Via libera unanime del cda di Telt ai lotti francesi: "Obbiettivo è salvaguardia dei fondi". Mentre Lega e M5s continuano a contendersi la vittoria. Salvini: "Siamo sulla strada giusta". Di Stefano: "Evidente che l'Alta velocità non si farà". Conte: "Il 2019 è l'anno degli investimenti ma che facciano davvero l’interesse dei cittadini. La statale Agrigento-Caltanissetta è più strategica"
Si va avanti, con la possibilità di tornare indietro e con l’incognita di un referendum popolare. Nel giorno in cui il consiglio d’amministrazione di Telt ha dato il via libera all’unanimità alla pubblicazione degli ‘avis de marchés’, gli inviti a presentare candidatura relativi agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base della Torino-Lione (“ma si possono interrompere”, fa sapere la società), il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino ha messo in campo un’iniziativa in grado di cambiare le carte in tavola: domani verrà formalizzata la richiesta di referendum da svolgere il 26 maggio, insieme alla Regionali e alle Europee. “Il Piemonte non ci sta a farsi prendere in giro da Conte-Salvini-Di Maio, tre uomini in fuga elettorale dalla Tav”, ha annunciato l’esponente del Pd. Il tutto mentre il premier Giuseppe Conte ha ribadito che il Tav è “poco conveniente” ma “il 2019 è l’anno degli investimenti“. Come a ribadire che il suo governo non è contrario alle opere a prescindere, anche se Matteo Salvini parla di “scelta chiara” commentando il via libera di Telt.
Moscovici e la ministra Borne a favore del dialogo con l’Italia
“Spero che i nostri amici italiani valutino” il progetto e “restino impegnati”, perché “dire che questo progetto è negativo è un errore, è un grande progetto strutturale, importante per la Ue, la Francia e l’Italia, motivo per cui sono stati decisi importanti finanziamenti europei”, ha risposto il commissario europeo Pierre Moscovici. Parole concilianti dalla ministra francese dei Trasporti Elisabeth Borne: “La Francia ha ribadito il suo totale interessamento alla Lione-Torino e la sua disponibilità per una discussione tra partner” ha scritto in una nota diffusa a Parigi. “Come la Francia aveva auspicato, il Cda di Telt ha permesso di lanciare gli avvisi di appello a candidatura necessari per il proseguimento del cantiere. Questo permette l’avanzamento del progetto – ha continuato la Borne – di preservare i finanziamenti europei e di preservare il rispetto del tempo di riflessione auspicato dal governo italiano“. Per il ministro francese il via libera di Telt rappresenta comunque “una tappa positiva nell’interesse del progetto Torino – Lione”.
Telt: “Salvaguardare integrità contribuzione”
L’obiettivo, ha invece spiegato Telt in una nota dopo il via libera agli avvisi, è di “salvaguardare l’integrità della contribuzione” del finanziamento europeo “consentendo l’approfondimento e il libero confronto tra Italia e Francia e con l’Unione europea”. Gli avvisi, ha continuato Telt, “contengono l’esplicitazione della facoltà di interrompere senza obblighi e oneri la procedura in ogni sua fase”. La società ha confermato con la norma dissolvente “l’impegno a verificare le volontà dei due Governi al termine della selezione delle candidature, prima di procedere all’invio dei capitolati di gara alle imprese”. Gli avis de marchés compariranno sulla Gazzetta ufficiale europea entro giovedì, come previsto dalle procedure di gara avviate oggi all’unanimità dal consiglio d’amministrazione di Telt. Trascorreranno poi sei mesi prima che le aziende che hanno deciso di presentare offerte ricevano l’invito formale da Telt per partecipare al bando. In quel momento i due governi potranno ancora decidere di fermare la procedura.
