SCAPPO A CASA di Enrico Lando. Con Aldo Baglio, Fatou N’Diaye, Jacky Ido. Italia 2019. Durata: 100’ Voto 1/5 (DT)
Michele è un razzista di mezza età, intollerante e vanesio, tutto concentrato su palestra, Rolex (anche finto), parrucca (anche se è pelato), e pillole per l’erezione. A Budapest per lavoro e per rimorchiare, viene però scambiato per un tunisino e arrestato. Finisce in un “centro di raccolta”, fugge e battibecca con un senegalese, viene usato come bracciante, incontra una bella fanciulla, e litigherà perfino con gli alpini, ma gli sarà impossibile tornare a casa. Solita schematizzazione umoristica antirazzista, positiva negli intenti, ma disastrosa nei risultati. Sottotraccia gli echi degli eccessi del personaggio di Rolando (Aldo, Giovanni e Giacomo) slabbrato fino allo sfinimento e appiccicato ad uno sviluppo di scrittura/messa in scena a dir poco imbarazzante. Va bene l’estremizzazione del paradosso grottesco, ma questa copia sbiadita del già inguardabile Contromano di Albanese (in alcuni momenti – il bagno in acqua – è plagio) farà rimbalzare lontano sia il razzista da educare (sempre che l’intento di questi film sia questo) che qualsiasi cinefilo. I luoghi comuni sui neri ciabattati che guardano la partita in tv, e il banalissimo stereotipo del bianco coglione, piovono oscenamente dall’alto immobilizzati in un teatrino politico che a livello creativo chiederebbe solo due cose: uno sviluppo di scrittura e un po’ di originalità nello sguardo. Ma siamo a zero in entrambe le categorie. Peccato per Aldo Baglio, mito assoluto della comicità tv e teatrale.