"Ogni volta che viene pronunciato il suo nome (quello del manager, ndr) è una pugnalata al cuore. Il trauma emotivo, posso dire ora a cinque o sei anni di distanza, è stato più forte di quello economico e finanziario", ha detto Guzzanti al Tribunale di Roma
“Per un lungo periodo ho avuto difficoltà a dormire per gli incubi e gli scoppi di pianto nel sonno. Questa cosa mi imbarazza ma per fortuna, grazie alla mia compagna che mi è rimasta sempre vicina a farmi coraggio, con molta lentezza ho ripreso a vivere. Ero in difficoltà anche a fare la spesa“. A raccontarlo in un aula del Tribunale di Roma è Corrado Guzzanti, che ha rivelato di esser stato raggirato e frodato da quello che non era solo il suo manager ma anche un suo amico. Una truffa andata avanti per dieci anni, che l’ha ridotto sul lastrico con quasi un milione di euro di debiti con il fisco e l’avviso di pignoramento della casa, come riportano il Corriere della Sera e Il Messaggero.
“Ogni volta che viene pronunciato il suo nome (quello del manager, ndr) è una pugnalata al cuore. Il trauma emotivo, posso dire ora a cinque o sei anni di distanza, è stato più forte di quello economico e finanziario”, ha detto Guzzanti al processo che vede imputati il suo manager, Terenzio Valerio Trigona, assieme ad un dipendente, Cesare Vecchio. “Il nostro rapporto professionale inizia nel 1994 e dura 19 anni, fino al 2013”, ha raccontato l’attore romano iniziando una lunga deposizione che durerà oltre tre ore. “Con Trigona – si legge nella denuncia dell’attore – era nata una collaborazione professionale che ben presto era diventata anche una intensa amicizia contraddistinta, ritenevo purtroppo a torto, da un rapporto di reciproca fiducia. E invece hanno svuotato sistematicamente i miei conti bancari con la incredibile accondiscendenza degli operatori di sportello“. Il sodalizio si è interrotto così sei anni fa “dopo avermi causato un danno da quasi un milione di euro e con la mia abitazione pignorata dalla banca”.
“Ho scoperto di essere talmente rovinato che 500 euro mi avrebbero fatto comodo“, ha spiegato ancora Guzzanti ricordando quel periodo. Dopo 30 anni di carriera l’attore, infatti, ha dovuto riprendere a “lavorare come un matto per salvare la casa”, andando avanti “a scatolette di tonno”, come lui stesso ha ammesso. “Nel 2014 me la sono cavata con due o tre lavori che mi hanno permesso di guadagnare abbastanza per pagare le tasse e la casa e sono stati come una specie di terapia per ripartire. Poi nel 2015 è arrivato un nuovo progetto”.
L’attore romano conobbe quello che diventò prima suo manager, poi suo socio e amico, nel 1994 e a lui decise di affidare la gestione di una parte dei suoi guadagni per investirli intitoli tedeschi. Trigona venne delegato di operare sui conti dell’attore e di occuparsi del pagamento delle relative imposte, ma i bund tedeschi che diceva di acquistare in realtà non esistevano e così Guzzanti si è trovato ad affrontare un debito di 900mila euro con il fisco.