Caro Matteo Salvini, le scrivo questa lettera aperta, talmente aperta che inizia a fare freddo nel mio cuore. Questa lettera è rivolta a lei e idealmente a tutti i suoi sostenitori. Vorrei proporle, con molto pudore, un nuovo slogan per il suo partito, al posto del trito e ritrito “prima gli italiani” consiglierei un enigmatico “prima gli eschimesi”. Perché tutta questa indifferenza nei confronti degli eschimesi? Le sembra giusto? Non sarebbe un mondo favoloso se tutti gli italiani iniziassero a decentrare le proprie “psicosi emotive” che lei alimenta con tanto garbo demagogico? L’Italia agli eschimesi! A me la testa degli italiani sembra una bacheca di cartoline ingiallite.
Abbiamo fatto l’Italia, ora bisogna disfare gli italiani. Ci siamo visti allo specchio? Siamo brutti, corrotti, invecchiati, flaccidi, impauriti, ignoranti, mozzarelle rancide. Ai cancelli delle nostre case mettiamo “attenti al padrone”, non siamo più in grado di accogliere, non riusciamo più a dare il benvenuto allo straniero, siamo nati per aspirare alla vita eterna e ci infogniamo sempre di più nella fine del mese, questa benedetta fine del mese che riduce il nostro mistero a un’appendice da calendario.
Iceberg, cattedrali senza religione dell’inverno eterno! Quanta purezza in un iceberg, quanta pulizia dell’Essere. Dobbiamo fare pulizia dentro di noi, dobbiamo tornare a essere puri come un iceberg. Fondiamo un nuovo partito, caro Salvini! Il partito degli iceberg, degli igloo e delle foche. W la foca, sempre sia lodata la foca. Passiamo dal becero sovranismo alla sovranità glaciale degli iceberg, che dice? Non è stanco anche lei di partecipare ai soliti dibattiti televisivi? Perché in studio non c’è mai un eschimese? Si è mai fatto questa semplice domanda? I salotti televisivi non sono il suo habitat naturale, si vede che le stanno stretti, deve dare retta a piccoli politici, lei è un meraviglioso orso polare ed è costretto a conversare con criceti di centrosinistra che girano sulla ruota di un riformismo pallido e assorto, non le fa impressione?
Non sappiamo più sognare la purezza dei ghiacci, i suoi compagni di lotta sono cittadini senza arte né parte, sovranisti che si sentono i primi della classe e alzano il ditino come se fossero a scuola per bofonchiare di deportazione di massa di immigrati da parte del Capitale, nulla di più ridicolo! Perché abbiamo dimenticato Nanuk l’eschimese? Citano Antonio Gramsci i suoi amici, Gramsci! Mentre dovrebbero citare Robert J. Flaherty, il regista statunitense.
Caro, carissimo Salvini, lei è contro i ladri, contro i mafiosi, contro gli assassini, vero? Allora perché stringe la mano a dittatori sanguinari? Che domanda ingenua! Vuole mettere un bunga bunga fatto di sole foche? Il grasso di foca ci potrebbe liberare dalla nostra dipendenza verso gasdotti macchiati di sangue. Invece di twittare la propria esangue isteria psichica, non sarebbe più misterioso affrontare una tempesta di neve? Non sarebbe più umano?
E basta con questa dieta mediterranea, con questi maccheroni! Gli eschimesi hanno una bassa incidenza di malattie cardiovascolari, di diabete e di patologie neurologiche come la depressione, l’Alzheimer e la schizofrenia. Siano santificati gli omega 3. E vogliamo parlare dell’ospitalità sessuale? Che cultura superiore! Basta con queste gelosie, con la sindrome delle corna! Doniamo le nostre compagne di vita agli immigrati, facciamo provare alla moglie del signor Brambilla il brivido di un coito “extracomunitario”, sempre che ci sia il consenso delle donne, su questo non si discute, siamo democratici, liberali, libertari e progressisti.
Convertiamoci al canto eschimese, alle loro tradizioni orali, impariamo la lingua dei ghiacci, portiamo il silenzio purissimo degli iceberg nel nostro vocabolario unto e bisunto dal politichese. Conficchiamo il crocifisso nel cuore gelido di un iceberg, liberiamoci da questo strumento di tortura che veneriamo da secoli. Facciamoci ibernare tutti. Basta con gli italiani, ci hanno stufato, ci siamo stufati di essere sempre e solo italiani. Diventiamo eschimesi, non per rivolta, non per protesta, facciamolo per divertimento, per un gioco buffo della fantasia. Torniamo a immaginare: non basta essere vivi, bisogna immaginare di essere vivi.
La vita senza immaginazione diventa una Lega. Non c’è libertà senza immaginazione. Senza immaginazione si perde il firmamento e al suo posto ci restano solo cinque stelle di numero, da mettersi in tasca, cinque stelle da passeggio. Salvini, le foche ci attendono, le foche ci chiamano, seguiamo Nanuk l’eschimese!
Cordialità glaciali, con stima capovolta e polare. Ricky Farina, l’eschimese milanese, fa anche rima.