La risoluzione presentata da Borghezio prende i voti di tutti gli italiani, da Forza Italia fino a M5s e Pd. La spiegazione del gruppo Gue/Ngl: "Noi votiamo sempre contro i testi della destra per policy". In realtà la giornalista e scrittrice Barbara Spinelli (insieme ad altri 6) si astiene
L’eurodeputata del gruppo della sinistra Gue/Ngl Eleonora Forenza, già candidata alla presidenza del Parlamento Europeo, ha votato contro l’emendamento sulla situazione in Nicaragua proposto dall’eurodeputato Mario Borghezio, in cui si chiede al Paese centroamericano di estradare in Italia l’ex brigatista rosso Alessio Casimirri, condannato a sei ergastoli e da tempo latitante in Nicaragua. E’ quanto emerge dal processo verbale. Anche altri eurodeputati del gruppo Gue/Ngl hanno votato contro, come è costume per gli emendamenti presentati dall’estrema destra dell’Enf, ma Barbara Spinelli, anche lei del gruppo, si è astenuta. L’emendamento su Casimirri è stato approvato con 219 voti a favore, 108 contrari e 33 astenuti. Votare “contro gli emendamenti” del gruppo di estrema destra Enf “è la policy del gruppo Gue/Ngl” spiegano fonti vicine alla Forenze all’AdnKronos.
Tutti gli altri eurodeputati hanno votato compatti a favore dell’emendamento della Lega. Oltre a Forza Italia e Fratelli d’Italia, anche il M5s e il Pd. A non votare a favore dell’estradizione, tra gli europarlamentari italiani, soltanto la Forenza (che ha votato contro) e Barbara Spinelli (che si è astenuta, insieme ad altri 6 eurodeputati), entrambe della Sinistra Unitaria Europea, oltre all’ex cinquestelle Giulia Moi (astenuta). L’emendamento è stato poi appoggiato dal Ppe, dai Conservatori Ecr e dalla stragrande maggioranza dei socialisti S&D. Contrari i Verdi, la stragrande maggioranza della sinistra Gue e i liberali dell’Alde.
“Dopo 40 anni era ora che qualcosa si muovesse – commenta Sandro Leonardi, figlio di Oreste, caposcorta di Aldo Moro – Mi auguro che sia un segnale di volontà per il riavvio delle indagini che dalle notizie in mio possesso sono ferme alle procure e spero che l’estradizione sia portata a termine, come avvenuto con Battisti”. Secondo Leonardi, “il rientro in Italia di Casimirri potrebbe essere lo spunto per aggiungere carne al fuoco, visto che ancora ce ne è tanta. Parliamo di un uomo che è stato 40 anni sotto copertura senza esser toccato da nessuno; di un personaggio che nasconde verità indicibili, non venute fuori. Ben altro da ciò che ci hanno raccontato i brigatisti su un evento che ha cambiato la storia del nostro Paese”.
Alessio Casimirri, romano, ha 68 anni. Entrò a far parte delle Brigate Rosse nel 1977, dove prende il nome di battaglia di “Camillo“. E’ in Nicaragua dal 1982, dopo essere scappato dall’Italia. Dal 1985 è formalmente latitante dopo essere stato condannato all’ergastolo per la strage di via Fani, dove fu sequestrato l’ex presidente del Consiglio e presidente della Dc Aldo Moro e dove morirono i carabinieri di scorta Domenico Ricci e Oreste Leonardi e i poliziotti Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Nell’agguato di via Fani Casimirri ebbe un ruolo di copertura insieme ad Alvaro Lojacono “Otello”, bloccando da dietro con una 128 bianca le due auto di Moro e della scorta. Casimirri partecipò anche all’omicidio del 10 ottobre 1978 a Roma del giudice Girolamo Tartaglione. Due mesi dopo era presente nel nucleo di fuoco che attaccò la scorta di Giovanni Galloni e ferì due agenti di polizia.
In Nicaragua Casimirri arrivò con l’allora moglie Rita Algranati, anche lei brigatista e latitante e partecipò alla lotta dei sandinisti contro i gruppi armati controrivoluzionari dei Contras. Mentre la Algranati ha poi proseguito la sua latitanza in Africa (con un altro brigatista, Maurizio Falessi), Casimirri si è risposato con una nicaraguense che gli ha dato due figli e ha aperto due ristoranti a Managua: Magica Roma e La cueva del Buzo (La grotta del sub). Con il matrimonio Casimirri è diventato cittadino del Nicaragua e questo, insieme ai rapporti stretti con politici e militari del Paese, ha impedito finora l’estradizione. A rendere più difficile la procedura anche la mancanza di richieste da parte dell’Italia, documentata dalla commissione Moro.
A commentare il voto, tra gli altri, anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho: “Mi sembra un atto molto forte, credo che sia una delle primissime occasioni nelle quali si riesce a convergere su un’esigenza di giustizia e quindi di esecuzione della pena per coloro che sono stati autori di atti terroristici di estrema gravità. Quindi è la dimostrazione di un’Europa unita che condivide esattamente i valori degli Stati che ne fanno parte”.
Nella risoluzione non vincolante approvata dall’Eurocamera si chiede l’estradizione immediata in Italia di Casimirri, ex brigatista condannato in via definitiva a sei ergastoli per il sequestro di Aldo Moro e “protetto dal governo nicaraguense”. Nella risoluzione, il Parlamento europeo prende atto della grave situazione in cui è piombato il Nicaragua dopo i tumulti che hanno avuto luogo nell’aprile e nel maggio 2018 e chiede alle autorità locali la definizione di una chiara tabella di marcia per elezioni libere, eque e trasparenti da organizzare nel prossimo futuro.
Il servizio stampa dell’Eurocamera ricorda che, proprio lo scorso gennaio, una delegazione di 11 deputati europei si era recata in Nicaragua per valutare con i propri occhi la situazione sul campo, constatando la grave violazione dello Stato di diritto. Dopo la visita della delegazione, dichiarano i deputati, la repressione nel Paese si è ulteriormente intensificata, registrando un aumento delle violazioni nei confronti dell’opposizione e delle limitazioni imposte alle libertà fondamentali. Le organizzazioni internazionali sono state allontanate dal Paese e molti universitari, quasi 200, sono stati espulsi dalle università. Anche il diritto all’informazione risulta seriamente minacciato. I giornalisti sono stati detenuti, esiliati o minacciati, mentre alcuni media sono stati chiusi. La mera pubblicazione di giornali risulta in pericolo, vista la mancanza di carta e inchiostro, posti sotto sequestro dal governo nicaraguense, sottolineano i deputati.