Crollati gli sbarchi, le richieste d’asilo e quelle per avere un permesso umanitario. E’ sempre più difficile utilizzare il termine “emergenza” per parlare del fenomeno della migrazione in Italia. Gli ultimi dati mensili di Frontex dicono che nel Mediterraneo Centrale, la rotta che porta dalle coste nordafricane a quelle italiane, in febbraio sono stati rilevati 60 migranti, il 70% in meno rispetto a gennaio. E’ la cifra mensile più bassa da nove anni a questa parte, fa sapere l’Agenzia europea che gestisce le frontiere esterne.
In conseguenza della riduzione dei flussi provenienti dal Nord Africa, l’Italia è il Paese Ue che ha registrato il calo maggiore di domande di asilo nel 2018, pari a -61% rispetto al 2017, secondo l’Eurostat. Nell’Ue le richieste d’asilo sono scese dell’11%. La Germania, che pure ha visto un calo del 18%, resta il primo Paese Ue per domande presentate con il 28%. Seconda è la Francia con il 19%, terza la Grecia con l’11%, quarta la Spagna con 9%, e quinta l’Italia con l’8%, a cui segue la Gran Bretagna con il 6%. Siriani (14%), afghani e iracheni (7%) sono le prime nazionalità dei richiedenti asilo.
Sono state nel complesso 580.800 le domande di asilo fatto in Ue nel 2018, in calo dell’11% dalle 654.600 del 2017, e pari a meno della metà del picco di 1.256.600 registrato nel 2015 in piena crisi dei migranti. Il livello di richieste di protezione internazionale è quindi pari ai livelli pre-crisi del 2014, sottolinea Eurostat.
L’Italia ha ricevuto 49.200 domande, pari all’8% del totale, contro le 161.900 della Germania (28%), le 110.500 della Francia (19%) e le 52.700 della Spagna (9%). L’Italia ha quindi registrato il calo più significativo di tutti i 28, con 77.400 richieste in meno rispetto al 2017 (-61%), seguita da Austria (-49%, 11.100 in meno), Svezia (-19%, 4.100 in meno) e Germania (-18%, 36.400 in meno). Chi ha visto invece schizzare le domande d’asilo rispetto all’anno precedente sono stati Cipro (+70%) e la Spagna (+60%), poi il Belgio (+29%), l’Olanda (+27%), la Francia (+20%) e la Grecia (+14%).
I Paesi che invece, in base alla loro popolazione, hanno ricevuto proporzionalmente più domande sono Cipro (record con 8.805 domande per milione di abitanti), Grecia, Malta e Lussemburgo, mentre quelli che ne hanno ricevute di meno sono Slovacchia (28 per milione di abitanti), Polonia, Ungheria, Estonia e Lettonia. L’Italia è tredicesima tra i Paesi Ue (813 domande di asilo per milione di abitanti), la Germania ne ha 1.954, la Francia 1.644 e la Spagna 1.130.
L’Italia è, infine, il secondo Paese Ue per domande d’asilo pendenti alla fine del 2018 (103.000, pari al 12% del totale Ue), preceduta di gran lunga dalla Germania (384.800, pari al 44%) e seguita dalla Spagna (78.700, 9%) e Grecia (76.300, 9%). In Italia i richiedenti asilo nel 2018 provengono principalmente dal Pakistan (7.315 domande sulle 49.165 complessive, pari al 15%), Nigeria (5.140, 10%) e Bangladesh (4.160, 8%).
Secondo i dati aggiornati del Viminale, inoltre, sono crollati i permessi umanitari e aumentano i dinieghi delle domande d’asilo: in un anno i primi sono passati dal 27% del totale al 2% mentre i no alle richieste dei migranti sono saliti dal 56% al 77%. Dall’inizio dell’anno all’8 marzo sono state presentate 7.189 domande di asilo; 16.311 sono invece le decisioni adottate e 76.779 le domande pendenti, il 43,27% in meno rispetto al 1 giugno (erano 135.337) quando, sottolineano fonti del Viminale, si è insediato il nuovo governo. Delle oltre 16mila decisioni adottate nel 2019 – tolti i dinieghi e il 2% che riguarda la protezione umanitaria, nel 10% dei casi è stato concesso lo status di rifugiato (nel 2018 era il 7%) e nel 6% la protezione sussidiaria (l’anno scorso era il 5%).