Attenzione: spoiler senza freni inibitori, che solo Recalcati potrebbe spiegare
Attenzione: per questo articolo è stato utilizzato 58 volte Google per ricordarsi come si scrive pasticciere, pasticcere, pasticc… insomma, come diavolo si scrive
Si alza la cloche dell’Invention test e sotto spunta una testa parlante. Sembra la chiorba di Art attack ma è molto peggio. E’ la cosa più orribile che i cuochi si trovano davanti, il Mostro per eccellenza, quello che non perde mai, che al videogame in sala-giochi fa perdere l’ultimo gettone dopo che hai superato 149 livelli, sconfitto dragoni, tagliato teste, annichilito grifoni, fatto beffe di macisti, riso in faccia a ragni coi denti a sciabola. Iginio Massari: basta una sillaba della sua voce, un capello bianco panna dei suoi per far sprofondare la classe rimasta in nove nell’angoscia più profonda. La prova è fare torte da cerimonia: una francese (più facile, meno piani da fare), una americana (naturalmente un ecomostro, piani da 10 centimetri l’uno) e una italiana (una via di mezzo ma sempre sul kitsch andante). Per dire: si vede giustamente già in un romanzo di Edgar Allan Poe, Giuseppe il venditore ambulante, che tra questi 9 rimasti in gara suscita un po’ la stessa domanda di quando ci si ricorda dell’esistenza del ministro Fontana: ma che cacchio ci sta a fare? Sembra di riconoscere in sottofondo la colonna sonora di Psycho, mentre Massari aiuta la vincitrice della Mistery, Valeria la segretaria siciliana. Poiché la pasticceria è tutta questione di matematica e chimica, Valeriona fa i calcoli e va in trance tipo Nash, apparentemente avviata alla catastrofe nucleare. A un certo punto, in questo ripasso (i due terzi di 240 grammi di zucchero, ma l’uovo pesa 57 grammi con 7 di guscio, ma dai facciamo alla romana che fa lo stesso, no non voglio debiti) Massari le picchietta in fronte come Giucas Casella.
☎ Lo reclamavate a gran voce
? Il suo nome è sinonimo del terrore più dolce che ci sia
? SIGNORE E SIGNORI, IL MAESTRO @IGINIOMASSARI È TORNATO!#MasterChefIt pic.twitter.com/DSCRszvGah— MasterChef Italia (@MasterChef_it) 14 marzo 2019
Livello di confusione: @IginioMassari che spiega cose a #Valeria ??♀️⁉?#MasterChefIt pic.twitter.com/rLlAnnjb0V
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Ma la risata diabolica @IginioMassari quando comincia a divertirsi con gli aspiranti chef? ??#MasterChefIt @GLocaOfficial pic.twitter.com/GIruAceebC
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Ma Massari non è solo un dittatore sanguinario. Così come Stalin si faceva ritrarre, docile, con i bambini in braccio (subito prima di farli in salmì, è evidente), anche il masterpasticciere ha le sue parentesi rosa tra le parole “ti” e “umilio”. Così Gloria si dimentica il burro e Gilberto lo zucchero – non benissimo quando devi fare una torta nuziale – e il maestro Iginio concede 10 secondi per fare la spesa integrativa. “Dovremo trovare un pasticcere più severo” commenta Bastianich forse pensando a Mugabe che nel frattempo si è liberato e del resto, penserà probabilmente Tajani, ha fatto anche cose buone tipo – che so – un minestrone di campagna che levati.
