A gennaio i rapporti di lavoro a termine convertiti in tempi indeterminati sono stati quasi 115mila, il 98% in più rispetto a quelli stabilizzati nello stesso mese del 2018. I dati dell’ultimo Osservatorio Inps sul precariato confermano quindi la tendenza all’attivazione di contratti stabili al posto di quelli precari, emersa già dai dati su novembre e dicembre, a valle dell’entrata in vigore del decreto Dignità anche per rinnovi e proroghe. Le trasformazioni registrate gennaio superano di oltre 30mila anche quelle del mese precedente. Nel corso del mese inoltre sono stati stipulati 242.598 contratti a termine a fronte degli oltre 292.000 dello stesso mese 2018. Il dato annualizzato, cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, dà un saldo negativo (-31.589) per la prima volta da giugno del 2016. Sono poi cresciute del 13,4% a 201.267 le richieste di sussidio disoccupazione, il dato più alto a gennaio negli ultimi quattro anni.
Complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nel mese di gennaio sono state 604mila: sono quindi diminuite rispetto allo stesso mese del 2018 (-15%). Le cessazioni invece sono state 435.000, in diminuzione rispetto a gennaio 2018 (-12,4%): a diminuire sono le cessazioni di contratti in somministrazione, di rapporti a termine e di rapporti a tempo indeterminato. A crescere sono invece le cessazioni di rapporti con contratto intermittente e di contratti in apprendistato; stabili le cessazioni di rapporti stagionali. Nel mese di gennaio, continua l’analisi dell’Osservatorio Inps, sono stati incentivati 14.608 rapporti di lavoro con i benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni. Il numero dei rapporti incentivati è pari al 5,1% del totale dei tempi indeterminati attivati, tra assunzioni e trasformazioni.
Su base annua la differenza tra assunzioni e cessazioni a gennaio risulta positiva e pari a +370mila, seppur inferiore a quella corrispondente del gennaio 2018 (+535mila) e a quella registrata per il mese precedente, dicembre 2018 (+415mila). I saldi tendenziali per le diverse tipologie contrattuali attestano un andamento particolarmente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+274mila, in accelerazione negli ultimi sette mesi) e per l’apprendistato (+82mila, livello tendenziale stabile negli ultimi quattro mesi). Positiva seppur in diminuzione la dinamica del lavoro intermittente (+44mila). Pressoché azzerati risultano invece i saldi per stagionali e somministrati e significativamente negativi (-32mila) – per la prima volta da giugno 2016 – quelli dei contratti a tempo determinato.