Comunicazione a distanza tra i due vicepremier sul tema della Flat tax familiare. Dopo la dichiarazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Noi non abbiamo smesso di lavorare. Con questa manovra economica siamo già riusciti ad avvantaggiare tantissimi artigiani, partite Iva, commercianti, piccoli imprenditori, liberi professionisti, chi fattura fino a 65 o 100 mila euro: nel 2019 vogliamo entrare anche nelle case delle famiglie dei lavoratori dipendenti italiani“. Da Zagabria, alla presentazione del Manifesto dell’alleanza politica formata in vista delle imminenti elezioni europee, di cui fa parte il M5s, arriva la risposta del vicepremier Luigi Di Maio: “Sulla Flat tax familiare troveremo una soluzione insieme alla Lega, come abbiamo sempre fatto. Sono molto fiducioso. Noi come M5S abbiamo lavorato a una riduzione degli scaglioni e della pressione fiscale attraverso il coefficiente familiare e in questo senso si individuerà un punto di incontro, ne sono certo. L’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi, come rappresentanti dello Stato non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini”. 

Nella simulazione del Mef flat tax costerebbe 59,3 miliardi
La flat tax a due aliquote sul reddito familiare avrebbe un costo di 59,3 miliardi secondo quanto prevede un’ipotesi di simulazione datata 8 febbraio 2019 fatta al ministero dell’Economia. Del costo totale della misura, il peso della clausola di salvaguardia, secondo il documento, sarebbe di 4,4 miliardi. Nell’ipotesi di simulazione si fa riferimento ad una flat tax che prevede una deduzione di 3mila per ciascun componente del nucleo familiari con reddito fino a 35mila euro mentre per i redditi superiori ai 50mila euro all’anno, secondo la simulazione, non sarebbe prevista alcuna deduzione. Il testo fa riferimento ad una duplice aliquota: del 15% fino a 80mila euro di reddito e del 20% per i redditi eccedenti tale soglia. La misura, si legge nel documento, favorirebbe un numero di nuclei familiari pari a 16,4 milioni mentre il vantaggio medio familiare sarebbe di circa 3600 euro. “Non so se esista uno studio perché non l’ho mai visto, ma se anche esistesse non può riferirsi alla nostra proposta di Flat Tax: Fase II che ha un’incidenza di circa 12 miliardi e si riferisce ad un intervento di riduzione dell’imposta per tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito –  dice il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri – In particolare, la novità è data dall’introduzione del reddito famigliare che attraverso un sistema di deduzioni garantisce la progressività dell’imposta. Il nostro studio è stato messo a punto circa 15 giorni fa, quindi risulta evidente come la data dell’8 febbraio sia antecedente alle nostre elaborazioni. Mi pare evidente che non c’entra“.

Salvini: “Riforma del diritto di famiglia”
Il leader leghista da Melfi è passato al salotto televisivo di Barbara D’Urso e ha affrontato altri temi caldi per il governo. “Per me ognuno a casa sua fa quello che vuole. Combatterò finché campo contro l’utero in affitto e i bambini in vendita. Ognuno nella sua vita privata fa ciò che vuole ma per quello che mi riguarda un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà e ad essere adottato da una mamma e un papà. Stiamo pensando a una riforma del diritto di famiglia affinché i bimbi non siano armi di ricatto e non finiscano nei litigi tra mamma e papà e vogliamo togliere i bimbi come merce di scambio o ricatto dei litigi tra i genitori” dice riferendosi al congresso mondiale delle famiglie in programma a Verona. Un convegno cui cui nei giorni scorsi Palazzo Chigi sembrava aver revocato l’uso del logo e nei nei giorni scorsi non erano mancate le polemiche da parte del M5s. “Da ministro sto lavorando per rendere più veloci e meno costose le adozioni per gli italiani che aspettano di adottare un figlio”. E ancora sull’utero in affitto Salvini è netto:  “Credo che sia una schifezza”. “Con i Cinque Stelle si va d’amore e d’accordo” però dice il ministro dell’Interno che ribadisce che il Tav alla fine verrà realizzato. Salvini torna anche sul memorandum Italia-Cina: “L’unica cosa sulla quale staremo attenti è la sicurezza nazionale, penso ad esempio ai telefonini dove passano tutti i dati, penso ai dati sensibili, da quelli sanitari a quelli anagrafici. Questa tematica, come anche l’energia, non può essere svenduta a potenze straniere. I dati degli italiani devono rimanere in italia, essere controllati da istituzioni italiane. Non voglio che i dati del mio telefonino passino per Pechino. La sicurezza viene prima di tutti i ragionamenti economici che si possono fare”.

Di Maio: “Salario minimo europeo”
Da Zagabria il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico guarda all’Europa: “Molte della battaglie che il M5S ha fatto in Italia si devono spostare a livello europeo“, e tra esse anche quella per “il salario minimo europeo” unico. “L’Ue si dovrebbe impegnare a definire le condizioni minime per difendere la dignità e i diritti di tutti i lavoratori in Europa, e stabilire un salario minimo europeo”, ha spiegato Di Maio. Per combattere le migrazioni dei giovani e lo sfruttamento dei lavoratori, Di Maio ha sottolineato il “bisogno di creare le condizioni per una concorrenza leale a livello europeo, che protegga i lavoratori e il costo del lavoro”. Annoverando i risultati del M5S, Di Maio ha messo in primo piano la legge per la lotta della corruzione dei partiti, il reddito di cittadinanza e le regole per il pignoramento delle case degli italiani. “La mia presenza qui è anche per dare man forte a Zivi Zid, partito politico che vuole cambiare la Croazia”, ha aggiunto Di Maio. “Il mio è un messaggio di speranza, è possibile cambiare le cose, basta crederci”, ha concluso il leader del M5S.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Pd, Giachetti: “Un ideologo di questa baracca voleva che noi e Renzi ce ne andassimo”. E polemizza su rientro di ex dem

next
Articolo Successivo

Lega, commissariamenti a raffica da Nord a Sud: così Salvini ha “sovranizzato” il Carroccio. In attesa del nuovo partito

next