Il bicchiere d’acqua di @AntoninoChef is the new manovra di Heimlich. ??@IginioMassari #MasterChefIt pic.twitter.com/vw4HRhrByg
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Nelle tre ore di prova Massari in realtà gira tra i banchi di lavoro per dire che tutto fa schifo con il sorriso docile di Jack Nicholson all’Overlook Hotel e c’è tempo per vedere la glaciale friulana Gloria versare qualche lacrima perché si è stracciata la crema pasticcera. E invece Gloria farà una delle torte migliori e se la caveranno i più insospettabili. I peggiori, disastrosi, al limite della denuncia per molestie (tempesta emotiva? Vento forte di stress? Perturbazioni di umore?), sono infatti i campionissimi: Federico il pescatore veneto, Salvatore il capitano siciliano e Gilberto lo studente di legge che per modestia compete con Mourinho. Federico, dice Massari, ha fatto una torta americana che “sembra carta smeriglio, un risultato penoso” e Bastianich gli consiglia di usarla come spugna per lavare la barca. Gilberto ha fatto una crema pasticcera che – sempre Massari – “fa pena” in un dolce che a vederlo “mi stanco prima di assaggiare”. Salvatore ha fissato un nuovo punto di riferimento di bruttezza. Ma le torte mostruose sono soprattutto quelle di Gilberto e Salvatore: bucate, rattoppate, stoppose. In più Salvatore ha dato un “look volgare”: come sceglie le parole Locatelli, nessuno. Ed è quindi il capitano di navi, con lo scoramento delle telespettatrici di MasterChef 8, a tornare in plancia, cioè da dov’era venuto. E’ il segnale che da qui in avanti cominceranno a rotolare le teste, anche quelle coronate anzitempo. E’ comunque di Massari l’aforisma della settimana: il denaro va e viene, ma il mestiere resta. Tra le caratteristiche della Sila, come avrete capito, c’è l’avidità febbrile e quindi se ne dissocia, preferendo la sintesi di fu Salvatore: fatt’a nomina e va curcati.
La prova in esterna, una volta tanto in un programma splendidamente meneghino-centrico, è a Roma e nella Capitale c’è sempre del mistico, che non è una graminacea della steppa ungherese di quelle che poi arriva Barbieri e fa: “Non conoscete il misticooo?”. No, c’è che nell’esterna gli 8 aspiranti chef devono fare da mangiare a una trentina tra preti e seminaristi che giocano al calcio (lasciamo all’immaginazione come). Sullo sfondo c’è er Cuppolone e nel menù piatti a base di ingredienti ispirati dalla Bibbia, come una zuppa di cipolle (dalle cipolle d’Egitto con cui il popolo di Israele rimpiangeva la patria) o i dolci fatti con il frumento, l’orzo e altri sapori della terra promessa. Mentre Joe racconta che la mamma Lidia ha cucinato per Papa Francesco e fa capire in soldoni che il Santo Padre si mangia anche i santi tavolini (si capisce allora perché alla fine dell’Angelus dice sempre Buon pranzo), Cannavacciuolo spiega ai seminaristi – quasi tutti originari di terre molto lontane – che chi perde va al pressure test “che è un po’ come l’inferno” che è una bugia perché si sono visti molti più colpi apoplettici al pressure.
Sarristi? Cholisti? Da oggi tutti CANNAVACCIUOLISTI con @AntoninoChef in #ChampionsLeague! ⚽??#MasterChefIt pic.twitter.com/K10m2ekiGV
— MasterChef Italia (@MasterChef_it) 14 marzo 2019
Tra i fornelli c’è del casino sia di qui che di là: tra i rossi c’è un dibattito perpetuo su tutto tra Valeria, Giuseppe che non si capisce mai se è in questo mondo e Guidone (altro praticante avvocato) che da un po’ di puntate è un ectoplasma e si aggira come un passante davanti alle vetrine; tra i blu invece Gilberto (che in questa esterna soffre questo continuo riferimento a un dio che non è lui) si dimentica che la superbia è uno dei sette vizi (ma meglio il film del libro) e Federico il pescatore gli raddrizza qualche svarione tipo l’uso smodato dello scalogno, nella modalità dell’indimenticato capitan Italo con il suo innaffiatore di curry, che è un po’ più spento (parola di Locatelli) rispetto alla cipolla. Alle votazioni un seminarista si barcamena facendo complimenti a tutt’e due i dolci e Joe gli risponde con un editoriale riassuntivo di alcuni secoli: “Sì, ma oggi non puoi fare il cattolico che vanno bene entrambi, uno deve vincere e uno deve perdere”. Vincono i rossi, cioè la squadra di Giuseppe che quindi, a dispetto di tutte le leggi della fisica, dell’astrofisica, della logica e – lasciate dire – del comune senso del pudore resta in gara e quindi sarà almeno tra i migliori 7.
