Due ex agenti della polizia militare sono stati arrestati per l’omicidio di Marielle Franco, la consigliera comunale di Rio de Janeiro nera, bisessuale e femminista uccisa da due sicari insieme al suo autista il 14 marzo 2018. I due arrestati sono Ronnie Lessa, pensionato della polizia militare, indicato come l’uomo che ha aperto fuoco sull’automobile in cui viaggiava Marielle con una mitragliatrice, e Elcio Vieira de Queiroz, che sarebbe stato al volante della macchina da cui sono partiti gli spari. Lessa è stato arrestato intorno alle 4 del mattino di martedì (le 8 in Italia) nello stesso condominio del quartiere di Barra de Tijuca, nella zona Sud di Rio, dove abitava Jair Bolsonaro prima di essere eletto presidente. Secondo un comunicato della Procura di Rio l’uccisione di Marielle “è stata pianificata meticolosamente durante i tre mesi precedenti all’attentato” e risulta “incontestabile che Marielle è stata giustiziata in modo sommario a causa delle sue attività politiche“, per cui il suo omicidio costituisce “un colpo contro lo Stato democratico di diritto”.

E a un anno dal duplice omicidio una ex assistente di Marielle, che si trovava in auto con lei al momento dell’attentato, ha confessato di essere scappata all’estero per paura di finire di nuovo nel mirino dei banditi. In un’intervista concessa alla trasmissione Fantastico, andata in onda ieri sulla Tv Globo, la giornalista Fernanda Chaves ha precisato di non essere una testimone del caso, perché al momento degli spari si è nascosta tra i sedili e non ha visto niente. “In realtà ho sentito appena il suono delle armi e mi sono subito abbassata“, ha detto la donna, che ha lasciato il Brasile subito dopo l’attentato ed è rimasta tre mesi nascosta con la famiglia in Europa. “Avevo la sensazione che avrei potuto ricevere un’altra raffica in qualsiasi momento, per questo ho deciso di andarmene”, ha spiegato la ChavesMarielle Franco è diventata un simbolo della lotta femminista ed è stata ricordata anche l’8 marzo, in occasione giorno dello sciopero globale, dove in migliaia hanno sfilato anche contro il governo Bolsonaro per le sue recenti misure accusate di colpire in primis le donne. Tra le tante, il più facile accesso alle armi da fuoco: nel Paese viene uccisa una donna ogni due ore e nel 2017 i femminicidi sono stati 4.473, il 6,5% in più dal 2016.

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