Venerdì 15 marzo sono stata in piazza con i miei bambini, e non nego di essermi commossa. “Salvate questa meravigliosa terra, siete sicuri che volete rinunciarvi?” dicevano i giovani con passione, prendevano il microfono, scuotevano gli adulti, li inchiodavano alle loro responsabilità: basterebbe andare di meno in auto, rispettare gli accordi di Parigi, lasciare carbone, metano e petrolio sottoterra. “Noi facciamo i compiti, perché voi no?”
Greta Thunberg è una di quelle piccole meraviglie che ogni tanto capitano nel mondo, nella sua schietta, timida, incrollabile determinazione di sedicenne affetta dalla sindrome di Asperger, ha trascinato milioni di ragazzi a rivendicare il diritto all’ambiente. Ora gli adulti devono ascoltare loro e gli scienziati: dobbiamo arrivare a emissioni nette zero massimo entro il 2050 a livello mondiale, e abbiamo la tecnologia per farlo. Le scuse non esistono più.
1. Per prima cosa dobbiamo abbandonare ogni incentivo ai combustibili fossili, che in Italia ancora ricevono 16 miliardi di euro l’anno: nonostante le promesse dei 5 Stelle, questi incentivi sono stati riconfermati per il 2019. Bloccare ogni estrazione e trivellazione, che ancora avviene nei nostri mari.
2. Introdurre in ogni Paese la Carbon Tax, cioè la tassa sulle emissioni di Co2 penalizzando così le industrie più inquinanti. In Italia è stata introdotta alla fine degli anni ’90 con l’articolo 8 della legge n.448 del 23 dicembre 1998, ma mai realmente attuata.
3. Nel giro di pochi anni coibentare tutte le case e installare pannelli fotovoltaici su tutti i tetti, laddove possibile insieme al verde – sopra ai tetti -, soprattutto sui condomini, dove vive la maggior parte delle persone, togliendo l’assurdo vincolo che nei centri storici non si possano installare i pannelli. A ogni modo le nuove tecnologie del solare coniugano tutela del patrimonio ed energia pulita.
4. Limitare le emissioni dovute ai trasporti (sono il 27% di tutte le emissioni climalteranti e l’unico settore in continua e inarrestabile crescita), riducendo drasticamente il parco auto ed elettrificando le auto “rimaste”: occorre disincentivare il possesso di un’auto privata, incoraggando il carsharing, impedire l’accesso alle auto in città, in particolare davanti ai luoghi sensibili e simbolici come le scuole. E’ una questione di civiltà, un messaggio chiaro ai bambini e ai giovani in rivolta: le aree dove studiano e si riuniscono vanno rispettate. Limitare la velocità su tutte le strade, non solo per impedire incidenti mortali, ma anche perché più si accelera più si inquina: varie associazioni propongono quindi l’Isa (Intelligent system adaptor) che limita automaticamente la velocità dell’auto ai limiti previsti.
5. Bloccare la cementificazione di suolo fertile. A cosa servono nuove case se la popolazione (almeno quella italiana) non sta aumentando e ci sono tantissime case sfitte in centro? Il cemento aumenta il fenomeno di isola di calore, aumenta le emissioni e distrugge la terra per sempre. Una casa nuova distugge terreno, anche se è in bioedilizia. Pensiamo piuttosto a ristrutturare o ricostruire (in modo ecologico) l’esistente. Basta costruire nuovi parcheggi, nuove strade e autostrade che attirano nuovo traffico. L’unica cosa sensata da fare, è investire tutto sui mezzi pubblici, meglio se su rotaia, affinché siano efficienti e gratuiti. Dobbiamo puntare ad avere treni regionali e tram, frequenti e sempre più capillari. E’ impressionante pensare che dal 1942 le rotaie siano diminuite anziché aumentare, a differenza delle strade che si sono estese come piovre di cemento ovunque: 19.400 km di rotaie attuali contro le 23.200 km di rotaie nel 1942. Siamo progrediti o regrediti? Altro settore che incide nel riscaldamento globale è l’alimentazione.
6. Gli allevamenti intensivi vanno aboliti, senza se e senza ma. Se eliminassimo o almeno riducessimo tutti il consumo di latticini e carne bovina, orientandoci verso carne bianca non di allevamento, di produzione biologica e locale, anche la nostra salute migliorerebbe, senza parlare dei risvolti etici e ambientali.
Infine, una proposta che vorrei lanciare ai ragazzi: chiedete alle vostre scuole di togliere i distributori di merendine e bottigliette. E’ un gesto piccolo ma simbolico, pretendete, rivendicate che la vostra scuola, luogo educativo al massimo grado, sia plastic free!