?#Valeria mette in riga tutti! ?#Guido #MasterChefIt pic.twitter.com/LBksJFRgfB
— MasterChef Italia (@MasterChef_it) 14 marzo 2019
Pressure test: un piatto di pasta. E’ il premio Gac, acronimo di grazie al… ? No, figurati se i mattacchioni di MasterChef pensano a una pasta normale, di quelle che i redattori del fatto.it si fanno alle undici di sera dopo essersi letti tutti i mattinali delle Procure, da Asti a Lagonegro, essersi fatti dettare al telefono la linea da Casaleggio e aver odiato – concentratissimi, in gruppo – Matteo Renzi, con in mano un bambolino voodoo e spunzione. Niente di tutto questo, i concorrenti devono replicare un piatto dello chef Riccardo Camanini del Lido 84 di Gardone Riviera: cacio e pepe cotta in vescica di maiale. Hai detto un prospero. La cosa divertente è che siccome la pasta va cotta proprio dentro la vescica (gonfiata a fiato, come i clown con i palloncini a barboncino), ogni tanto i cuochi devono scuotere la suddetta vescica per capire se la pasta è cotta. E così si trasformano tutti in bartender con le vesciche. Loretta prende la palla di fuoco dall’acqua a cento gradi e fa tico tico tì e tico tico tì. Mani di tungsteno. Le mani di un coccodrillo, dice Bastianich Dundee. Risultato finale: ad Alessandro viene fuori una pasta slavata, tipo maccheroni e acqua. Gilberto porta un piatto dove “vedo il cacio e vedo il pepe”, scandisce Locatelli, a sottolineare che arrivati a questo punto è una notizia. Loretta porta più pepe, a prima vista, e Camanini fa il piacione: “Grazie per l’assaggio”. Federico ha molto sugo, ma ha buttato i maccheroni direttamente dalla vescica al piatto come una cesta di castagnole da frittino.
Dovrebbe dunque essere giunta l’ora di Alessandro e invece si salva solo Gilberto-Yahweh. E si prosegue con un’altra pasta. Una pasta normale di quelle che i redattori del Fat…? Fregati, era uno scherzo. Comunque entra un altro chef, con un’altra pasta tutta strana e naturalmente un dono del Signore. Cristoforo Trapani, chef al Magnolia dell’hotel Byron di Forte dei Marmi. Si tratta di (squadernare gli appunti) un rigatone pomodoro e mozzarella. Sembra un piatto salato ma è dolce, perché il rigatone è fritto e quindi croccante, il pomodoro va trattato, la mozzarella è una specie di ricotta. Dovrebbe essere giunta l’ora di Alessandro e invece si salva proprio lui.
E così il duello finale è tra l’archifashion Loretta e Fede il pescatore veneziano. E la pasta da preparare fa venire l’acquolina da qui alle elezioni di Cuba. Si chiama Strapazzo ed è una specialità della chef Barbara Agosti, dell’Eggs di Roma. Lo Strapazzo è una carbonara impanata e fritta da appoggiare su una barretta di legno tipo gelato. Unica variante che è una fonduta di pecorino e tartufo nero dentro la farcia. Roba da chiamare il proprio terapista. Commento serio, una tantum: Federico (vent’anni e già le mani callose a tirare su e giù reti nell’Adriatico) è forse quello che dall’inizio ha fatto il balzo più grande. Ma non è ancora sufficiente e Loretta si merita di rimanere. La differenza forse è anche nella testa, come sanno i tifosi interisti che ieri sera hanno assistito alla ottima prestazione della loro squadra con l’Eintracht, solo quarantotto ore dopo aver assistito alla partita della Juve.
Quando ti dicono che esiste la CARBONARA DA PASSEGGIO.#MasterChefIt pic.twitter.com/SEVYhCwQn8
— Sky Uno (@SkyUno) 14 marzo 2019
Noi come #Guido…. ?
QUESTO è il #MomentoFame definitivo! ???
Che golosità lo #Strapazzo di Chef Barbara Agosti: la ricetta per rifarlo a casa è qui ⏩⏩ https://t.co/PBNV1Lp8uM#MasterChefIt pic.twitter.com/LdaL47BBln— MasterChef Italia (@MasterChef_it) 14 marzo 2019
AGGIORNAMENTO. La Sila è stata sospesa dal servizio, chiusa nelle segrete della redazione e destinata a dirigere il traffico per decisione del direttore che non ha gradito una battuta di questo articolo. Non è dato sapere quale, ma da domani sarà fatto divieto di nominare l’Inter se non dopo autorizzazione timbrata con ceralacca.