Il governatore del Piemonte, come già annunciato lunedì, chiede che su "un tema così delicato" si usi "uno strumento di voto certo e trasparente". Il premier taglia corto, mentre il leader della Lega precisa: "Si potrebbe fare cambiando la Costituzione, cosa che sono disposto a fare perché adoro i referendum". Di Maio: "Basta attacchi gratuiti al M5s, si lavori". E il vicepremier risponde: "Sono d'accordo, infatti lavoro e non polemizzo"
Una consultazione popolare da tenersi in concomitanza con il voto per Europee e Regionali. Dopo l’annuncio, Sergio Chiamparino ha preso carta e penna per scrivere al ministero dell’Interno chiedendo che i cittadini piemontesi possa esprimersi sul Tav. Una lettera ‘morta’ in partenza, almeno a sentire le gelide risposte del premier Giuseppe Conte e di Matteo Salvini, anche se con sfumature (politiche) diverse e contrastanti. Le grandi tensioni degli scorsi giorni si sono trasformate in una guerra a bassa intensità, con il governatore del Piemonte che prova a far deflagrare nuovamente la ‘rogna’ dell’Alta Velocità in seno al governo. Mentre i due vicepremier si punzecchiano ancora a distanza tra richieste di abbassare i toni e inviti a lavorare.
Il governatore del Piemonte, intanto, come già annunciato lunedì, chiede che su “un tema così delicato” si usi “uno strumento di voto certo e trasparente”. E quindi in una lettera indirizzata al capo del Viminale spiega in cosa dovrebbe consistere la chiamata alle urne: “Tale consultazione – scrive Chiampaino – riguarderebbe l’impegno per la Regione Piemonte di attivarsi in tutte le sedi per la rimozione degli elementi di impropria protrazione delle attività di realizzazione dell’opera e degli effetti negativi immediati sia sul territorio, per la mancata attivazione dei cantieri di lavori, sia prospettici, conseguenti all’isolamento del territorio dai grandi collegamenti di trasporto europei”.
La richiesta ottiene due no, con sfumature diverse, da Conte e Salvini. “Chiamparino non mi ha mai chiamato e il referendum sul Tav non è previsto. Non ci sono gli strumenti giuridici, se qualcuno li dovesse introdurre ben venga ma non è all’ordine del giorno”, dice il premier. Mentre il ministro dell’Interno sarebbe anche favorevole: “Magari”, risponde a chi gli chiede della lettera arrivata dal governatore del Piemonte. “Ma Chiamparino ignora – precisa – Non si può, non si può perché manca la legge della Regione Piemonte. E si potrebbe fare cambiando la Costituzione, cosa che sono dispostissimo a fare perché io i referendum li adoro”.
Ma Chiamparino, nella richiesta al ministro dell’Interno, ha precisato che si tratta di una consultazione popolare e un referendum, sottolineando che il primo è previsto dallo statuto della Regione Piemonte e permette di interrogare settori della popolazione regionale su singoli temi. La consultazione popolare è prevista dall’articolo 86 della carta statutaria approvata nel marzo 2005. “La Regione – si legge – può deliberare la consultazione di particolari categorie o settori della popolazione su provvedimenti di loro interesse”, Il comma 2 dell’articolo aggiunge che “la consultazione può essere indetta anche per categorie di giovani non ancora elettori, purché abbiano compiuto i sedici anni”. In questo caso, però, il voto è riservato solo all’elettorato attivo.
Mentre Luigi Di Maio e il vicepremier leghista continuano nel botta e risposta dopo le tensioni legate alla Torino-Lione e alla partenza dei cantieri delle grandi opere. “Salvini dice che noi non vogliamo le opere? Non è vero ma non voglio commentare, siamo alleati di governo ed entrambi vogliamo che il governo vada avanti. E andrà avanti. Quello che chiedo è basta attacchi, basta attacchi gratuiti al M5S, pensiamo a lavorare” per il Paese. “Sono d’accordo con lui, infatti passo le mie giornate lavorando e non polemizzando”, risponde secco da Mattera il leader della Lega.