di Luca Jahier *
A qualche ora dalla mobilizzazione mondiale dei giovani che aderiranno al Global Strike for Future è necessario sostenere il loro appello e puntare in maniera risoluta su un’Europa sostenibile.
In un mondo in profonda trasformazione tecnologica, economica, geopolitica e demografica, ci troviamo a dover affrontare cinque grandi crisi: climatica; sociale – caratterizzata da disuguaglianze crescenti e dall’invecchiamento della popolazione; economica e di competitività; democratica con l’ascesa dei nazionalismi e la messa in discussione dei valori fondamentali. E, soprattutto, una crisi dell’Europa le cui fondamenta vengono oggi messe in discussione.
Davanti a queste trasformazioni, abbiamo bisogno di un vero e proprio nuovo rinascimento europeo, una rEUnaissance, di un’idea nuova di Europa che risponda alle principali preoccupazioni dei nostri cittadini: la minaccia del terrorismo, la cattiva gestione dell’immigrazione, lo sconvolgimento del mondo del lavoro, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, le minacce alla pace.
Abbiamo bisogno di un’autentica strategia di sviluppo sostenibile a livello europeo, basata sull’accordo concluso dalle Nazioni Unite nel 2015. L’unica strada percorribile per l’Europa è quella della sostenibilità sociale, economica ed ambientale: ne deve diventare il principale progetto per il prossimo decennio.
Non c’è alternativa. Abbiamo bisogno di azioni forti per il clima e destinare il 40% del bilancio dell’Ue alla lotta contro i cambiamenti climatici. Dobbiamo rendere disponibili risorse finanziarie adeguate per promuovere le energie rinnovabili, la produzione decentrata e l’autoproduzione di tali energie, al fine di ridurre le bollette e creare nuove opportunità commerciali e nuovi posti di lavoro.
Ecco perché il messaggio di Greta è importante. A soli 16 anni è riuscita a dirci con la freschezza di un’adolescente e la maturità di un’adulta che ci vuole coraggio e determinazione per adottare le politiche che ci permetteranno di evitare il punto di non ritorno, annunciato dagli scienziati di tutto il mondo.
Ma il mio impegno nelle istituzioni non si ferma al clima. Bisogna combattere contro tutte le forme di lavoro precario e contro l’aumento delle disuguaglianze salariali, sociali e territoriali, facendo della questione del “potere di vivere” una delle priorità dell’Ue. Questo “potere di vivere” comprenderà non soltanto il potere d’acquisto, ma anche la non discriminazione, la parità di genere e il riconoscimento della dignità di ogni singolo cittadino.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione fiscale che ponga fine a inaccettabili esenzioni, che eviti distorsioni del mercato per le imprese, a cominciare dalle PMI, e che ci consenta di orientarci verso un vero modello di sviluppo sostenibile.
Abbiamo bisogno di un solido progetto industriale europeo per ripristinare la competitività dell’Europa. Le nuove opportunità commerciali offerte dall’agenda per lo sviluppo sostenibile permetteranno alle imprese di competere con quelle americane e cinesi: la catena di approvvigionamento delle batterie, le energie rinnovabili e le auto elettriche sono esempi sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo bisogno di definire una strategia ambiziosa in materia di economia circolare, per favorire la produzione e il consumo sostenibili e ridefinire il nostro comportamento di consumatori responsabili.
Abbiamo bisogno di rivedere la nostra politica agricola conformemente al nostro obiettivo in materia di clima e di gestione sostenibile delle zone rurali.
Abbiamo bisogno infine di ripensare e rafforzare l’impegno civico, basandoci sulle nuove tecnologie ma andando ben oltre le consultazioni online. Questo impegno civico, dal quale nascono idee, concetti e soluzioni per il futuro, deve essere strutturato, organizzato, costante e coinvolgere tutti i livelli del processo decisionale; deve inoltre essere in grado di coinvolgere realmente tutti gli organismi intermedi e le autorità locali.
Greta fa scuola in questo. Greta dà speranza ed esalta, ulteriormente, il nostro impegno!
In quanto Presidente del CESE, per me è evidente che il nostro impegno, in vista delle imminenti elezioni europee, deve saldare i temi vincenti dello sviluppo sostenibile, dell’impegno delle giovani generazioni e della mobilizzazione della società civile europea!
* Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo