EasyJet si tira fuori: non è più interessata a partecipare al salvataggio di Alitalia. Ad annunciare il passo indietro è stata la stessa compagnia low cost britannica, che ha diramato una nota per spiegare la decisione: “A seguito delle conversazioni con Ferrovie dello Stato Italiane e Delta Air Lines per la creazione di un consorzio che valutasse le opzioni per le future operazioni di Alitalia – è scritto nel comunicato – EasyJet ha deciso di ritirarsi dal processo. La compagnia ha poi confermato “il suo impegno per l’Italia quale mercato chiave, dove attualmente trasporta 18,5 milioni di passeggeri ogni anno, impiegando 1400 piloti e assistenti di volo con contratti di lavoro italiani. Continueremo a investire nelle tre basi di Milano, Napoli e Venezia – ha concluso EasyJet – come abbiamo fatto negli ultimi anni, aggiungendo rotte e capacità“.

Il passo indietro dei britannici non è una buona notizia per il governo gialloverde, che al momento può contare solo sull’impegno di Delta Air Lines. In tal senso, l’amministratore delegato di Fs Gianfranco Battisti è tornato dalla missione negli Usa, dove ha incontrato il ceo di Delta Ed Bastian, con il “committment” della compagnia americana nell’operazione per Alitalia. È quanto si apprende da fonti vicine alla trattativa, che precisano però che nell’incontro non si sarebbe parlato di cifre. Tutta da verificare, ora, la strategia del vettore Usa, specie alla luce dell’uscita di scena di EasyJet che, vale la pena ricordarlo, non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Venerdì 15 marzo, infatti, c’è stato un incontro operativo a tre tra Fs, Delta ed EasyJet. Stando a quanto pubblicato da Bloomberg, già in questa occasione erano evidenti le intenzioni della compagnia britannica EasyJet, che puntava  ad acquisire soltanto i voli a breve raggio della ex compagnia di bandiera dall’aeroporto di Milano Linate. Obiettivo che non piace al governo italiano.

Secondo il piano iniziale dell’esecutivo, sia EasyJet che Delta avrebbero dovuto salire al 40% ciascuna nella nuova società che ingloba Alitalia, lasciando il resto al Tesoro italiano e alle sue controllate. Fs, che sta proseguendo i colloqui con Delta, potrebbe arrivare fino al 20%. Se l’attuale ricerca di investitori fallisse, hanno spiegato ancora le fonti, l’unica alternativa alla liquidazione di Alitalia potrebbe essere quella di far rientrare nella partita per il salvataggio la tedesca Lufthansa. Nelle speranze di Palazzo Chigi, la partita Alitalia, dopo i vari slittamenti, avrebbe dovuto chiudersi entro Pasqua. È da oltre un mese, del resto, che Fs ha avviato formalmente la trattativa con Delta ed EasyJet, ma fino a venerdì scorso gli incontri tra i partner si sono svolti a livello di staff e advisor. Il 15 marzo, invece, la presenza al tavolo dei due capi azienda ha confermato come si sia arrivati alla fase più avanzata del negoziato. Qualcosa però deve essere andato storto.

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