Era dal 1997, con il trionfo di Wilfried Pallhuber nella sprint maschile, che l’Italia non portava a casa un titolo mondiale, mai nessuna donna ci era riuscita. Facile e scontato dire che l'atleta ha scritto una pagina di storia dello sport azzurro. Impronosticabile la vittoria dell'altro azzurro
Doppio storico oro nel Biathlon dopo quello di Dorothea Wierer è arrivata la medaglia di Dominik Windisch. L’azzurra conquista la prima medaglia iridata femminile nel format della mass start. L’atleta ha compiuto un autentico capolavoro nella gara che chiude la rassegna iridata di Oestersund, la mass start: arrivava da un’indisposizione che l’aveva costretta a rinunciare alla staffetta femminile, si presenta alla grande al via, trovando tre volte lo zero nei primi tre poligoni e arrivando al traguardo con le braccia alzate, conscia che chi è dietro non può più raggiungerla. Era dal 1997, con il trionfo di Wilfried Pallhuber nella sprint maschile, che l’Italia non portava a casa un titolo mondiale, mai nessuna donna ci era riuscita. Facile e scontato dire che Dorothea ha scritto una pagina di storia del biathlon e dello sport azzurro.
Se poi allarghiamo il discorso alla Coppa del mondo, l’impresa è ancora più grande, perché l’altoatesina va in testa alla classifica di specialità, ma soprattutto ancora una volta conquista il pettorale giallo, raggiungendo in classifica la compagna di squadra Lisa Vittozzi, a sua volta epica nella rimonta dopo i tre errori nella prima serie, passando dalla 28esima all’ottava posizione.
“Sono felicissima di essere riuscita a vincere il mio primo titolo mondiale, anche perché di solito i grandi appuntamenti non sono il mio forte. Sono molto contenta di aver trovato tre zeri consecutivi visto che ho avuto molti problemi al tiro in questi Mondiali, peccato per i due errori all’ultimo poligono che mi hanno costretta a soffrire un po’ di più nell’ultimo giro. Quest’oro forse arriva anche perché non avevo aspettative dopo la congestione allo stomaco -dice la campionessa – che mi ha impedito di partire nella staffetta, mi dispiace molto per le ragazze perché avremmo potuto fare davvero bene e questa medaglia la dedico a loro, perché la meritano anche loro”, ha aggiunto l’azzurra. “Dopo i due errori al poligono non ero sicura di uscire ancora prima dai giri di penalità, sapevo di avere un margine di trenta secondi al quarto poligono, quando mi hanno detto che avevo ancora dieci secondi di vantaggio, sapevo che la Yurlova non è un fulmine sugli sci e che potevo farcela, anche se non ero sicurissima perché oggi non ero al meglio sugli sci. Ma sono davvero soddisfatta di me stessa“.