“Vogliono rendere Verona la culla del Medioevo, Verona non lo merita”. Con queste parole il capogruppo della Lega (già espulso) al Consiglio comunale di Verona Mauro Bonato, si è dimesso lo scorso 8 marzo in aperto dissenso e con parole durissime nei confronti del Congresso delle Famiglie, l’evento fortemente voluto dal ministro Fontana in programma dal 29 al 31 marzo nella città scaligera. Dunque, se ieri era il vicepremier M5S Luigi Di Maio a paventare “un nuovo Medioevo” parlando di “destra degli sfigati” e prima ancora al sottosegretario M5s Stefano Buffagni precisare che “non è un’iniziativa di Palazzo Chigi”, oggi tocca ad un leghista – seppur dissidente – paventare il rischio. Mentre la Lega lo accusa di fare una campagna personale e difende l’evento.

“Se il ministro voleva fare un convegno coi suoi fan lo poteva fare, ma senza il supporto delle istituzioni pubbliche e, in particolare, del Comune di Verona. Il Comune deve avere a cuore tutti e non soltanto una parte”, dirà Bonato a Gaynews.it. In realtà Bonato era rimasto solo formalmente il capogruppo leghista, grazie al sostegno di alcuni consiglieri, ma da tempo è in contrasto con Salvini e a luglio 2018 era stato espulso dal partito. In un post su Fb Bonato rimarca il suo forte e netto dissenso con l’evento che vedrà la partecipazione anche di Matteo Salvini, dei ministri della Famiglia Lorenzo Fontana e della Scuola Marco Bussetti, la presidente di Fdi Giorgia Meloni, il governatore del Veneto Luca Zaia, Simone Pillon relatore della legge sull’affido condiviso. Ci sarà poi Silvana De Mari, medico e scrittrice di libri fantasy sostenitrice di una relazione tra omosessualità e satanismo. Sul palco ci sarà anche Theresa Okafor, attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso.

L’ex capogruppo definisce “agghiaccianti” le dichiarazioni di alcuni relatori del Congresso: “Non si può accettare che salga su un palco pubblico, con il patrocinio e la co-organizzazione dell’amministrazione comunale, chi equipara l’omosessualità e satanismo”. Bonato, che è stato in due legislature deputato del Carroccio, parla di una “involuzione della Lega. Le nostre battaglie erano per l’autonomia – spiega – e per il miglioramento delle classi sociali. Questa deriva integralista è preoccupante”.  Il leghista dissidente resterà comunque in consiglio comunale, dove conta di “dare fastidio” alle correnti reazionarie, di disturbare chi vuole fare passi indietro sui diritti di donne e omosessuali. “Perché se va avanti così come vuole Pillon le donne non faranno più le politiche né le giornaliste, torneremo a tempi antichi dove fanno solo le schiave degli uomini”.

La notizia delle dimissioni viene accolta con sollievo dal vicecommissario provinciale della Lega di Verona Nicolò Zavarise ha ribatte: “Se il nome di Bonato è associato a quello della Lega è solo per un cavillo regolamentare del Comune, che ne impedisce la rimozione dai gruppi consiliari. Bonato è stato espulso dalla Lega nel 2018 e si è dimesso da capogruppo per non rischiare di essere sfiduciato. Le sue dichiarazioni sono evidentemente annebbiate da un desiderio di rivalsa tutto personale, Bonato non è della Lega e parla a nome solo ed esclusivamente di se stesso. Le sue posizioni sono quindi solo e strettamente personali”. La Lega in Comune a Verona, assicura Zavarise, “è unita e compatta attorno al capogruppo Anna Grassi, che ringrazio per il suo impegno. Al Ministro Fontana va la nostra incondizionata stima e gratitudine per la meritoria attività che porta avanti e per i valori che sostiene e promuove. Siamo al suo fianco in tutte le battaglie della Lega, a partire proprio da quelle per la tutela della famiglia, per la promozione della natalità e per il sostegno alle persone più fragili”.

 

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