Caro Toni,
da quasi un anno stiamo lavorando al nostro trasferimento da Napoli in Svizzera, scelta dura e piena di difficoltà, obbligati a fuggire da una realtà difficile e complessa per le gravi condizioni di nostra figlia 16enne affetta da autismo. Viviamo a Morbio Inferiore (Ticino) da tre mesi e speriamo di avere e di dare a lei qui un futuro migliore.
L’amarezza e il sacrificio che accompagnano questa scelta sono purtroppo amplificate dal diniego del diritto al congedo straordinario con indennizzo previsto dalla legge 104/92 espresso dal ministero della Salute presso il quale lavoro come biologa dal 1992 (a tempo indeterminato dal 2000).
Claudia Costa
Poche righe a sintetizzare la vita e le aspettative di una famiglia che decide di emigrare per provare a costruire intorno alla figlia autistica uno straccio di vita accettabile.
In questo caso la scelta di tagliare radici e relazioni a Napoli e trasferire professione e competenze a oltre mille chilometri da casa trova una ragione inequivocabile: la qualità di vita della propria figlia disabile. Difficoltà insormontabili con la scuola, terapie discontinue presso i centri e la consapevolezza che il tempo sta passando senza nessun miglioramento delle condizioni di vita della propria figlia hanno finora segnato la loro vita.
Per fare tutto questo il nostro Paese da oltre 25 anni tutela il lavoratore con una legge di civiltà e degli strumenti indispensabili. La legge 104 rappresenta un presidio di solidarietà che sostiene la vita delle famiglie dei disabili. La signora Claudia e suo marito stanno provando, non abusando di privilegi che non hanno, a ripartire insieme.
Un Paese e una classe politica seria dovrebbero, a mio avviso, interrogarsi sui termini della questione: il congedo straordinario con indennizzo negato a Claudia reclama una risposta. Un ministro attento potrebbe utilizzare le sue prerogative istituzionali per approfondire questa istanza di amore. Sarà anche incomprensibile ma questi genitori chiedono solo di continuare a sperare che per la loro splendida e faticosa adolescente un altro mondo sia possibile.
Un Paese e una classe politica seria dovrebbero, a mio avviso, interrogarsi sui termini della questione: il congedo straordinario con indennizzo negato a Claudia reclama una risposta. Un ministro attento potrebbe utilizzare le sue prerogative istituzionali per approfondire questa istanza di amore.
Sarà anche incomprensibile, ma questi genitori chiedono solo di continuare a sperare che per la loro splendida e faticosa adolescente un altro mondo sia possibile. In fondo sarebbe bellissimo che qualcuno al Governo potesse dargli una mano. Si tratterebbe solo di restare aggrappati al nostro bisogno di umanità e a quello di questa fragile famiglia.