentiamo anche noi come Italia”. Quindi basta entusiasmo e più lavoro, perché “abbiamo portato a casa delle battaglie nel primo anno ma dobbiamo ragionare a trent’anni”, continua il vicepremier. “Si dovrà dire che quel processo lo ha avviato il M5s al governo”, aggiunge Di Maio citando il piano clima-energia per il 2050. ”
Così, anche il reddito di cittadinanza diventa non più “un punto d’arrivo, ma rappresenta la messa in sicurezza di una società”. “Noi – spiega il vicepremier – oggi siamo in Lombardia e proprio la Lombardia, in queste ore, è la prima regione per numero di richieste. Ci tengo a evidenziarlo per dire che a tutti può capitare di avere delle difficoltà ed è quando ci sono le difficoltà inattese che capisci se hai uno Stato dalla tua parte o non ce l’hai”. Per Di Maio con il reddito, così come con “quota 100 e i soldi per i truffati dalle banche” si chiude quindi “una fase di messa in sicurezza” del Paese.
Il vicepremier interviene poi anche sull’appello del consigliere di Donald Trump a non legittimare la “Via della seta“. “Ieri ho sentito dagli Stati Uniti lanciare un allarme sull’accordo sulla ‘Via della seta’ che l’Italia vuole firmare con la Cina. Noi siamo alleati degli Stati Uniti e rispettiamo tutte le preoccupazioni, ma sia chiaro: se stiamo guardando alla ‘Via della seta’ verso la Cina è per le nostre esportazioni, non per fare accordi politici con la Cina”, chiarisce Di Maio. “E solo per aiutare le nostre aziende a esportare il made in Italy, le nostre eccellenze, il nostro know-how in un mercato che in questo momento ce lo chiede e verso il quale noi dobbiamo andare“, conclude.
Giorgetti: “Tav? Conte coerente con contratto” – La soluzione del premier Conte sulla Tav “può darsi che sia uno spostamento in avanti del problema ma è coerente con il contratto di governo”, afferma il sottosegretario Giorgetti a ‘In mezz’ora in più’ su Rai3. “Per fermare la Tav serve un passaggio parlamentare“, ricorda poi il numero due di Salvini che rilancia anche l’idea di una consultazione popolare per risolvere definitivamente la diatriba sulla Torino-Lione: “Sincera ammirazione per gli svizzeri – dice Giorgetti – che questo problema lo hanno già risolto in passato attraverso il referendum e la tassazione dei Tir che passano dal San Gottardo. Un altro mondo che potrebbe essere un riferimento per noi”. Nel corso della trasmissione, Giorgetti sostiene anche che il Tav “come tantissime altre opere risponde all’esigenza complessiva di crescere, di guardare con fiducia al futuro. Al di là del Tav il nostro governo è impegnato: spero nei prossimi giorni si dia un segnale tangibile con il decreto sblocca cantieri“. “Nel confronto con la Francia e con l’Ue anche sul Tav alla fine si arriverà alla soluzione giusta per il Paese”, conclude.