Da martedì i bambini da zero a sei anni senza certificazione non potranno entrare negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, come previsto dalla legge Lorenzin. Il presidente dell'associazione presidi: "Poche centinaia di casi in tutta Italia". I dati del Ministero: coperture vicine alla soglia dell'immunità di gregge (95%) per i bambini nati nel 2014, 2015, 2010. Lazio al top, Bolzano maglia nera. La ministra Grillo: "Difetto di questa legge è puntare tutto sull'obbligo"
Oggi in tutta Italia è l’ultimo giorno utile per mettersi in regola con la documentazione che attesti l’avvenuta vaccinazione dei figli. Da domani, martedì 12 marzo, i bambini da zero a sei anni senza certificazione non potranno dunque entrare negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, come previsto dalla legge Lorenzin approvata nel luglio 2017. Quelli nella fascia d’età 6-16 anni potranno entrare ma in entrambi i casi, se i genitori rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da parte delle Asl, incorreranno in sanzioni pecuniarie. Se durante tutta la giornata di lunedì i casi di bambini non in regola segnalati erano stati pochi, esclusi i 28 senza certificazione a Rimini, in serata sono arrivati i primi dati che mostrano come il fenomeno possa avere una portata maggiore. Un esempio è la situazione di Bologna, dove per circa 300 bambini, dopo l’autocertificazione, non è stata consegnata alcuna documentazione aggiuntiva sui vaccini da parte dei genitori. Per questo, è risultato non in regola circa il 4% degli iscritti. A fornire questo dato è stato il Comune che da domani, alle famiglie, manderà una mail di avvertimento che potrebbe portare anche alla sospensione. “È difficile che avvenga immediatamente, l’iter sanzionatorio ha dietro un grande lavoro amministrativo”, afferma però il direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, Paolo Pandolfi.
Nel resto del Paese si parla invece di pochi altri casi di genitori che non hanno adempito agli obblighi previsti dalla Lorenzin. Una legge che in un’intervista a Repubblica la ministra della Salute, Giulia Grillo, ha definito “una misura emergenziale, nata dalla necessità di colmare un gap di coperture” che ha il difetto di “aver puntato tutto e solo sull’obbligo sperando che bastasse”. Intanto proprio i dati raccolti dal ministero della Salute certificano un aumento nei primi sei mesi del 2018 rispetto al 31 dicembre 2017 delle coperture vaccinali nei bambini nati negli anni 2015, 2014 e 2010. Il più marcato riguarda la prima dose di vaccino contro il morbillo che arriva al 94,15%, con un +2,30 per cento. “I dati sono migliorati per i nuovi nati, ma il dl Lorenzin non può incidere sui giovani adulti vulnerabili, quelli fuori dall’età scolastica”, ha sottolineata la ministra Grillo.
“Oggi è l’ultimo giorno per mettersi in regola: crediamo sarà un giorno abbastanza tranquillo“, ha detto all’Ansa Giannelli, “aspettiamo domani per capire qual è la situazione”. Gli unici bambini esclusi sono quelli altoatesini: in provincia di Bolzano, maglia nera per le coperture vaccinali, i genitori avranno tempo fino all’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre 2019, per mettere in regola i figli. “L’emergenza di cui tanto si parla in queste ore è più mediatica che effettiva”, ha specificato il presidente di Anp. L’associazione dei presidi in una nota rimarca che “da domani chi non presenterà i certificati di vaccinazione non potrà più frequentare e deve essere chiaro che i dirigenti scolastici non hanno alcuna discrezionalità“. “La situazione è molto delicata e controversa, si parla di salute pubblica e il dovere delle istituzioni scolastiche è quello di proteggere i bambini più fragili e a rischio. Non è mai troppo tardi per fare un appello al buonsenso di tutti i soggetti coinvolti”, ha concluso Giannelli.
Il vicepremier Matteo Salvini aveva chiesto di far slittare il termine di oggi. “Non capisco il perché di quelle parole. Di certo ora non c’era l’urgenza di fare un decreto per togliere l’obbligo”, ha risposto a Repubblica Giulia Grillo. La ministra ha spiegato che la nuova legge non sarà “un atto di urgenza, come quello di Lorenzin, ma una normativa-quadro basata sui dati epidemiologici del Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Usare l’obbligo è un fatto politico, non scientifico“. Discorso diverso vale oggi per il morbillo: “C’è un’epidemia in atto. E quindi sul morbillo bisogna tenere misure obbligatorie. Ma dobbiamo anche lavorare per convincere i cittadini a fare una cosa positiva per la loro salute, non imporre“. Rispetto ai bambini che rischiano di rimanere fuori da scuola, la ministra ha confermato che “i dati precisi arriveranno nei prossimi giorni dalle scuole” ma “non saranno grandi numeri“. A suo avviso “i genitori sono molto più responsabili di quanto spesso si racconta”. “Quelli che non vogliono vaccinare sono una esigua minoranza“, ha concluso Grillo.
