Nel mondo delle particelle l’impossibile diventa probabile. Come attraversare la materia senza quasi accorgersene, o trovarsi in due posti simultaneamente. O persino viaggiare indietro nel tempo. È su quest’ultimo aspetto che si è concentrato, in particolare, un gruppo di scienziati del Moscow Institute of Physics, coordinato da Gordey Lesowik. Studiando come migliorare le prestazioni dei computer del futuro, i cosiddetti pc quantistici, che sfruttano proprio le potenzialità del bizzarro mondo delle particelle per aumentare la capacità di calcolo, i fisici russi hanno, infatti, “creato artificialmente uno stato che evolve in una direzione opposta alla freccia del tempo”. Come spiegano in uno studio pubblicato su Scientific Reports, eloquente sin dal suo titolo: “Ribaltare la freccia del tempo su un computer quantistico Ibm”.
Grazie a uno speciale programma, sottolineano gli autori della ricerca, un prototipo di computer quantistico dell’Ibm ha, infatti, riavvolto il nastro del tempo di una frazione di secondo. “Attenzione, però, a parlare di macchina del tempo”, precisa a IlFattoqiotidiano.it Augusto Smerzi, direttore di ricerca dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ino). Per l’esperto, infatti, “il pc quantistico non è una macchina del tempo. In questo esperimento non è stata violata alcuna legge fisica, perché – chiarisce Smerzi – l’inversione della freccia del tempo è avvenuta solo a livello locale. Globalmente, però, non è c’è stato alcun viaggio nel tempo”, ha precisato lo studioso del Cnr. L’universo ha, quindi, continuato a scorrere nella sua direzione abituale.
Nel mondo della meccanica quantistica, che pullula di uno zoo di inquiete particelle, del resto, la freccia del tempo può essere scoccata anche in direzione opposta a quella consueta. E così l’acqua di una cascata può in teoria risalire lungo un dirupo fino al suo bacino, o i pezzi di un bicchiere frantumato a terra tornare a ricomporsi su un tavolo. Affermazioni che possono cozzare col nostro comune sentire, ma che nel suggestivo mondo dei quanti non turbano più di tanto. “Non sono affatto sconvolgenti, ma rappresentano piuttosto la norma. Per le particelle, infatti, andare indietro o avanti nel tempo è indifferente”, spiega a IlFattoquotidiano.it il fisico Salvatore Capozziello, che insegna cosmologia e Relatività generale all’Università Federico II di Napoli ed è associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
È la bizzarria dell’universo dell’infinitamente piccolo, le cui implicazioni, però, possono diventare infinitamente grandi, come ripeteva uno dei padri della meccanica quantistica, il fisico tedesco premio Nobel Max Planck. Ma cosa hanno fatto in concreto i ricercatori russi? Per Capozziello, che conosce i colleghi di Mosca, “la novità è stata creare una sequenza di unità di base dell’informazione quantistica, i cosiddetti qubit, (gli analoghi dei bit dei computer tradizionali, ndr) che può essere ricondotta all’origine”, spiega lo scienziato partenopeo. “Come se questi qubit avessero portato un’informazione indietro nel tempo. E questo aspetto – aggiunge il fisico – più che turbare il nostro senso comune, qualora fosse riproducibile, e i colleghi russi dicono che lo è, potrebbe diventare l’incubo di tutti gli hacker. Già, perché con i futuri pc quantistici – chiarisce Capozziello – sarà possibile ricostruire il passato di un’informazione, fino a risalire al luogo da cui è stata emessa. Con la possibilità di stanare, così, chi l’ha generata, senza che possa nascondersi nei meandri del web profondo. Un traguardo – conclude lo studioso – che migliorerà notevolmente la sicurezza delle trasmissioni del futuro, grazie proprio alle curiose proprietà delle particelle, sfruttate dalla cosiddetta crittografia quantistica”.
Lo studio sulla freccia del tempo
Foto: E. Edwards/Joint Quantum Institute