Un pugno in pieno volto, dato all’improvviso, lo aveva mandato in coma. Oggi il pittore Umberto Ranieri, 53 anni, di origini abruzzesi, è morto in un ospedale di Roma. non aveva mai ripreso conoscenza e i medici avevano giudicato il coma irreversibile. Sul caso indagano i carabinieri. Secondo quanto ricostruito finora, l’artista stava parlando a largo Preneste, alla periferia della Capitale, con alcuni giovani e uno di questi, improvvisamente, lo ha colpito con un pugno in faccia facendolo cadere sull’asfalto dove ha sbattuto violentemente la testa. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze per capire il motivo dell’aggressione che, al momento, non sembra essere preordinata. Ancora da stabilire se dietro quel pugno ci siano motivi privati o una lite estemporanea. I carabinieri stanno cercando di rintracciare i ragazzi con cui l’uomo parlava l’altra sera: 4 o 5, tra questi due donne.
C’è chi come il Gay Center ha paventa il movente dell’omofobia. “Solidarietà al professor Umberto Ranieri ed ai suoi cari per la vile aggressione ricevuta – ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center – Ad ogni modo chiediamo alle forze dell’ordine che non sia esclusa alcuna pista compresa quella omofoba, che purtroppo spesso diventa il movente di atti così vili, nei confronti di persone della nostra comunità”.
Nato a Paglieta, in provincia di Chieti, Umberto Ranieri si era diplomato all’Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta ed è apprezzato per le sue opere esposte in diverse occasioni nella Capitale.
La sua vicenda riporta alla mente il terribile pestaggio del musicista 29enne Alberto Bonanni, ridotto in fin di vita da un gruppo di ragazzi la notte del 26 giugno 2011 nel rione Monti, nel cuore di Roma e morto dopo oltre tre anni di coma. Un violento pestaggio scattato per alcuni schiamazzi in uno dei quartieri della movida romana dei quali furono accusati Alberto e i suoi amici.