Che i gatti facciano impazzire i loro proprietari è risaputo, ma di recente quest’idea ha smesso di far sorridere e sta creando un reale allarme. Dovuto a uno studio che mette in relazione il contatto con i gatti e la malattia mentale, in particolare la schizofrenia. A causare la malattia in realtà non è il felino ma il toxoplasma gondii, un organismo microscopico che si diffonde attraverso le feci del gatto e di altri animali: i gatti si ammalano mangiando animali infetti, e diffondono la malattia attraverso le feci. Esperimenti su animali hanno mostrato che il parassita può provocare alterazioni del carattere, in conseguenza a un’alterazione di livelli di dopamina a livello cerebrale, che comportano tra l’altro un’alterata percezione del pericolo: i topi infettati dal parassita non scappano di fronte ai gatti e ne diventano facile preda, aumentando così le probabilità di diffondere il parassita.

Della relazione tra salute mentale e infezione da toxoplasma si parla da tempo, ma è stato da poco pubblicato un importante studio clinico condotto dai ricercatori dell’ospedale universitario di Copenaghen, che ha indagato la relazione tra schizofrenia e infezione in un gruppo di 80mila donatori di sangue: anche in un gruppo così ampio i malati di schizofrenia sono relativamente pochi, 151, solo 28 dei quali si sono visti diagnosticare la malattia dopo essere risultati positivi all’infezione da toxoplasma. Secondo i ricercatori danesi l’infezione aumenterebbe del 2,5% il rischio di sviluppare questa malattia, un dato coerente con i risultati di precedenti ricerche.

È il caso di preoccuparsi? Un recente articolo pubblicato da Science aiuta a capire quali siano i rischi e quanto siano legati ai gatti. È da tenere presente, intanto, che l’infezione da toxoplasma è molto diffusa: alcune stime indicano che negli Stati Uniti circa il 40% dei gatti risulta positivo, anche se molti sono asintomatici. Quanto agli umani, sempre negli Usa si parla dell’11% della popolazione, e in Europa la stima sale di molto, vista l’abitudine di consumare carne cruda o al sangue che è uno dei principali veicoli d’infezione – dal 30 al 63% dei casi secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journal – tanto che alcune ricerche parlano di due miliardi di persone infettate nel mondo.

Moltissimi casi sono asintomatici, e in genere nelle persone sane il parassita provoca sintomi simili a quelli di un’influenza, anche se può essere pericoloso per persone immunodepresse o per le donne in gravidanza. Per questo le donne che pianificano una gravidanza dovrebbero fare un test per valutare se sono portatrici di infezione asintomatica: non esistono vaccini per il toxoplasma, ma l’infezione può essere trattata con antibiotici.

Per quanto riguarda la schizofrenia, di cui allo stato non si conosce con precisione la causa, la cosa più probabile è che l’infezione interagisca con le varianti genetiche che aumentano le probabilità di svilupparla. In altri termini, potremmo considerare il toxoplasma un fattore di rischio, insieme a molti altri tra cui, fanno notare gli autori di Science, il fatto di abitare in una grande città. E c’è anche chi ha trovato nell’infezione un aspetto positivo: uno studio recente mostra che le alterazioni caratteriali che possono manifestarsi in alcuni dei soggetti infettati, come una maggiore propensione al rischio, si tradurrebbero in una maggiore probabilità di avere successo nel mondo degli affari.

In ogni caso, le infezioni è meglio evitarle! E per la toxoplasmosi c’è una serie di norme igieniche da rispettare, che non riguardano solo i gatti, perché il problema sono i parassiti dispersi nel suolo o nell’acqua. La prima cosa da fare dunque è lavare frutta e verdura accuratamente, mangiare solo carne ben cotta – chi vuole consumare carne cruda potrebbe congelarla prima del consumo per ridurre il rischio -, curare l’igiene in cucina per evitare che i parassiti presenti sulla carne si trasmettano tramite stoviglie e utensili, usare i guanti quando si fa giardinaggio.

Chi convive con i gatti dovrebbe tenerli in casa per evitare che diano la caccia ad animali infetti, e nutrirli con carne cotta o alimenti confezionati. Oltre ovviamente a evitare il contatto con le feci e pulire la lettiera tutti i giorni per non dare il tempo ai parassiti di svilupparsi. Le donne in gravidanza devono seguire queste regole con particolare attenzione, e se possibile delegare ad altri la pulizia della lettiera, o in alternativa usare i guanti e lavarsi accuratamente le mani.

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