Prima ha strangolato la moglie, poi ha incastrato un coltello nel braccio della donna e si è buttato sull’arma, lasciandosi trafiggere dalla lama. Li hanno trovati l’uno sull’altra, morti, distesi sul letto della camera in cui da bambini dormivano i loro figli. Omicidio-suicidio, secondo la ricostruzione degli investigatori. Lui, Gino Damiano, idraulico di Castelvetrano, in provincia di Trapani, secondo quanto ricostruito nella prima fase delle indagini, avrebbe prima ucciso la moglie, Rosalia Lagumina di 12 anni più giovane, e poi si sarebbe tolto la vita.
A trovarli, venerdì mattina, sono stati i vigili del fuoco, entrati nell’appartamento dopo una segnalazione dei carabinieri. Damiani non era andato al lavoro e il suo socio, preoccupato, aveva preso a chiamarlo al cellulare. Non ricevendo risposta, ha chiamato i soccorsi che hanno trovato nel piazzale della casa le auto dei due coniugi parcheggiate.
Temendo che fosse accaduto qualcosa, visto che la coppia non apriva la porta, hanno avvertito i pompieri. Damiani e la moglie erano morti da due ore. Sull’ultimo femminicidio indaga ora la procura di Trapani, che sta raccogliendo le testimonianze dei familiari e dei vicini. I due avevano due figli, una ragazza di 23 anni e un ragazzo di 25 anni. I parenti riferiscono che la donna aveva deciso di lasciare il marito: i due vivevano da separati in casa.
Secondo la ricostruzione degli investigatori Damiani, dopo avere strangolato la moglie, l’idraulico sarebbe andato a lavarsi le mani in bagno: nel lavabo, nel bidet e su una porta sono state trovate tracce di sangue. Poi avrebbe preso un coltello con una lama molto lunga, l’avrebbe incastrato nel braccio della moglie già morta e si sarebbe lasciato trafiggere gettandosi sulla lama, morendo a sua volta.