Cinema

La promessa dell’alba, vitalità contagiosa per un il film buffo e un po’ screanzato ma mai banalmente agiografico

Il film di Eric Barbier, tratto dall’omonimo libro di Gary del 1960, è un giocoso, sussultorio, denso trattato sull’amore materno. Nelle sale italiane dal 14 marzo grazie ad I Wonder

di Davide Turrini

“A nessuno deve essere consentito di amare così tanto una persona”. Lo afferma la voice over del protagonista Roman Kacew, alias lo scrittore Romain Gary, quando siamo solo all’inizio del suo lungo, avventuroso viaggio autobiografico di crescita in mezzo alle guerre europee del novecento ne La promessa dell’alba (La promesse de l’aube). Il film di Eric Barbier, tratto dall’omonimo libro di Gary del 1960, è un giocoso, sussultorio, denso trattato sull’amore materno.

La “persona” amata è mamma Nina (Charlotte Gainsbourg). Esuberante, indipendente e costrittiva signora che nell’allora Vilnius polacca del 1924 inventa economicamente e con classe presente e futuro per il figlio ancora decenne in mezzo al dileggio sociale di vicini e conoscenti. Per il piccolo Romain, mamma Nina prevede e vuole a tutti i costi che si realizzi una carriera di scrittore, diplomatico e aviatore. Se occorre, per realizzare questo sogno, Nina si trasferirà in Costa Azzurra a Nizza. Aprirà un alberghetto, gestirà un piccolo patrimonio immobiliare e permetterà all’oramai adulto Romain di laurearsi a Parigi, diventare pilota d’aviazione, volare e vivere tra Africa e Inghilterra, e intanto scrivere l’atteso romanzo della vita voluto da mamma.

Buffo e un po’ screanzato, ma mai banalmente agiografico, il romanzo di formazione versione Barbier recupera questa bizzarra e divertita ambiguità del protagonista: amatore impulsivo e trasognato, sempre pronto a saltabeccare tra gonne alzate, ma anche eroico nell’evitare la morte, aiutare i più deboli, salvare dall’alto del velivolo da guerra l’Europa dal nazismo. Senza mai troppa enfasi, senza mai troppa retorica nei dialoghi e nelle situazioni, La promessa dell’alba è uno di quei film dalla vitalità contagiosa che ricorda vagamente la struttura matriarcale/culturale de Il mondo secondo Garp a cui si aggiungono il guizzo curioso e inesausto dello sguardo saettante di Pierre Niney e l’interpretazione della Gainsbourg alla Sally Field in Forrest Gump di donna tenace, dolce e grintosa. Nelle sale italiane dal 14 marzo grazie ad I Wonder.

La promessa dell’alba, vitalità contagiosa per un il film buffo e un po’ screanzato ma mai banalmente agiografico
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