Nel quarto trimestre del 2018 si registra una lieve diminuzione dell’occupazione (-0,1%) rispetto al trimestre precedente, mentre aumentano “in accelerazione” i contratti a tempo indeterminato rispetto al resto del 2018 e anche a livello congiunturale, ovvero rispetto a giugno-settembre, grazie alle trasformazioni. È questo il quadro della nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione diffusa da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. E l’Istituto nazionale di statistica segnala anche nel mese di gennaio 2019 una variazione del +2,5% delle esportazioni rispetto a dicembre e di 2,9 su base annua grazie soprattutto a un’espansione nell’area extra Ue (+5,4%).

L’accelerazione dei tempi indeterminati – Entrando nel dettaglio, sono 359mila le posizioni lavorative dipendenti in più nel quarto trimestre 2018 rispetto al quarto trimestre del 2017, sulla base dei dati rielaborati delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. Del totale, 230mila sono a tempo indeterminato, 129 mila a termine “in progressivo rallentamento rispetto ai tre trimestri precedenti”  (+266 mila, +374 mila e +455 mila registrati nei tre trimestri precedenti). Per quanto riguarda quelle a tempo indeterminato (+230mila) si indica, al contrario, un aumento “in accelerazione” rispetto ai tre trimestri precedenti (+122mila, +71mila e +21mila). A livello congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente, l’aumento riguarda le posizioni lavorative a tempo indeterminato (+80mila), sulla spinta delle trasformazioni, mentre quelle a tempo determinato registrano una variazione nulla.

Ma nel complesso l’occupazione diminuisce – Nel complesso, tuttavia, l’occupazione diminuisce leggermente facendo registrare un -0,1%. Gli effetti di trascinamento dei precedenti incrementi consentono comunque di registrare ancora una crescita a livello annuo, seppur rallentata rispetto al recente passato, riferisce la nota congiunta. L’input di lavoro misurato in termini di Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), si legge nel documento, registra una dinamica analoga a quella del Pil a livello trimestrale (-0,1%) e superiore al Pil sull’anno (+0,4%). La nota trimestrale segnala anche il numero dei lavoratori impiegati con il contratto di prestazione occasionale e quelli pagati con i titoli del libretto famiglia, le due nuove forme contrattuali di lavoro occasionale introdotte operativamente da luglio 2017 in sostituzione del lavoro accessorio (voucher), che raggiungono rispettivamente le 20mila e le 8mila unità nel quarto trimestre del 2018.

Risalita dell’export e bilancia commerciale – Per quanto riguarda le esportazioni, l’Istat segnala invece un recupero (+2,5%) a gennaio 2019 rispetto a dicembre, mentre le importazioni si riducono (-4,1%). Anche su base annua l’export cresce +2,9% con un’espansione sia nell’area extra Ue (+5,4%) sia, in misura più contenuta, nei paesi Ue (+1,2%). I mercati extra Ue trainano anche sul dato mensile (+5,9%), mentre quelli Ue sono stazionari. I Paesi che contribuiscono di più alla crescita dell’export sono Stati Uniti (+18%), Svizzera (+13,0%), Francia (+3,3%) e Regno Unito (+6,1%). Tra i settori più dinamici per le esportazioni a gennaio, l’Istat segnala articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+19,2%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+6,2%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+5,2%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,9%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+8,3%). Sono in diminuzione, invece, le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati (-28,6%) e di autoveicoli (-16,4%). Nel complesso, il saldo commerciale aumenta in termini assoluti di 413 milioni di euro e va in territorio positivo passando, secondo i dati Istat, da -92 milioni a gennaio 2018 a +322 milioni a gennaio 2019.

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