Chiamparino: “Chiederemo di fare il referendum il 26/5”
Il primo passo di Telt, comunque non vincolante come spiegato dalla società, non ha frenato il governatore del Piemonte. Che anzi ha rilanciato: “Domani – ha detto – formalizzeremo la richiesta al ministero dell’Interno di poter tenere la consultazione popolare sul blocco della Tav con le elezioni del 26 maggio, in modo che sia chiaro chi è per la crescita, l’ambiente, la sicurezza, e chi è contro”. In attesa di rispondere a Chiamparino, Salvini ha commentato l’avvio dei bandi definendola “una scelta chiara e unanime, ma è solo una delle opere pubbliche”. Perché “ci sono 300 cantieri da far ripartire: porti, aeroporti, ferrovie e metanodotti. Contiamo che nell’arco di qualche giorno il Consiglio dei ministri porti in approvazione un decreto urgente sblocca-cantieri. Sono convinto che siamo sulla strada giusta”.
Ue: “Primo passo, ne serviranno altri per salvare fondi”
La comunicazione della società italo-francese e la richiesta di referendum sono arrivati poche ore dopo l’intervento i Conte all’inaugurazione dello stabilimento Fincantieri Infrastructure nel Veronese: “Dobbiamo completare quelle ferme da anni e avviarne nuove”, sottolinea il presidente del Consiglio concordando, almeno su questo, con il vicepremier. Ma c’è un inciso che riguarda appunto l’Alta velocità: devono essere opere “che servano davvero al Paese – ha detto Conte – ne accrescano la competitività e facciano davvero l’interesse dei cittadini”. Il premier ha ribadito che lavorerà sul dossier Tav per “approfondire le criticità emerse” dall’analisi costi-benefici: “Avrò un’interlocuzione con la Francia e con la commissione Ue“. Intanto da Bruxelles un portavoce ha commentato: “La pubblicazione degli avvisi è un primo passo necessario” ma “altri ne serviranno” per scongiurare il rischio di perdere i fondi europei da 300 milioni di euro. Mentre Confindustria ha ribadito il suo sì al Tav con una nota del suo Centro Studi: “L’analisi costi-benefici ha dei limiti – si legge – la rinuncia all’opera comporterebbe costi e danni d’immagine“.
“La Agrigento-Caltanissetta? Più strategica”
“Domani sarò in Sicilia con il ministro Danilo Toninelli a sbloccare un cantiere che è altrettanto strategico, nella mia opinione e in quella degli esperti più strategico della Tav, che è la statale Agrigento-Caltanissetta“, ha sottolineato Conte parlando a margine dell’inaugurazione. Il premier ha anche commentato l’affermazione del suo sottosegretario Giancarlo Giorgetti che domenica ha ricordato come per fermare il Tav serva “un passaggio parlamentare“. “Giorgetti non ha detto nulla di più e nulla di meno – ha replicato Conte – ci sono dei trattati che sono stati firmati, altrimenti non ci troveremmo a parlare di Tav. Avremmo messo da parte questa infrastruttura che alla luce degli studi, e non per opinione personale, e tutte le verifiche fatte, è poco conveniente per gli interessi dell’Italia. Dobbiamo parlare di altro”. “Quello che questo dibattito rischia di offuscare, un dibattito pubblico legittimo, è che l’Italia ha bisogno di investimenti e non esiste solo Tav”, ha concluso il premier. Conte ha già chiaramente sottolineato, per ultimo in un’intervista al Fatto Quotidiano, come dall’analisi costi-benefici emergano “dati chiari” e quindi “far finta di nulla sarebbe una presa in giro“. Ma ha il compito di mediare tra le posizioni di M5s e Lega, così come ha fatto con la lettera inviata a Telt in cui da una parte è riuscito a ottenere il rinvio dei bandi scritto nero su bianco, ma dall’altra parte ha acconsentito alla pubblicazione degli avvisi, pur specificando che tutti gli atti che verranno eseguiti da qui in avanti dovranno essere revocabili e non comportare oneri per l’Italia.
