SOFIA di Meryem Benm’Barek. Con Maha Alemi, Sarah Perles, Lubna Azabal, Faouzi Bensaïdi, Nadia Niazi, Hamza Khafif. Francia/Qatar/Belgio/Marocco 2018. Durata: 85’. Voto: 4/5 (AMP)
Fuorilegge perché partorisce fuori dal matrimonio, la ventenne Sofia diventa vittima di un sistema ingiusto ma imprescindibile per lei e per la sua famiglia. Perché così è nel Marocco contemporaneo e loro ne sono cittadini, residenti nel cuore di una Casablanca emblematica e sintomatica delle contraddizioni del Paese. Opera prima pluripremiata della marocchina Meryem Benm’Barek, Sofia presenta un cinema di rigore perfettamente coerente alla denuncia socio-politica che intende mettere in campo; maestri, in tal senso, sono i fratelli Dardenne (la regista si è formata in Belgio) ma anche per sua dichiarazione Farhadi, Mungiu e Bilge Ceylan. Non c’è volontà esplicita di giudizio, infatti non siamo nel cinema militante, ma certamente di accompagnamento di personaggi – tutti ben scritti, tridimensionali – dentro a una situazione che di per sé è ingiusta. Basti pensare che le statistiche riportano una media di 150 donne che partoriscono fuori dal matrimonio in Marocco e per questo sono punite con il carcere e altre vessazioni. Se il tema è il caldo traino del senso di Sofia, non di meno è la sua forma che esalta lo sguardo dei primi piani e gli eloquenti silenzi di fronte a evidenti ipocrisie nel caos dei “contesti”: come reagire, cosa dire o fare se non accettare irridendo o ingannando a sua volta qualcun altro (nel caso del film il designato sposo innocente Omar) nella comune e drammatica condizione di vittima sacrificale? Potente romanzo di (in)formazione su cui riflettere.