E’ stato sottoscritto al ministero del Lavoro l’accordo per la proroga dal 24 marzo al 23 settembre 2019 della Cassa integrazione straordinaria per Alitalia. Dopo una lunga trattativa nel corso della giornata, secondo fonti sindacali si è arrivati a un’intesa che prevede la riduzione del numero di lavoratori interessati dalla procedura a 830 unità rispetto alle 1.110 inizialmente richieste dalla compagnia. Del numero totale, 700 sono lavoratori di terra, 70 i comandanti e 60 gli assistenti di volo. Nella proposta iniziale Alitalia prevedeva una cassa integrazione per una platea di 1.010 lavoratori di cui 90 comandanti, 70 assistenti di volo e 850 addetti di terra. I sindacati hanno confermato lo sciopero di quattro ore indetto per lunedì 25 marzo.
“Ancora una volta il sindacato si assume le proprie responsabilità firmando la proroga della Cassa integrazione, benché Alitalia continui ad essere in una fase di grande incertezza”, rivendicano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA. “La trattativa in sede ministeriale ha portato ad una significativa riduzione delle persone coinvolte nel percorso di Cigs, che vede 70 Comandanti, 60 Assistenti di volo e 700 personale di terra, per complessive 830 unità a fronte di una richiesta iniziale di 1010 persone. “La trattativa ha portato anche ad una rilevante riduzione della Cigs a zero ore, e di impegni che si è assunta l’azienda commissariata, su cui misureremo presto la attendibilità, per la gestione e tutela dei dipendenti di Alitalia. “Le ragioni dello sciopero di lunedì restano comunque tutte impregiudicate e sulle quali chiediamo un intervento del Governo per risolvere le problematiche che attengono al quadro regolatorio del settore”.
“Massima attenzione verso l’attuale fase finalizzata a rilanciare il ruolo di Alitalia, anche nell’ottica di garantire lo sviluppo della Compagnia e la tutela dei livelli occupazionali”, è l’impegno espresso dal vice-premier Luigi Di Maio al termine del tavolo con i sindacati. Mentre per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli “siamo in dirittura d’arrivo, la questione è gestita molto bene da Di Maio. Posso dire che noi non la vogliamo salvare con i miliardi come fatto nel passato, ma vogliamo rilanciarla”. Prosegue dunque la caccia di Fs e Delta ai possibili soci da coinvolgere nella newco. Ma dai diretti interessati piovono smentite: dopo Poste e Leonardo, il presidente delle Fondazioni Giuseppe Guzzetti ribadisce il no di Cdp, definendo l’investimento “pericoloso“.