Festeggiano sia Lega che M5s
È quanto ha fatto Telt nel cda cominciato alle ore 11 in videoconferenza tra Roma e Parigi. Nel frattempo, come già successo nel weekend, sia il Carroccio che i Cinquestelle festeggiano quella che ritengono ciascuno una propria vittoria. “Oggi è la giornata dei bandi, quindi basta vedere cosa succede“, dice il vicepremier Matteo Salvini da Bergamo, al termine del comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica. È la linea della Lega: “L’importante era dare un segnale che qualcosa è partito“, poi l’opera verrà rivista ma si farà. Opposta la lettura del M5s che sottolinea i sei mesi di tempo che il premier ha guadagnato per ridiscutere il tutto e riuscire a bloccare l’opera. “Alla luce di quanto emerso negli ultimi giorni, è evidente che il Tav non si farà“, afferma infatti Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari esteri (M5S), intervenendo questa mattina a L’Aria Che Tira su La7. “Poco fa anche Telt in una nota stampa ufficiale, diffusa al termine del cda, ha sottolineato l’impegno a verificare le volontà dei due governi al termine della selezione delle candidature, prima di procedere all’invio dei capitolati di gara alle imprese. Ergo appare evidente che i bandi sono stati rinviati. Ma se la Lega vuole che diciamo che i bandi sono partiti, lo facciamo. Se li fa stare meglio ok, basta che chiudiamo questa farsa” hanno riferito all’Ansa fonti interne del Movimento.
M5s: “Rinvio bandi grande vittoria, ora opere davvero utili”
“Siamo dunque riusciti a ottenere un rinvio senza alcuna penale per l’Italia. Non perderemo soldi, come sbandierato da tutti i giornali e le opposizioni in questi giorni, e non ci saranno costi per gli italiani. Semplicemente, come buon senso vuole, avremo la possibilità di ridiscutere integralmente l’opera, che è quello che c’è scritto nel contratto di governo“. È quanto si legge in una nota dei portavoce del Movimento 5 Stelle delle commissioni Attività produttive e Trasporti alla Camera dei deputati. “Questa su Tav è una grande vittoria del presidente Conte che si sta spendendo in prima persona per condividere con Francia e Unione Europea tutte le criticità di quest’opera pensata troppi anni fa e ormai inattuale e dannosa – è scritot in un altro passaggio – La strada imboccata è quella auspicata dal MoVimento 5 Stelle: siamo contrari al Tav Torino-Lione e siamo convinti che non ci sia solo il Tav Torino–Lione: questo Paese ha un disperato bisogno di infrastrutture moderne e sicure ed è per questo che stiamo già sbloccando e finanziando cantieri fermi da anni per realizzare quelle opere di cui i cittadini hanno realmente bisogno”.
Lo scontro interno
Indizi che dimostrano come lo scontro interno al governo sia stato solo rinviato dall’escamotage giuridico e lessicale trovato dal premier Conte. E a ricordare le prossime scadenze ci ha pensato la Commissione europea. Il via libera agli ‘avis de marché‘ sul Tav, in discussione oggi nel cda di Telt, “è il primo passo ed è un passo necessario, ma ne serviranno altri”, dice il portavoce per i trasporti, Enrico Brivio, spiegando che “se i lavori non procedono come previsto, per ritardi o altre ragioni, sarà necessario rivedere il grant agreement“, ovvero il contributo europeo all’opera. In sostanza, i finanziamenti europei verranno ridotti “in base al principio ‘se non usi i fondi li perdi‘”.
Il Centro studi di Confindustria
La rilevanza di un’opera come il Tav “va oltre il mero calcolo economico e include, tra gli altri, anche aspetti legati alla sostenibilità ambientale, alla competitività territoriale, agli effetti di agglomerazione sulle economie locali, all’impatto reputazionale“, sostiene il Centro studi Confindustria in una nota spiegando che l’analisi costi benefici, utilizzata dal decisore pubblico “come strumento principale per valutare l’opportunità di proseguire” con la Tav, ha “dei limiti. Tale approccio, dunque, è necessario ma non sufficiente“. “La rinuncia alla finalizzazione del Tav – si legge ancora – comporterebbe potenziali danni derivanti da costi diretti, indiretti e da costi di reputazione, ovvero da danni d’immagine e di credibilità dell’intero sistema Paese”. “Quest’ultimo aspetto, in particolare, tenderebbe a disincentivare eventuali investitori interessati a finanziare progetti importanti”, sostiene Confindustria.