“Ma scherziamo? Qui non si tratta di illusione o delusione. E non vorrei mai che fosse solo questo il dettaglio da ricordare sul suo conto. Stiamo parlando di una donna dolce, allegra, gentile con tutti, una che credeva a un mondo buono, fin troppo ingenua”. Il fratello minore di Angela Jenny Coello Reyes, Alfredo, in un’intervista con il Corriere della sera, ha commentato così le motivazioni della sentenza che ha condannato a 16 anni il marito Javier Napoleon Pareja Gamboa. Il pm aveva chiesto 30 anni di carcere, ma il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche perché l’uomo è stato mosso da un “misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento”. La notizia ha provocato numerose polemiche e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di intervenire con un post su Facebook: “Nessuna reazione emotiva o sentimento”, ha scritto, “può giustificare o attenuare la gravità di un femminicidio”. La giudice al Corriere e alla Stampa ieri aveva dichiarato: “C’è omicidio e omicidio. Anche un killer può fare pena”.

Alfredo, sempre nel colloquio con il Corriere, ha dato la sua versione sul perché la donna avesse chiesto al marito di tornare: “Beveva, è vero, ma da quando si era rifatta una vita con l’altro uomo aveva smesso. Lei aveva un concetto tradizionale della famiglia, voleva tenerla assieme perché la famiglia per lei veniva prima di ogni altra cosa. È per questo che ha fatto tornare Javier che se n’era andato in Ecuador. Quando si erano lasciati suo figlio non l’aveva presa bene ed era andato a vivere fuori casa con la fidanzata. Lei ne soffriva molto e anche per cercare di riavvicinarlo ha chiesto a suo marito di tornare e gli ha detto che avrebbe chiuso con l’altro uomo. Altro che illusione… Gli ha chiesto di tornare per riunire la famiglia, anche se lui era violento da sempre, con lei. La picchiava, Nena aveva i segni di una coltellata al collo, alla pancia. L’aveva denunciato“.

Il fratello ha quindi aggiunto di aver provato a intervenire perché i due non tornassero insieme: “Purtroppo l’ultima volta che l’ho vista abbiamo avuto una discussione proprio su quello. Avevo detto a lui: lasciala perdere, non tornare, lei adesso sta bene così. E con lei mi ero arrabbiato. Le avevo detto: sei una stupida, lo sai che quest’uomo ti fa del male e lo rivuoi con te? Mi madre mi aveva sgridato perché l’avevo trattata male. È stato tre giorni prima che morisse, sono carico di sensi di colpa per quella sfuriata”.

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