Politica

Lega, Pillon: “La figura del padre è ridicolizzata, una scatola di polistirolo. Noi non lo permetteremo”

Nuovi moniti del senatore della Lega, Simone Pillon, stavolta a difesa della figura paterna nella famiglia, nel corso di una conferenza tenutasi nella sala Nassirya di Palazzo Madama.
Il capogruppo Lega in Commissione Giustizia esordisce: “Oggi la figura paterna è vittima di un’aggressione senza precedenti. Quella del padre è diventata una figura accantonata, ridicolizzata, aggredita, e, nella migliore delle ipotesi, relegata a un ruolo di coreografia, quando non viene invece dipinta come l’orco della casa, colui che agisce con violenza. Noi dobbiamo tornare a un equilibrio in cui la figura paterna viene collocata al giusto posto. Nessuno di noi può essere al mondo senza un padre, senza un uomo che insieme a una donna abbia dato il suo contributo perché ciascuno di noi sia qui oggi”.

Pillon punta il dito non solo contro “l’aggressione ideologica” nei confronti della figura del padre, ma anche contro la sua “demolizione biologica”: “Oggi ci sono siti internet sui quali è possibile da un catalogo scegliere il donatore e acquistare i gameti maschili per una inseminazione che prescinda completamente dalla presenza fisica dell’uomo. Siamo già all’umanità 2.0, in cui non serve più il rapporto uomo-donna per generare una nuova vita, ma siamo addirittura al punto che si sceglie il partner virtuale online e poi a casa della donna viene consegnata una scatolina di polistirolo con dentro un’ampolla contenente azoto liquido, al cui interno viene conservata una provetta con lo sperma. Quello è diventato il papà. Il papà è una scatola di polistirolo”.

E rincara: “Quel figlio quando avrà 12 o 25 anni cosa dirà? Che cosa cercherà? Cosa festeggerà alla festa del papà? Qualcuno dice che dobbiamo togliere papà e mamma, queste figure ingombranti che sono solo un reliquato del passato e dobbiamo arrivare finalmente a figure molto più laiche e di genitore 1 e genitore 2. Noi non lo permetteremo. Noi con tutta la nostra forza e tutta la nostra capacità politica” – continua – “impediremo che si arrivi a classificare la figura paterna e la figura materna come meramente coreografiche o come ampolle o provette dalle quali attingere materiale organico per la creazione di un nuovo individuo che sfugga completamente al canone della naturalità delle cose. Si fa tanto battaglia sull’ecologia, dobbiamo riportare l’ecologia anche nelle relazioni umane. Il papà non è il genitore 1 o il genitore 2, è il papà”.

Il vicepresidente leghista della Commissione parlamentare infanzia e adolescenza aggiunge: “L’autorità spetta a colui che ti ha generato, all’ auctŏr, a colui che conosce quasi le istruzioni d’uso. Una società senza padri è una società senza protezioni e senza radici. La madre è colei che ti inserisce nella vita naturale e quotidiana, il padre è colui che ti inserisce nella vita sociale e in una storia. Non a caso i padri lasciano i cognomi ai figli. Così non sei solo: c’era un padre prima di te, c’era un nonno, c’era una famiglia, c’era un clan che perpetua la tua comunità. E invece oggi si vuole arrivare a una società di individui e di singoli: prima si fa fuori il padre, poi la madre in modo da restare da soli”.

Pillon menziona i suoi disegni di legge “a sostegno della biogenitorialità nell’affido condiviso, contro la sottrazione internazionale di minori, contro la becera e allucinante pratica dell’utero in affitto”. E accusa: “L’utero in affitto disintegra la figura materna ed è pure sanzionata dalla legge 40, che è sostanzialmente e largamente inapplicata. Abbiamo sanzioni penali sia per la compravendita di gameti, sia per l’utero in affitto ma vengono bypassate perché si va all’estero, si comprano i gameti, si compra il figlio, si affitta l’utero e si torna in Italia dopo che si è fatto l’inghippo”.
Poi conclude: “Tutte queste politiche devono essere superate. Dobbiamo tornare a tutelare la paternità, la maternità, come prevede la nostra Costituzione. L’alternativa è una società di individui e di singoli senza protezione, senza comunità intorno a sé, senza nessuno che se ne prenda cura”.