Un barcone è naufragato a largo di Sabrata davanti alle coste libiche, nelle stesse ore in cui a Lampedusa si consuma l’ennesimo scontro tra una ong e il governo italiano. Lo rende l’International Organization for Migration (Iom) sottolineando che 15 migranti sono stati salvati e portati in ospedale in Libia. “Alcuni di loro presentano fratture ossee“, ha fatto sapere l’Oim, che ha precisato di non conoscere il numero dei migranti a bordo.
Secondo il portavoce della Marina Libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, il naufragio ha causato la morte almeno di un bambino mentre una trentina di altri migranti probabilmente si sono messi in salvo da soli dato che la loro barca si é ribaltata molto vicino alla costa. “Alle 10 é stato osservato il naufragio di una barca” avvenuto “tra Sabratha e Surman”, a ovest di Tripoli, ha riferito il portavoce. “A bordo c’erano 47 migranti illegali“: “si trattava di un’imbarcazione di legno” che “si è capovolta nei pressi della costa”, ha aggiunto Ghasem sostenendo che l’acqua era così bassa che “si poteva camminare”. “Sedici migranti sono stati salvati da abitanti” della zona ma “è stato ritrovato il corpo di un bambino”, ha proseguito il portavoce. Circa “gli altri non abbiamo trovato alcun corpo” e “si presume che siano approdati e datisi alla fuga”, ha sostenuto Ghasem precisando che i 16 migranti recuperati sono stati “affidati alle autorità di sicurezza”.
Diversi i numeri comunicati da Bassem al-Gharabli, capo dell’ufficio locale per il contrasto alle migrazioni illegali, secondo cui ad affondare è stata un’imbarcazione che trasportava 27 persone e sono otto le persone disperse in mare. I numeri forniti si basano sulla testimonianza di 18 sopravvissuti, che Gharabli ha detto essere stati salvati dopo che dei pescatori hanno allertato la Guardia costiera. Nel gruppo che tentava di attraversare il mar Mediterraneo c’erano sette donne, mentre la nazionalità dei migranti non è nota.