Del voto per le provinciali in Olanda può importare davvero ben poco, primo perché le province olandesi contano meno di quelle italiane, secondo perché i primi ai quali non può importare di meno sono proprio gli olandesi. Eppure queste elezioni rimarranno nella storia (non solo olandese) per il significato politico che hanno assunto e per le conseguenze che potranno avere in Europa.
Dimenticate Geert Wilders, il Pvv e la sua paranoie crociata contro l’islam: quello è il passato, quel populismo appartiene al passato. Forum voor Democratie e il suo leader sono il populismo 2.0
Da Afd, alla Lega, al Fronte Nazionale e ai partiti populisti-nazionalisti dell’est Europa negli ultimi anni ne abbiamo viste diverse di metamorfosi politiche di quel miscuglio tra rabbia, patacche complottiste, nazionalismo, conservatorismo e odio per l’establishment ma Forum voor Democratie è qualcosa di inedito.
Thierry Baudet, il leader, è un accademico ed editorialista di 36 anni, un intellettuale dalla faccia pulita, l’abito ben inamidato e la lingua lunghissima. Rispetto a Salvini, Le Pen o Wilders non punta solo a vincere la partita quotidiana a colpi di Tweet contro “gli immigrati o il perbenismo”, no, lui va oltre: a lui interessa vincere la guerra ideologica con l’”establishment” (il partij kartel, cartello dei partiti come lo chiama lui) e con il politically correct.
Se le formazioni sovraniste-populiste hanno tutte in comune l’ossessione con l’uomo forte e con gli immigrati, per Baudet le questioni sono centrali ma meno esposte: il suo obiettivo non sono certo i poveri ma i moderati “radicalizzati”, la classe media impaurita dalla cronaca e dal timore di diventare povera.
Forum voor Democratie, insomma, spinge per una versione normalizzata delle posizioni anti-Ue, anti-immigrazione, del sessismo, dell’omofobia, del suprematismo e dell’ultra-liberismo, non a caso il partito ha indicato che dopo le Europee i suoi parlamentari siederanno tra i Conservatives a rimarcare la distanza dall’estrema destra.
Wilders, insomma, è tra coloro che hanno sdoganato il populismo in Europa nei primi anni 2000 mentre Baudet, un decennio dopo, “takes it to the next level” cercando di normalizzarlo.