“L’ho fatto per dare un segnale all’Africa, perché gli africani restino in Africa e così non ci siano morti in mare“: cosi’ ha detto Ouesseynou Sy, l’autista 47enne che ieri ha sequestrato un bus con una scolaresca a Crema, durante l’interrogatorio in carcere a San Vittore, a Milano. È un fiume in piena: si definisce “panafricanista”, dice di sperare nella vittoria delle destre in Europa “cosi’ non faranno venire gli africani” e spiega i motivi che l’hanno spinto ad architettare il folle gesto con lucidità e dovizia di particolari.
Agli inquirenti ha raccontato di aver sparso benzina sul pullman che ha sequestrato per evitare che i carabinieri potessero sparare: “Sono un genitore – ha detto – non volevo fare male ai bambini”. Insomma, la benzina secondo lui serviva solo da “deterrente” di fronte a un intervento delle forze dell’ordine: “Avrei potuto farlo ogni giorno – ha spiegato – solo ieri avevo trasportato già 200 bambini. Non volevo far loro del male. L’ho fatto per i bambini che nel Mediterraneo sono mangiati dai pescecani”. “Volevo andare a Linate per prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo“, ha aggiunto poi Sy, ribadendo che non voleva comunque fare loro del male. Il suo legale ha fatto sapere di aver chiesto per lui la perizia psichiatrica: “È doveroso – ha spiegato l’avvocato Davide Lacchini – a fronte dell’enormità del gesto e su questo anche la Procura concorda”.
Il coltello – Intanto i carabinieri hanno trovato, nella carcassa dell’autobus bruciato, il coltello che Sy ha usato per minacciare ragazzini e insegnanti della scuola media Vailati di Crema. Nessuna traccia, invece, della pistola che alcuni ragazzini hanno detto di aver visto nella cintura dell’autista. Le ipotesi sono due: che i testimoni si siano confusi nella concitazione o che si trattasse di una pistola di plastica distrutta nell’incendio. Secondo il suo legale, probabilmente, i testimoni si sono confusi per via del fatto che l’autista aveva un fodero in cui custodiva un coltello per difendersi da eventuali aggressioni come spesso si verificano a bordo di mezzi di linea.
Confermati i precedenti penali – Oussenyou Sy ebbe un decreto penale di condanna per guida in stato di ebbrezza nel novembre del 2007 quando durante un controllo a Ghedi (Brescia) fu trovato con una percentuale di alcol nel sangue pari a 0,50, quindi di poco superiore al limite consentito. Era stato condannato a un’ammenda di 680 euro mentre le patente gli fu sospesa per sei mesi, periodo durante il quale si era messo in malattia al lavoro, non comunicando all’ azienda, per la quale aveva cominciato a lavorare una quindicina di anni fa, l’accaduto e la sospensione della patente. Per l’azienda aveva lavorato prima come addetto alle pulizie poi, in considerazione del suo buon comportamento sul lavoro, era diventato conducente dei mezzi. Sy ha avuto poi un’altra condanna, l’anno scorso, per un episodio di violenza sessuale, circostanza confermata dal suo legale Lacchini che ha spiegato che la condanna riportata da suo assistito era stata in primo grado di un mese inflittogli dal Tribunale di Cremona ed era poi arrivata in appello sempre con la sospensione condizionale. Il legale ha precisato, quindi, che si è trattato di un fatto ritenuto dagli stessi giudici di lieve entità.
A San Vittore in un reparto speciale – Ousseynou Sy è stato trasferito nel reparto protetti di San Vittore, quello per i detenuti che non possono stare insieme ad altri come i pentiti o i sex offenders, coloro che hanno compiuto reati contro donne e bambini e tra gli altri anche gli ex appartenenti alle forze dell’ordine. Il 47enne ha avuto in queste ore il colloqui con lo psicologo della casa circondariale in centro a Milano e, pur sembrando tranquillo, è sorvegliato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria.
Il video in cui annunciava il folle gesto – La procura è ancora sulle tracce del video che l’autista ha diffuso ad alcuni amici e parenti in Senegal. Nel filmato, registrato con il suo cellulare bruciato tra le fiamme del pullman, l’uomo avrebbe annunciato il suo “gesto eclatante”, perché “esasperato dall’attuale situazione migratoria”. “Non ce la faccio più a vedere bambini e donne che muoiono in mare”, le sue parole riferite ieri in conferenza stampa dal pm di Milano Alberto Nobili che, insieme a Luca Poniz, è titolare dell’inchiesta per strage e sequestro di persona. Il video, secondo le intenzioni dell’autista, sarebbe poi stato diffuso sul suo canale YouTube.