La gestione dello smaltimento rifiuti con 260 discariche incendiate in due anni, l’acquisto di appartamenti da trasformare in bed and breakfast, la gestione delle farmacie e l’infiltrazione nella sanità. Sono i settori dell’economia legale dove Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra si sono ormai stabilmente infiltrate in Lombardia. Lo evidenzia il secondo rapporto sulla presenza mafiosa nella Regione settentrionale, redatto dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano, presentato questa mattina al Pirellone. E dire che proprio oggi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentando l’ultima operazione anti ‘ndrangheta ha detto: “Non ci sono infiltrazioni radicate sul territorio, ma dove ci sono i soldi arrivano i delinquenti.
Diverso il quadro che emerge dal rapporto dell’osservatorio diretto da Nando Dalla Chiesa. “Questo lavoro sulle attività formalmente legali è fondamentale e scomodo, ma – ha speigato Dalla Chiesa – se bisogna difendere la Regione e i suoi patrimoni, come la Sanità, queste presenze vanno rilevate e contrastate”. Anche perché “già dalla Calabria si pensa di potere entrare in una clinica o in un’altra”. Ci sono poi “aree sottotraccia dove è più difficile intervenire” e sono quelle legate all’usura, al turismo d’appartamento e alle farmacie. Nell’elenco delle urgenze, Dalla Chiesa mette l’intensificazione delle alleanze istituzionali e civili, l’area sud orientale della Regione e gli incendi: “Se nascano da imprenditori spregiudicati o da criminalità organizzata è questione aperta, ma visto che sono reati commessi ripetutamente e nello stesso posto è più sensato pensare a un rapporto tra di loro”.
Rispetto al primo rapporto di Cross, che era una mappa della presenza mafiosa in Lombardia, ha spiegato Dalla Chiesa “questo punta a definire la presenza delle organizzazioni in attività legali, ma anche a mettere a fuoco la presenza della criminalità straniera, che non è subalterna rispetto a quella indigena italiana, ma che ha acquisito delle capacità di contrattazione non marginali”. Come dimostra la mappatura dei centri massaggi e dei laboratori con lavoro illegale, per esempio, è ora di uscire dallo stereotipo della criminalità cinese chiusa nei confini di Chinatown “perché ha straripato, come fa ogni organizzazione”. Presenti alla presentazione del rapporto anche il prefetto di Milano, Renato Saccone, il rapporto “è un’occasione di approfondimento e analisi che serve per agire in modo mirato”. “Non bisogna mai minimizzare, dobbiamo – ha sottolineato – affrontare l’infiltrazione in qualsiasi settore”.
In apertura della presentazione, la presidente della Commissione Antimafia della Regione, Monica Forte, ha letto un messaggio del presidente della Camera Roberto Fico, per il quale il rapporto “ha il merito di aver posto in luce che la mafia non rappresenta un’entità astratta” ma anzi agisce non solo attraverso attività illecite ma anche in modo dissimulato, con una “capacità corruttiva e intimidatoria” che può far presa sui giovani che vivono in situazioni di disagio sociale. “A fronte di questo quadro preoccupante le istituzioni sono chiamate a intervenire con maggior fermezza” è il pensiero di Fico, per il quale bisogna avviare un’ampia azione a tutti i livelli istituzionali per risolvere i problemi del territorio, a partire da povertà e disuguaglianza.
di Simone Bauducco