Con l’annuncio di Stadia, Google potrebbe avere iniziato a riscrivere le regole di un settore finora dominato da Sony e Microsoft con le loro console. La vera novità di Stadia, infatti, è che questo servizio porrà al centro della scena gaming una categoria di dispositivi che non ha mai entusiasmato i giocatori più incalliti: gli smartphone.
Il gaming su smartphone è da tempo un settore florido dell’industria software. Basti pensare che, nel 2018, il 51% dei ricavi dell’intera industria dei videogiochi è stato generato dalle piattaforme mobile. Gli smartphone tuttavia hanno limiti tecnici non indifferenti rispetto a computer e console, che non permettono prestazioni analoghe. Con Stadia tutto cambia: la potenza di calcolo passa in mano ai data center, i giocatori potranno accedere ai giochi in qualsiasi momento. In un colpo solo Google potrebbe aver spazzato via i limiti hardware e software insiti negli smartphone. Però non è tutto risolto. Bisogna superare l’ostacolo della connettività e quello del form factor: gli schermi degli smartphone sono piccoli rispetto ai PC e TV e spesso non favoriscono la giocabilità. Se però pensiamo all’imminente arrivo dei dispositivi pieghevoli, forse questo problema è risolto prima ancora di nascere.