Oggi ci sarà lo sciopero mondiale degli studenti. Un fatto mai accaduto. E tutto è partito da una ragazzina che ha appena compiuto i 16 anni e ha il viso di una bambolina molto più giovane, con le treccine. Una tipetta strana che un venerdì decide di non andare a scuola e va di fronte al Parlamento svedese, si siede per terra con il suo zaino e i libri di testo, e una stuoia da ginnastica sotto il sedere. Ha anche un cartello: “Sciopero scolastico per il clima” senza punto esclamativo.

È agosto e in Svezia si avvicina la data delle elezioni di settembre.

E lei inizia a scioperare tutti i venerdì piantonando il Parlamento, e spiegando a chi ha voglia di ascoltarla perché non si può più rimandare un’azione drastica per evitare che l’umanità venga cancellata da questo pianeta meraviglioso. Lei parla così:

Dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa, invece rubate il loro futuro proprio davanti ai loro occhi […] Sono le sofferenze dei molti che pagano per i lussi dei pochi. Nel 2078 celebrerò il mio 75esimo compleanno. Se avrò figli, forse passeranno quel giorno con me. Forse mi chiederanno di voi. Forse chiederanno perché non avete fatto niente quando c’era ancora il tempo per agire”.

La ragazzina parla un linguaggio semplice ma riesce ad essere chiara ed estremamente incisiva.

Che possibilità aveva di concludere qualche cosa? NESSUNA! Assolutamente nessuna. Qualunque politico, qualunque sociologo non avrebbe potuto prevedere quello che è successo. Come non lo avevano capito i suoi compagni di classe che lei, all’inizio, aveva cercato di coinvolgere nella protesta e che le avevano risposto: “Non concluderai nulla!”.

Invece è successo un fatto molto strano, una ragazzina belga ha saputo dalla rete di questa protesta solitaria e ha deciso di fare la stessa cosa, qualche sua amica ha aderito. Una manciata di ragazzine di fronte al parlamento del Belgio. Un altro fatto insignificante. Ma poi qualcun altro ha fatto lo stesso in Olanda, Francia, Germania. Sempre pochissimi.

Poi la protesta è esplosa. Incontrollabile, in decine di nazioni.

Ma attenzione, ha seguito vie diverse da quelle ormai consuete dei social network. Oggi, dopo essere diventata una delle ragazze più famose del mondo, dopo aver parlato a Davos, dopo che è stata proposta per il Nobel per la Pace, Greta Thunberg ha meno di 400mila seguaci su FB e meno di ventimila su Twitter.

Questa storia non sarebbe certamente potuta succedere senza Internet ma ha viaggiato per canali diversi da quelli usati da Trump e dagli influencer… Chissà come. Forse su WhatsApp o quei social giovanili dove i post evaporano automaticamente entro un’ora… Un altro mondo. Comunque l’aspetto interessante è che inizialmente la protesta ha coinvolto pochi studenti, si è diffusa tra una schiera limitata che ha iniziato a darsi da fare. Piccoli scioperi, ripetuti una volta alla settimana. Poi c’è stata una seconda fase di esplosione e i protestatari sono diventati migliaia e i media hanno scoperto che stava succedendo qualche cosa. Poi si è arrivati alla terza fase: lo sciopero mondiale. Ma ancora oggi i giovani che nel mondo stanno aderendo allo sciopero settimanale sono poco più di 20mila, (si stima) niente rispetto ai milioni che probabilmente scenderanno in piazza. Trovo affascinante questa dinamica, questi si che sono influencer!

E trovo grandioso che mentre troppi si stavano piangendo addosso per il trionfo del cattivismo e del disimpegno sociale ci sia dato di essere ancora una volta stupiti dalla storia e dall’inesauribile voglia di ribellione che continua a rigenerarsi e reinventarsi.

L’altro aspetto meraviglioso è che molti dei contestatori sono bambini, alcuni dei quali si dedicano a scrivere una propria, individuale, lettera al potente di turno, e poi la pubblicano sul Web.

Stupisce la lucidità, l’ovvietà delle loro parole, che proprio perché sono elementari arrivano nella mia mente con forza, mi emozionano.

Sì, perché la battaglia per l’ambiente è facile da capire. Abbiamo 80mila morti premature all’anno in Italia per l’inquinamento. 9 milioni nel mondo. Abbiamo nuove tecnologie ormai efficienti per poter tagliare i consumi e sostituire con le fonti rinnovabili carbone e petrolio. Il costo dell’elettricità da vento e sole, in molte aste internazionali, è oggi al di sotto di quello del carbone. Oggi non inquinare CONVIENE, anche economicamente. Di contro l’aumento di episodi climatici estremi sta facendo danni economici e sociali immensi.

Inoltre trasportare le merci via fiume o mare, e utilizzare i nuovi vagoni ferroviari che permettono di caricare e scaricare container quasi ovunque, taglierebbero enormemente i costi dei sistemi distributivi, facendo diminuire i prezzi dei prodotti oltre a ridurre l’inquinamento e l’effetto serra.

Insomma, i signori del mondo dovranno ben rendersene conto che per 40 anni sono stati sordi o inconcludenti e si sono nascosti dietro alle promesse… Ma ormai i bambini hanno mangiato la foglia e prima o poi anche gli adulti lo capiranno.

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