“Si firma il memorandum” con la Cina. A dichiararlo ufficialmente al termine del vertice a Palazzo Chigi è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dopo giorni di discussioni e tensioni a distanza tra i due soci di governo, è stato ufficializzato il via libera all’intesa sulla Via della Seta. “E’ un accordo quadro non vincolante, non è un accordo internazionale”, ha dichiarato. “Non ci impegniamo a nulla. E’ un’intesa programmatica che di volta in volta sarà arricchita dalla sottoscrizione di singoli accordi che verranno valutati uno per uno. E’ una grande opportunità anche per riequilibrare la bilancia commerciale con la Cina. Vogliamo potenziare il nostro export”. E ha concluso: “Rafforzeremo la golden power per rafforzare gli interessi nazionali”. E sulla posizione critica di Matteo Salvini ha replicato: “Quando abbiamo lo stesso obiettivo non è difficile trovare un accordo. Delle volte si può ragionare sulle misure più idonee per raggiungere un obiettivo ma poi alla fine si converge”.
Più tiepida rimane la Lega, che ha ribadito anche oggi la necessità che alcuni settori strategici non vengano toccati. “È fondamentale aiutare le aziende italiane a crescere ed esportare all’estero”, è la posizione del Carroccio trapelata da fonti interne, “per raggiungere i numeri di Francia e Germania, e per questo ringraziamo per il grande lavoro fatto Conte, Di Maio e Geraci. Ovviamente la sicurezza nazionale viene prima di tutto e quindi su alcuni settori strategici per noi e per gli alleati (telecomunicazioni, energia, porti e infrastrutture) stiamo facendo tutte le verifiche e le valutazioni necessarie: prima viene la sicurezza degli italiani, poi l’interesse economico”.
L’intesa non piace a una parte del Carroccio proprio per le perplessità sollevate dal fronte Usa. “La Cina sembra credere che l’Italia sia economicamente vulnerabile o politicamente manipolabile”, per questo spinge perché il governo firmi il memorandum d’intesa sulla Via della Seta, ha dichiarato alla Dpa il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Garrett Marquis. Premesso che l’Italia resterà “una pietra angolare della Nato” anche se aderirà alla ‘Belt and road initiative’ (Bri), Marquis ha poi ribadito che gli Stati Uniti “restano comunque seriamente preoccupati che ci potrebbero essere conseguenze per l’interoperabilità dell’Alleanza, in particolare per quanto riguarda le comunicazioni e le infrastrutture critiche usate per sostenere le nostre iniziative militari congiunte”. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale ha infine ricordato che “stiamo consigliando a molti Paesi di essere consapevoli dei rischi posti dal sostegno alla Bri, specialmente quelli che stanno cercando investimenti stranieri diretti”.