Il governo ha deciso di concedere la cittadinanza italiana per meriti speciali aRami Shehata, il ragazzino-eroe che per primo mercoledì è riuscito a dare l’allarme e avvertire i carabinieri di quanto stava accadendo a bordo del bus dirottato e poi incendiato dall’autista Sy sulla Paullese. Una decisione che era stata sollecitata in mattinata dal vicepremier Luigi Di Maio e che ha trovato il plauso anche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, in risposta anche all’appello lanciato dal padre del ragazzino, Khalid, che parlando con i cronisti aveva detto di desiderare la cittadinanza per suo figlio. Il Viminale ha fatto sapere di esser pronto a velocizzare al massimo le procedure: secondo quanto si apprende, sta accertando la situazione del ragazzino ed è pronto a farsi carico delle spese e di tutte le pratiche burocratiche per accelerare al massimo la concessione della cittadinanza. “L’auspicio – sottolineano fonti del ministero – è attribuire la cittadinanza a Ramy e toglierla al conducente del bus autore del folle gesto”. “È una bellissima notizia, sono contentissimo“, ha commentato Khalid Shehata, il padre di Rami. “Sono felice per questa importante notizia. Se avessi la possibilità vorrei incontrare il ministro, lo ringrazierei tantissimo per quello che ha fatto per noi”, ha aggiunto.
La decisione dei due vicepremier Di Maio e Salvini è stata presa sulla base della legge che la assegna “per meriti speciali”. Secondo la procedura, “può essere concessa con DPR sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri, allo straniero che abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”. E quando “ricorra un eccezionale interesse dello Stato”. Spetterà poi al Presidente della Repubblica dare il via libera definitivo.
Di Maio: “Rami ha rischiato la vita per salvare i compagni” – “Ha messo a rischio la propria vita per salvare quella dei suoi compagni. E’ la cittadinanza per meriti speciali che si può conferire quando ricorre un eccezionale interesse dello Stato. Sentirò personalmente il presidente del Consiglio in questo senso”, ha sottolineato Luigi Maio, garantendo il suo impegno in tal senso. “Questo è un Paese che deve saper guardare oltre. È un Paese che non può fermarsi all’indignazione. Siamo molto di più della semplice indignazione. Credo sia un dovere togliere immediatamente la cittadinanza a quel criminale che ieri, a San Donato Milanese, stava per compiere una strage Di 51 bambini. Per fortuna l’intervento dei Carabinieri ha fatto in modo che nessuno restasse ferito gravemente. Oltre ai nostri due eroi in uniforme ce n’e’ pero’ anche un altro Di eroe: ha 13 anni, si chiama Ramy, ha origini egiziane“, spiega il vicepremier che sottolinea: “E’ anche grazie a lui che si e’ evitato il peggio. Il papa’ oggi ha lanciato un appello, ha chiesto che gli venga riconosciuta la cittadinanza e credo che il governo debba raccogliere questa richiesta.” “Si tratta Di un caso speciale e credo che il ragazzo, per il gesto compiuto, debba ricevere la cittadinanza dello Stato italiano”, ha concluso.
Salvini: “Cittadinanza a Rami? Stiamo valutando” – “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso. Ora dobbiamo leggere le carte e valuteremo”, ha assicurato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo alla richiesta di cittadinanza avanzata dal padre di Ramy per il figlio. “Faremo il possibile anche perché a questo tizio infame venga tolta la cittadinanza italiana: non parli a nome di sessanta milioni di italiani”, ha aggiunto.
Il racconto di Rami: “Ora da grande voglio fare il carabiniere” – “Secondo me, non ci voleva fare niente. Voleva farci solo paura. Quando sono arrivati i carabinieri, ha sparato su e nel vetro”. Poi racconta il momento del dirottamento del bus: “Ha detto di stare tutti zitti, ha legato i professori. All’inizio – confida l’adolescente – pensavamo fosse una scherzo. Ci siamo accorti dopo quando è andato nell’altra strada. Ha cambiato il percorso e ha fatto vedere la pistola. Ci siamo spaventati, si sono messi tutti a urlare. Poi ha mostrato il coltello e ha buttato la benzina per terra. Ha detto: ‘Io non voglio farvi del male basta che state zitti’. Ha messo anche dei teli per coprire, pieni di benzina. Quindi, se usava l’accendino…”.”Mi sono fatto aiutare anche dai miei compagni. Alzavano un po’ la voce per distrarlo. Io mi sono abbassato e parlavo. Ho capito che ho salvato tutti quando ho visto la macchina dei carabinieri arrivare e andare avanti per bloccarla. Avevo anche paura. Era così agitato, se buttava l’accendino… Avevo tanta paura. I carabinieri hanno rotto i vetri e siamo usciti. Avevo paura per quelli vicino a lui, i professori. Non ho riportato ferite – conclude – solo i miei compagni si sono fatti male”. Poi conclude: “Da grande vorrei fare il carabiniere“.