Gli operai della Blutec hanno già cominciato da questa mattina a protestare davanti allo stabilimento di Termini Imerese, dopo la notizia degli arresti domiciliari per Roberto Ginatta e Cosimo di Cursi, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato, nell’ambito dell’inchiesta aperta già a ottobre scorso per far luce sull’utilizzazione del finanziamento pubblico da circa 21 milioni di fondi regionali vincolati a precisi investimenti industriali mai realizzati come aveva raccontato a gennaio ilfattoquotidiano.it. “Oggi la magistratura svela il bluff di Blutec, una soluzione che l’ex Fiat ha imposto in maniera unilaterale. Un complotto di cui i lavoratori non possono pagare il conto”, dice all’Adnkronos Roberto Mastrosimone, leader della Fiom Sicilia. Michele De Palma, segretario nazionale delle tute blu della Cgil, chiede “la convocazione urgente di un tavolo al Mise”. “Non abbandoniamo i lavoratori che sono le vittime di questa storia”, risponde il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. “Adesso bisognerà lavorare per mettere in sicurezza i lavoratori”, gli fa eco il premier Giuseppe Conte: “Il ministro Di Maio lo ha già anticipato – dice – bisogna intervenire prontamente per offrire ai lavoratori un minimo di garanzie”.
Già lunedì oltre 200 dipendenti avevano manifestato in piazza Duomo a Termini Imerese, soprattutto per far sentire il loro sostegno ai lavoratori dell’indotto ed in particolare ai 62 interinali che, da mesi, si trovano senza alcun ammortizzatore sociale. Stamattina una folla di operai sta invece via via radunandosi davanti allo stabilimento. “Siamo qui per capire cosa sta succedendo – spiega Mastrosimone – Questa società è stata portata a Termini Imerese, alla fine del 2014, da Fca, se la vertenza oggi si conclude con gli arresti dei vertici dell’azienda e la fine della produzione, allora è chiaro che la soluzione per tutelare i lavoratori va trovata insieme all’ex Fiat e ai governi nazionale e regionale. Fca non si può tirare fuori, perché quella fu una scelta unilaterale subita dagli operai”. Da tempo infatti le parti sociali sollecitano un intervento dell’ex Lingotto.
“L’arresto dei vertici di Blutec mette a rischio l’occupazione di oltre un migliaio di lavoratori complessivamente coinvolti negli stabilimenti, da Termini Imerese a quelli del Piemonte, dell’Abruzzo e della Basilicata“, sottolinea inoltre De Palma. Il responsabile automotive di Fiom-Cgil ricorda: “Era già fortissima la preoccupazione in tutti gli stabilimenti ed in particolare a Termini Imerese, visto che nell’ultimo incontro al Mise la proprietà ha presentato quello che abbiamo definito un piano industriale di “carta”. Nelle prossime decideremo con le lavoratrici e lavoratori le iniziative da intraprendere utili a salvaguardare l’occupazione”, annuncia De Palma. “È importante che il Mise, dove sono stati fatti gli accordi, riconvochi tutte le parti e lo faccia In tempi rapidi “, afferma anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
“Gli arresti del management della Blutec confermano alcune perplessità delle parti sui piani d’investimento”, commenta Di Maio. “Dobbiamo prima di tutto mettere in sicurezza” i lavoratori, aggiunge il vicepremier: “Ho già dato mandato agli uffici del Ministero di contattare l’amministratore giudiziario per salvaguardare i livelli occupazionali”. “Mandiamo un grande abbraccio ai lavoratori Blutec. Tra l’altro l’azienda ha avuto accesso a un processo di sviluppo e ora abbiamo visto gli arresti dei dirigenti, c’è la nostra totale preoccupazione per i 700 dipendenti. Devono sapere che lo Stato è dalla loro parte e non li abbandoneremo”, conclude Di Maio a margine della presentazione del progetto incentivi.gov.it.
Per il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta, l’arresto dei vertici della Blutec è un “disastro annunciato“. Però “questa ulteriore ‘involuzione’ della vertenza – aggiunge – deve preoccuparci ma non scoraggiarci. Piuttosto può essere l’occasione affinché, grazie al lavoro della magistratura, possa, finalmente, chiarirsi, una delle pagine più tristi della storia di Termini Imerese e del suo comprensorio”. “Resto fermamente convinto – conclude Giunta – che una manifestazione a Torino dinanzi la principale sede italiana di Fca sia l’unica soluzione, affinché l’azienda Torinese, possa assumersi quelle responsabilità che fino ad oggi non si è mai voluta assumere”.