DAFNE di Federico Bondi. Con Carolina Raspanti, Antonio Piovanelli, Stefania Casini. Italia 2019. Durata: 94’. Voto: 3/5 (AMP)
“Piacere mi chiamo Carolina e sono senza fronzoli”. Così si presenta Dafne/Carolina tanto nell’omonimo film quanto nella vita. È lei, infatti, il cuore pulsante del secondo lungometraggio del fiorentino Federico Bondi che dopo il successo alla Berlinale (premio Fipresci in Panorama) arriva nelle sale. Piccola opera dal cuore grande, racconta della 35enne Dafne (Carolina Raspanti) che vive con naturale consapevolezza la sindrome di Down di cui è affetta. Impiegata da anni all’Ipercoop, si trova in vacanza con i genitori quando all’improvviso la madre muore. Da quel momento tutto viene rimesso in discussione, a partire dal controverso rapporto col padre nel delicato processo di elaborazione del lutto.
Per gestire ciò che resta di loro decidono di intraprendere una gita a piedi fra i boschi, una sorta di pellegrinaggio terapeutico durante il quale mettere a nudo fragilità e resistenze. A quel punto Dafne diventa un walk movie esistenziale che sa guardare negli occhi gli spettatori spogliandoli dal pudore di quando osservano i portatori di handicap; Carolina/Dafne è talmente intelligente e travolgente da far dimenticare la propria condizione. In tal senso l’opera realizza il desiderio di Bondi, “non volevo fare un film sulla sindrome di Down, e neppure sulla diversità in generale, ma volevo cercare di approfondire delle che sono le risorse che ognuno di noi ha dentro e magari non conosce”. Risorse che emergono certamente da Dafne, cuore pulsante del racconto, ma anche da suo padre Luigi e dalle persone che circondano le loro vite.