“Da un anno e mezzo stavo fino alle 5 di notte a vedere tutti i telegiornali per avere informazioni sulla Siria, perché là c’era mio figlio a combattere. Ora non sappiamo niente, gli stessi mass media ci dicono che mio figlio Lorenzo è morto ucciso”. Mamma Annalisa raccontava così le ultime ore di forte angoscia senza sapere ancora bene cosa sia accaduto in Siria. Ha sperato fino all’ultimo, la famiglia Orsetti. Ha sperato che il “crociato” del quale l’Isis ha annunciato questa mattina l’uccisione non fosse il loro Lorenzo. Poi si è dovuta arrendere.
“Mi ha telefonato il suo comandante e mi ha detto che Lorenzo è morto insieme a tutti quelli del suo gruppo in un contrattacco dell’Isis stamani”, ha annunciato Alessandro Orsetti, padre del 33enne fiorentino, partito per la Siria per combattere lo Stato islamico al fianco dei curdi. E’ caduto al fianco dei combattenti curdo-siriani nella pianura di Baghuz, una delle ultimi aree del Paese ancora occupate dagli estremisti. “Sembra che il suo gruppo sia stato accerchiato, era con una unità araba, ma non so cosa significhi esattamente da un punto di vista militare – ha spiegato il padre – Li hanno uccisi tutti“. “Siamo orgogliosi di lui, della scelta che ha fatto – ha aggiunto – ma ora siamo distrutti dal dolore”.
Nell’abitazione il padre Alessandro, la madre Annalisa e la sorella Chiara hanno appreso della morte di Lorenzo dal telegiornale che rilanciava le agenzie. Uno zio è andato a trovarli. “Lorenzo era consapevole di poter morire, di essere in una guerra, ma era anche consapevole della condizione del popolo curdo e della situazione politica che lo affligge”, ha detto l’uomo lasciando la casa.
“L’ultima volta che l’ho visto è stato circa un anno e mezzo fa, quando è partito per il Medio Oriente – ricorda – Lorenzo ha sempre avuto una sensibilità verso la giustizia sociale e non rimaneva indifferente ai problemi degli altri. Mi vengono in mente, per come la penso io, le nostre persone che andarono tanti anni fa in Spagna a combattere contro la dittatura di Franco, anche loro lo fecero con una motivazione forte come Lorenzo e sapevano anche loro di andare in una guerra”.
Lorenzo era partito nel settembre 2017. Aveva deciso di lasciare tutto, anche il lavoro, per andare a combattere in Medio Oriente, dove avrebbe ricevuto addestramento militare in Medio Oriente prima di essere schierato in area bellica. “I genitori rivorrebbero la salma ma penso che non sarà una cosa facile”, ha aggiunto. Riguardo alla contrarietà dei familiari a farlo partire verso uno scenario di guerra, lo stesso zio ha detto: “Ad una persona di oltre 30 anni nessuno si può permettere di dire ‘vai o non vai‘, è chiaro che la sua è stata la scelta radicale di un adulto”.