Rosario Orlando, responsabile del centro medico legale dell'Inps e poi collaboratore esterno dell’ente, oltre a corrompere riusciva a intercedere con l’ex rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla. Per questo Lo Sciuto intercettato diceva “speriamo che non se ne vada in pensione, ci rovina!”. I due poliziotti arrestati con l'accusa di aver rivelato notizie sulle indagini in corso avevano ottenuto anche l’assunzione delle mogli all’ente per la formazione professionale Anfe
“Grandi elettori” che saccheggiavano la formazione professionale. Voti a un tanto al chilo, spacciati alla luce del sole durante la campagna elettorale. Anche in cambio di “false pensioni di invalidità”. Per questo Giovanni Lo Sciuto, uno dei principali arrestati del blitz dei carabinieri “Artemisia” su richiesta della Procura di Trapani, intercettato diceva “speriamo che non se ne vada in pensione, ci rovina!”. Il riferimento era a Rosario Orlando, responsabile del centro medico legale dell’Inps fino al maggio 2016 e poi collaboratore esterno dell’ente all’interno delle commissioni invalidità civili. Il medico oltre a corrompere con regali e altri favori, riusciva a intercedere con l’ex rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, indagato nell’indagine odierna e attualmente assessore all’Istruzione. Lo Sciuto è personaggio noto e nel recente decreto di confisca al patrimonio di Carmelo Patti, l’ex patron della Valtur morto lo scorso novembre, si legge che “Lo Sciuto Giovanni e la moglie sono soggetti estremamente vicini alla famiglia Messina Denaro” tanto da aver fondato delle società con alcuni di loro.
Parlando del medico Lo Sciuto è chiaro: “A me solo quest’anno già me ne ha fatto qualche quindici, venti, buono che da qua alle elezioni me ne fa altre trenta, quaranta, cinquanta: non sono quasi mille voti? Perché ognuno di questi ci deve essere poi un ritorno di voto”. E’ per le elezioni regionali del 2017 che il gotha dei “grandi elettori” ha lavorato nella raccolta del voto. A partire da due persone arrestate negli anni scorsi: Paolo Genco, presidente dell’Anfe arrestato dalla Guardia di Finanza per truffa nella formazione professionale, e Norino Fratello, ex deputato arrestato l’anno scorso per la gestione dei centri di accoglienza per migranti. I due erano quasi interscambiabili. Genco aveva finanziato la campagna elettorale di Lo Sciuto e del “Partito dei Siciliani – Mpa” con 20mila euro anche per “garantirsi un soggetto di propria fiducia all’interno dell’Ars che favorisse in maniera incondizionata i propri interessi”. Inoltre aveva convinto i suoi dipendenti di Palermo a votare per Lo Sciuto che poi in cambio ha chiesto l’assunzione di alcune persone negli enti di formazione professionale.
Tra i riscontri raccolti dai carabinieri su Fratello era emersa la connessione con Lo Sciuto: il primo “segnalava la pratica di invalidità del cognato all’Inps” a Lo Sciuto che “vantava già all’epoca notevoli conoscenze (all’Inps ndr), come riscontrato dalle intercettazioni”.
Uno dei fruitori delle cortesie di Orlando fu un certo Giuseppe Cammareri che in cambio di una falsa pensione di invalidità mise a disposizione un pacchetto di 1000 voti. “Gli dici di non parlare ne di insegnante ne di niente” precisava Lo Sciuto, riferendosi alla moglie di Cammareri che lavorava come docente. Poi c’è il ruolo di Francesco Cascio, ex deputato all’Ars originario di Palermo. Lo Sciuto intercettato con Giuseppe Berlino, massone ed ex consigliere comunale a Castelvetrano, diceva: “Sai quanti incarichi ci sono alla Regione? Me lo ha detto ieri Ciccio Cascio: 330 incarichi! La Regione nomina 330 incarichi, 220 revisori dei conti e 150 consigli di amministrazione: 370!. Mi ha detto “Giovanni, se la prossima volta vinciamo… Io perché ho preso tutti questi voti? Perché li gestivo io. La prossima volta tu ti gestisci 30 nomine”. Ecco perché prendeva chi 15.000 chi 20.000, in base alla potenza delle cose che gestivano!”.
Di votazioni ed elezioni Lo Sciuto ne parlava anche con Salvatore Virgilio, assistente capo della Polizia, in servizio alla Dia di Trapani che, assieme a Salvatore Passannante (ispettore di polizia in servizio a Castelvetrano), si metteva a disposizione per il politico castelvetranese. Entrambi sono stati arrestati stamane dai carabinieri perché accusati di aver rivelato notizie sulle indagini in corso a Lo Sciuto. Entrambi però hanno ottenuto anche l’assunzione delle rispettive mogli all’Anfe e così, in cambio della bonifica di alcuni ambienti in cui erano presenti delle microspie e di informazioni riservate, Lo Sciuto sapeva farsi ringraziare: “Tua moglie verrà di nuovo richiamata, oramai non pensarci più. Sarà per sempre all’Anfe!”, diceva a uno dei due.