I dati sulle coperture – La rilevazione per valutare l’impatto della legge sulle vaccinazioni obbligatorie nelle coorti di bambini nati negli anni 2015, 2014 e 2010 pubblicata sul sito del ministero della Salute certifica un aumento delle coperture che in diversi casi ha raggiunto la soglia minima per garantire l’immunità di gregge, raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità pari al 95%. Per la prima dose di vaccino contro il morbillo, sono sei le regioni che superano la soglia. Va oltre il 95% anche la copertura nazionale per i bimbi nati nel 2015 nei confronti della polio(95,46%), guadagnando un +0,85% rispetto al 31 dicembre 2017. In aumento anche le coperture nei confronti delle vaccinazioni non obbligatorie, come anti-pneumococcica e anti-meningococcica C. Il trend generale positivo è confermato anche dalle coperture vaccinali nazionali dei bambini nati nel 2014: la copertura vaccinale anti-polio passa dal 95,05% al 95,81% (+0,76%) mentre nel caso del morbillo cresce dell’1,97%.
Bolzano maglia nera – Restano però differenze, anche profonde, tra le varie regioni. Solo per fare alcuni esempi: la copertura nella coorte 2015 contro la polio è inferiore al 90% solo nella Provincia di Bolzano (89,36%), mentre nelle altre regioni si va dal 92,40% della Sicilia al 98,37% del Lazio, con 13 regioni che superano la soglia del 95%, e solo tre regioni (Friuli Venezia Giulia, Sicilia e appunto Bolzano) sotto il 93%. Un trend confermato anche dai dati raccolti dal Corriere della Sera, comunicati dalle singole Regioni, riguardo ai nati nel 2016. La copertura per il vaccino esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomelite, epatite B e influenza tipo B) rimane sotto il 95% nel 2018 solo in tre Regioni: Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta (comunque al 94,2%). I dati per Bolzano, riferiti al 2017, registrano appena un 85,87%. Coperture più basse per il vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia) ma comunque con un trend in aumento in tutte le Regioni, anche se solo tre (Veneto, Calabria e Lazio) hanno superato la soglia del 95%.
La giornata nelle scuole – Nell’ultimo giorno disponibile per presentare il certificato a scuola, numeri preoccupanti arrivano dal comune di Rimini, dove sono 23 gli iscritti non ancora in regola alle scuole di infanzia e 5 agli asili nido: 28 bambini in tutto che martedì rimarranno fuori dalle aule. Esclusa l’Emilia Romagna, con Bologna ma anche Cesena e Modena dove si parla di più di un centinaio di bambini non in regola, pochi altri casi si registrano nel resto d’Italia: a Pagani, nel Salernitano, il preside ha già allontanato tre bambini dalla scuola materna. Due famiglie – secondo il racconto del preside – sarebbero pronte alle vaccinazioni e quindi a far ritornare i propri figli a scuola il prima possibile, mentre solo una sarebbe ‘no vax‘. L’assessore regionale all’istruzione della Campania, Lucia Fortini, informa che in generale “non risultano fibrillazioni” e solo “alcuni bambini sono stati fermati, ma nella maggior parte dei casi, mi dicono che le famiglie provvederanno presto alle vaccinazioni”. A Livorno i carabinieri del Nas hanno accertato che due genitori avevano presentato alla direzione scolastica una falsa certificazione di avvenuta vaccinazione dei propri figli. Le due persone sono state deferite alla Procura poiché ritenute responsabili di falso in atto pubblico.
L’eccezione dell’Alto Adige – Domani non scatterà l’esclusione invece in Alto Adige, dove i genitori avranno tempo fino all’inizio del prossimo anno scolastico. “Abbiamo evitato l’esclusione dei bambini a metà dell’anno scolastico e faremo tutti i controlli del caso in rete con il comparto sanità. Continueremo inoltre con la campagna di sensibilizzazione in atto”, spiega Vincenzo Gullotta, sovrintendente scolastico per la Provincia di Bolzano. In Alto Adige le coperture vaccinali sono appunto tra le più basse d’Italia e che i vaccini non convincano gli altoatesini lo dimostra anche il fatto che il Consiglio provinciale di Bolzano, nel giugno 2017, ha approvato all’unanimità un voto del consigliere Andreas Pöder della destra di lingua tedesca, emendato in accordo con l’assessore provinciale alla sanità, Martha Stocker (Svp), contro le “misure coercitive per imporre le vaccinazioni” previste dal decreto Lorenzin.